Andrea Cugia di Sant'Orsola
Andrea Cugia, figlio del marchese Michele Cugia di Sant'Orsola
e di Donna Anna Maria Manca Asquer, nacque a Cagliari il 29.9.1712 e morì
a Sassari il 21.9.1794. Nel 1730 risiedeva con la famiglia a Napoli in quanto
il padre era stato nominato Giudice del Tribunale di Santa Chiara.
Venne a Cagliari e da Cagliari scrive al padre le sue impressioni sulla città
e su un eventuale marito per la figlia Isabella.
1736, Cagliari
"(…) Tempo è ormai di far
qualche parola del Paese in cui mi ritrovo, nel quale per Divino volere spirai
i primi respiri, ed aprii gli occhi alla luce per sempre piangere in questa
valle di lacrime; e per primo v'assicuro che quel si è di materiale della
Città, cioè Palazzi, architetture, Templi, strade ed altro, non
mi piace un nulla, per essere quasi tutta montuosa, né avendo buone uscite.
Ma quel si è tratto, gentilezza, e cortesia delle Dame e Cavalieri e
d'ogni altro ceto di persone non lo ho sperimentato in niun paese ove sono stato,
cosa, alcerto, che a me molto piace. E per secondo non è mica come io
lo credeva ignorante, essendovi huomini dotti in tutto benché non molti,
come Historiografi, eruditi in belle lettere, Leggisti, buoni ballerini alla
francese, qualcheduno che gioca bene la spada all'italiana, molti che parlano
bene Francese, perché sono stati alcuni anni alla Corte, e per fine molti
cavalcatori, cosa al certo che mi fa star qui con più soggezione che
stava costì. (…)"
"(…) Il figlio maggiore di detta
mia zia si è Perico, giovine molto sodo, garbato, buon ballarino, benché
alquanto fiacco e picciolo di corpo, come ramoscello. E vi sarebbe anche il
figlio del Marchese di Soleminis, che non sprezzerebbe la Nostra, ma è
un animale vestito, e il fiato li puzza come una cloaca. Ho anche veduto e parlato
con il Contino di Bonorva, ma non ho veduto animale simile, e le Sorelle, come
mi dicono, sono Brutte come Diavoli (…). Taluno consigliami il Barone
di Teulada, che l'è un bel giovane, benché abbia un picciol difetto
nella lingua che gli impedisce il pronunciar bene, e non è sì
commodo e sì ricco come Vossignoria vorrebbe. E non fa per noi Don Francesco
Carcassona, che non è mal Giovine, benché di poco giudicio, ed
ha il vizio di portar le notizie da una casa all'altra, in maniera che in Cagliari
lo chiamano Notiziedda. E vi sarebbe anche il figlio di mio Zio Don Francesco
chiamato Gavino, che non avendolo trattato molto non so definirlo, benché
mi pare essere poca robba. Infine, riguardo al Conte di Bonorva, mia zia la
Madre Badessa de li Cappuccini, non lo approva dicendo che se lo voleamo fare
eravamo padroni, ma che sarebbe li stesso che sacrificare alle furie mia Sorella
(…).