Lettera di Giacomo Giuseppe Paglietti

Riportiamo una lettera scritta nel 1764 dal Dottore Collegiato Giuseppe Giacomo Paglietti, Professore di Medicina Teorico Pratica nell’Università di Cagliari ed autore della Pharmacopoea Sarda ed indirizzata al suo Maestro di Torino, il famoso Medico Botanico Professor Carlo Allioni. In tale lettera, di grande interesse per le informazioni sul clima, sulla situazione idrica di Cagliari, sulla malaria e la sua cura, e perfino sulle incursioni saracene nell’Isola, il Paglietti dice:

Ill.mo Sig. Pad. Mio Col.mo
Scusi se ho prolungato sin’a questo tempo il mio silenzio, mentre aurei dovuto in contrassegno di gratitudine a quanto le debbo avvanti d’ora significare a V. S. Ill.ma la viva memoria che le conservo a tanti benefici ricevuti per cui in ogni tempo aurò sempre motivo di ringraziarla. So quanto era occupato in questi giorni passati per l’università, ed altri suoi privati affari, onde non ho voluto attediarla con una semplice lettera di ringraziamento, e disturbarla da tanti rilevanti affari. Ben persuaso della di lei bontà, che mi aurebbe sempre restituito in tempo; Ora prevalendomi della congietura di darle qualche ragguaglio del paese, e de suoi prodotti mi dò l’onore di nuovamente ringraziarla di quanto ha voluto operare per me e mia famiglia assicurandola che in ogni tempo mi ritroverà grato a suoi favori; Intanto per venire alla descrizione del paese, che penso questo La potrà sollevare un poco da suoi travagli, sappia che qui a Cagliari a giusta raggione si può considerare per parte dell’affrica trovandosi tutto quà il contorno del paese arso dalla vehenza del Sole, e fervidezza del Clima, sembra esser d’inverno non essendovi pianta verdeggiante sul suolo ma tutto inarridito, e secco toltone alcuni alberi; L’aria che è sempre umida, e salina sarebbe assai peggiore se li venti gagliardi che quasi tutti gli giorni fortemente soffiano non la ventilasse, e purificasse; Siamo molto scarzi d’aqua dolce, le grandi e copiose ruggiade però suppliscono in qualche maniera al bisogno delle campagne, poiché tuttoche La superficie della terra apparisca inaridita, a due piedi circa però di profondità il terreno è sufficientemente inumidito; il caldo per caggione de’ continui venti è soffribile; e le malattie, che volgarmente passano per intemperie del paese, sono febbri putride patechizzanti in forma di terzane doppie continue fomentate da una bile fervidissima tenue assai, e di natura quasi caustica, quindi gli remedii che più opportuni ho riconosciuto in qualche consulto che ho fatto sono gli spiriti acidi minerali, l’aqua gelato, qualche diluto di polpa di tamarindo, e qualche volta ancora la china massime quando i parossismi si fanno distinti; questa malattia io la credo effetto assoluto d’un’aria calda ed umida carica di effluvii paludosi d’aque stagnanti; che si trovano in gran copia in questo regno; Del resto quì si trovano poco lungi da questa Capitale aque minerali dette di Sardara eccelentissime abbondanti di principi quali hanno le aque Caroline descritte dal celebre Offmanno; Si trovano miniere d’argento, di rame, ferro, d’ottimo antimonio, quantità d’alume di grana chermes, bolo armeno eccelente, conciglie di tutte specie bellissime e poi grandissima abbondanza di menta peperina, da cui si destilla l’aqua molto migliore, e di maggior forza di quella che ci viene dall’Inghilterra, come meglio potrà assicurarsi da S.E. il Sig. Conte Bogino, al quale S.E. il Sig. Balio della Trinità ne ha inviato credo due botti; ora da questo vede che il paese potrebbe supplire molti capi al nostro paese se il travaglio fosse riconosciuto, e soddisfatto. Io quì sto benissimo in casa di S.E. la di cui affezione d’occhi è molto migliorata, e la credo effetto di podagrico (morbo?), che non prende le solite articolazioni; ricevo cortesie grandissime, e mi vado via preparando per l’apertura di questa università; i medici quì sono ancora provisti di sufficienti cognizioni, non mancano di principii.
Se desidera poi nuove di guerra le dirò che circa li quatro del corrente trovandosi quì nel golfo di cagliari tre galeotte Maltesi; S.E. le ha inviate a far un giro intorno al regno per vedere se potevano far preda di Turchi, che veramente molestano molto questo paese; onde nel giro che han fatto verso un’isoletta Rossa pur appartenente a questo regno hanno incontratte quatro galeotte Turche, e dopo aver combattuto gagliardamente le une e le altre; le maltesi sono state vincitrici, e ne hanno preso tre l’altra essendo fuggita; e hanno condotto quì a Cagliari duecento schiavi turchi essendo morti più di cinquanta altri turchi nel combatto; così hanno liberato questo paese da questa canaglia, che in quest’anno avevano già fatto tanto male, e ne devon La gloria a S.E. per l’espedizione fatta di suo ordine. Mi riserbo poi a prima occasione di farle assaggiare del vino di questo clima, e darle nuove notizie; Intanto pregandola a voler far gradire i miei rispetti alla Sua Sig.a Consorte, Padre, fratelli, e Sorelle mi do l’onore di protestarmi
D.V.S. Ill.mo
Cagliari a 17 agosto 1764
Umil.mo ed Osseq.mo
Servitore Med. Coll. Paglietti