Concessione dello stemma gentilizio a Serafino De Candia

10.7.1779

Vittorio Amedeo, per Grazia di Dio, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme,
In aggiunta al privilegio di Cavalierato, e di Nobiltà che con Reali nostri diplomi dei 29 dello scorso maggio ci degnammo di accordare a Don Serafino di Candia nativo della Torre del Greco nel Regno di Napoli, e da molti anni domiciliato nella città nostra d’Algheri in Sardegna, ed a suoi figliuoli, e discendenti maschi, essendoci disposti a far loro sentire un nuovo effetto delle nostre Reali colla concessione dell’armi gentilizie, le quali servano di maggiore fregio, ed ornamento alle dette dignità, quindi è, che in vigore del presente di certa nostra scienza, Regia autorità, ed avuto il parere del nostro Consiglio accordiamo al nominato Don Serafino di Candia, ed ai pure surriferiti suoi figliuoli, e discendenti maschi l’uso dell’armi gentilizie, che saranno uno scudo d’azzurro con un leone d’oro guardante il sole orizzontale a destra pure d’oro e addestrato da due pini verdi piantati in una campagna verdeggiante, e sopra lo scudo un elmo d’acciajo bordato d’argento poso in profilo graticolato con tre affibbiature, ed ornato co’ lambrequini degli stessi colori dell’armi, dichiarando lecito ai nominati Dn. Serafino di Candia, e suoi figliuoli e discendenti maschi di valersi di tali armi tanto negli atti pubblici, che privati, ed in ogni e qualunque occorrenza.
Mandiamo pertanto al Viceré, Luogotenente e Capitano Generale del citato nostro Regno di Sardegna, a tutti i nostri Ministri, Magistrati, ed ufficiali, ed a chiunque altro fia spediente di fare, e lasciar godere lo stesso D. Serafino di Candia, e i suoi figliuoli, e discendenti suddetti dell’uso delle armi medesime da noi come sopra loro concedute, che tale è la nostra mente.
Dat. dal Castello di Moncalieri lì dieci del mese di Luglio, l’anno del Signore mille settecento settantanove, e del Regno nostro il settimo.

Vittorio Amedeo.