Ritratto di signora: Mariangela Ripoll

Mariangela Ripoll (di Emanuele Ripoll Nin, Marchese di Neoneli e Conte di Tuili, e di Anna Maria Cadello dei Marchesi di San Sperate) nasce a Cagliari il 22.9.1815, sposa il 31.5.1837 Carlo Sanjust Barone di Teulada, muore il 28.5.1850.
Le 31 lunghissime lettere (anche diciotto pagine) da cui sono tratte queste frasi vanno dal 21.7.1838 al 22.5.1839, periodo in cui il marito di Mariangela, Carlo Sanjust Barone di Teulada (il padre Enrico era morto il 15.10.1821) si trovava a Torino per definire la convenzione del riscatto sui suoi feudi. Mariangela non aveva ancora ventitré anni, e il suo primo figlio Enrico cinque mesi. Viveva nel Palazzo Ripoll in Via Genovesi 20 a Cagliari.
I suoi discendenti vivono a Milano, Roma e Cagliari. Tra essi particolarmente conosciuti sono il regista Nanni Loy e la cantante lirica Bernadette Manca di Nissa.

Cagliari, 21.7.1838

" Mio amatissimo Carlo, non ti posso esprimere il piacere, la gioia, la consolazione che ho provato nel leggere le tue care carissime lettere, nel rilevare l'ottimo viaggio che hai fatto e il più il non aver sofferto niente (…) Mercoledì ho principiato a dare a mangiare a Enrico il primo giorno mangiò un cucchiaino e lo pigliò con piacere ma giovedì ed ieri venerdì non ne vole prendere- il mangiare è una polpa di pane quando questa e ben cotta messo un poco di zucchero e data."

22.7.1838

"…Alle cinque siamo andati al Carmine a vestire la Madonna (…)
…sabato andai a baso a contare il danaro che mi hai lasciato tu e per conservarlo nell'armadio dell'argenteria, Mamà mi disse tre o quatro volte se volevo alzarlo sopra e metterlo nella cassa forte ch'ero padrona ma io fecci di non sentirla.
…mio caro sposo (…) bisogna che rifleti che questo si è fatto tutto, né per te né per me, ma per il nostro figlio dunque cosa serve stare in continua afflizione, penzi come faccio io al giorno che ci ritorneremo a vederci, che ci torneremo ad abbraciarci, a quel giorno fortunato e felice per me."

24.7.1838

"… Il Conte Boyl mi disse sere fa, che io ero tutta afflitta che mi sembrava che mi fosse morto qualcheduno che maparteneva, mi disse non fa alla moda di terra ferma quando se ne vanno i mariti sono più allegre e allora pregano i cavaglieri serventi di accompagnarle; lui sperava ch' io facessi così, quando partivi tu, e che lui fosse il mio cavalier servente che lo chiamerei per accompagnarmi che gli dicessi di venire a casa a vedermi, infine di fare alla moda di terra ferma ma che non aveva azzardato di farmi la proposta vedendomi così malinconica e poi disse tante altre cose, già conoscete Boyl che impazzisce con le signore del continente, io le risposi che non m'importava niente di quelle signore che tutte eravamo padrone di penzare diversamente, che io penzavo alla moda delle signore Sarde e che non m'importava della maniera di penzare delle Piemontesi. Giovedì scorso vi è stato una festa di ballo sopra un vascello Inglese, che giorni fa è venuto non so di dove, il console Inglese ha combinato di fare andare delle signore a ballare per divertire gli ufficiali di bordo, noi siamo state invitate da Boyl già io non mi veniva in mente di andarci, e mamà non vi andò disse che non le conveniva di andare sopra un bastimento con delle ragazze.
Giuseppino, la baglia, Teresa, Fedele, Giovanni, salvatore, Pietro, Antonio, i Guardiani, sig. Sanna tutti quanti ti bacciano umilmente la mano. Ti raccomando nuovamente di stare allegro, di penzare alla tua Mariangela ed al giorno del tuo ritorno quel giorno sì che aspetterò il vapore con ansietà.
Addio mio bene, mio amato marito, mio caro sposo, mia consolazione infine mio tutto."

5.8.1838

"Le visite che ho avuto il giorno del mio nome non sono state tante, di dopopranzo ci vene Zia Peppina Giua e alla sera ci venero Grisoni tanto indigeste per te, Delitala, Cristina con Carlo, Ledà che seguita le sue solite visite e le sue guardate sotto occhio a Peppina, Zio Tola, Zio Effisio e il Conte Boyl, che mi rimprovera sempre di non aver accettato la sua offerta di servirmi di cavalier servente, Zio Baronne di Sorso e Peppino tuo fratello. La mattina ci vennero tutte le ragazze Sorso con Zia Baronna, tua Madre con le ragazze ecco tutte le mie visite (…)"

6.8.1838

"… Una sera presi con Zio Barone di Sorso un po di bustica- diceva che tu avevi fatto male d'andare adesso, era apunto il giorno che sortì l'edito, che per adesso non potevi far nulla e che forse non finiresti gli affari nemeno per un anno, che non avevi messo reta a lui ma l'avevi sbagliata, che vedessimo che prima dell'anno non torneresti: per carità non sia così, per amor di Dio non succeda spero che presto mi accuserete il tuo ritorno a Cagliari.
(…) Ieri se ne fuggì Zaira abbiamo mandato subito a cercarla ma non l'hanno potuta trovare in nessun sito adesso siamo con questo dispiacere se vuoi non è tanto grande (…)
Spero che a quest'ora avrete ricevuto già il mio ritrato e quello del figlio sono anziosa di sapere come li hai trovato tanto l'uno che l'altro credo che ti avrà fatto piacere la sorpresa che ti ho voluto fare ti deve persuadere più che mai l'amore che ho per te, essendo certo se non fosse stato per farti piacere non mi sarei certo fatta ritrattare, non essendo figura da far ritratto, sono imbrogliata non so quanto devo dare a Marghinoti…non avendo voluto dire quanto li aspetava per il suo lavoro."

25.8.1838

"…Informami se ti ha fatto piacere di avertelo mandato (il ritratto), qua si è trovato più somigliante il figlio che la madre (…) ciò che tutti hanno trovato qua sono le mani e il piede di Enrico molto brute, niente affato naturale (…)".

26.8.1838

"Parlami delle sigg.re di Torino, come le hai trovate, dimmi qualche cosa della Marchesa la Planargia, che mi fa maraviglia che non me ne diciate niente, parlami della Marchesa Boyl comme le trovi, dimmi qualche cosa di Rita Maffei dimmi se Maria Teresa Laconi figura in Torino, infine dimmi qualche cosa delle signore, dimmi se a teatro vanno eleganti molto."

9.9.1838

"…Te lo ripetto nuovamente non voglio assolutamente compriate più niente, e mi fa dispiacere se compri qualche altra cosa. Mio caro Carlo te lo domando per grazia di farti un mantello (…) io non dico di vestirti come il primo Sig. di Torino, ma essere degli ultimi ultimi non va bene bisogna che ti compri qualche cosetta bella per fare un po' l'elegante."

20.9.1838

"… Nel teatro principalmente quel che non si può soffrire quest'anno è l'indecenza come sono vestite la prima e la seconda donna si possono dire spogliate la prima mostra tutto quello che ha essendo grassa ed essendo molto scoperta le mamelle restano tutte fuore la seconda e scoperta più della prima ma siccome è molto magra che non sarà più grassa di me non ha che mostrare se non li ossi, e chi vuol fare l'anatomia la può fare sopra le sue spalle benissimo, sono quello che si dice una vera porcheria come sono vestite.
(…) se fossi qui invece di quel brutto Torino godresti le belle giornate di autunno che fano adesso e che a te piacciono tanto ma mio caro Carlo abbi pazienza godremo insieme le belle giornate di primavera."

20.10.1838

"…non approvo mio caro Carlo ciò che hai fatto di non aver visitato la moglie del Ministro, primo per esserti parente, ed il secondo per essere questa Sig.ra moglie del Ministro (…) ti avrei voluto vedere in quel pranzo quando quella Sig.ra domandò dove è Teulada? Mi figuro che ti avrai fatto rosso ecco se eri andato a fare il tuo dovere con quella Sig.ra non avresti avuto in quel momento quella mortificazione."

Terminiamo con una lettera scritta dal marito di Mariangela, Carlo (Gentiluomo di Camera di S.M.il Re di Sardegna) a sua madre Donna Caterina Amat dei Marchesi di Villarios.

"Carissima Sig. Madre


Torino li 19 9bre 1851
alle ore 8.. di sera


Secondo la mia promessa profitto di questo momento di tempo che ancora mi rimane, se pure la mia speranza non fallisce, per continuare in qualche modo, no' che ho dovuto tralasci-re questa mattina, quando dovetti andare alla Corte, finendo così quella mia prima lettera quasi all'improviso senza poter continuare, quanto mi avea proposto di fare. Credo di non essermi ingannato, anzi mi lodo d'avere già spedito quella mia perché così sono certo che quella verrà da VS ricevuta mentre se avessi aspettato fino a questo momento sarei nell'incertezza se potessi o non scriverla a tempo, come ora lo sono per la presente. La mia Sig.a Regina, fra passeggiata comissioni ed incombenze e pranzo mi ha trattenuto fino a questo momento tanto più che il pranzo odierno essendo stato di mezza ettichetta per la festa onomastica della Duchessa di Genova che cadeva appunto oggi, che si celebra la festività de S.ta Elisabetta ha durato un poco più dell'ordinario, cosiche in questo momento rientrandoio in Casa non saprei meglio occupare il mio tempo, che dedicandolo a VS. Carissima che sarà compiacente farmi sapere se sarò stato così fortunato di nel riuscire nel mio intento capitandole a tempo debito anche questa mia seconda lettera. Leconfermo pertanto le nostre ottime nuove riguardo alla nostra salute la quale non può essere migliore sebbene il freddo sia tanto molesto, che io non sto bene se non in letto annojato del resto quanto si può credere, Enrichetto e Perico siccome non stanno mai fermi se la passano come possono ma non vi è mezzo la mattina di farli uscire da letto, del resto non soffrono nessun'incomodo per la grazia di Dio, qui è già tutto gelato, e si cammina già sul limpidissimo cristallo che si forma la mattina per la rugiada che cade la notte, veramante in questa stagione, massime quando è così rigida Torino non è paese per noi Cagliaritani avezzi ad un cielo così bello e così puro. Si compiacerà far ricercare dal Sig. Marongiu unu coffinu che ho spedito al suo indirizzo, conyenente 3.. carretelle delle quali la più grande è per la mia cara Marianna, la seconda, che ha una capra con un uomo che la conduce è per Luigi, la terza poi per Peppineddu. Dirà al mio caro e bravo Luigi che per questa volta si contenti di questa, ma che col 1mo corriere le manderò qualche cosa di meglio. Del resto qui non ci sono novità, se ne aspettano dalla Francia e dal Nord delle grandi assai no' che non sembra molto improbabile perché gli estremi già si tocano e quindi questo scontro deve produrre qualche movimento e mutamento, che potrà essere pacifico, potrà essere torbido e tumultuoso. Questo ci riservato il Sig.re che conosce tutte le cose intanto noi confidando in Lui solo di nulla dobbiamo temere. La ringrazio delle buone nuove che si compiace darmi dei fratelli, Giovanni e Peppino e mi consolo che siano allegri e contenti della nuova destinazione l'uno, delle buone sue speranze l'altro. Iddio gli benedica e facia che siano quanto prima averate queste speranze, con contentezza e soddisfazione di tutti ma piuchetutto come il di Lei affettuoso tenero materno cuore sa meglio desiderare. Addio mia Carissima Madre, la prego di tante belle cose a tutti non dimenticandomi con nessuno, e stringendola al mio cuore assieme ai miei Luigi Marianna e Peppineddu, io mi dico con tutto il cuore col massimo ossequioso filiale rispetto tutto
Suo Ubb.mo ed Aff.mo figlio
Carlo

P.S. La Casa Tola e Villahermosa, la San Lorenzo e tutti quanti le presentano i loro rispetti Giovanni domestico la ringrazia si consola saluta e bacia i suoi. Si ricordi della monaca di Cantù perché la Regina mi tormenta, ed è impaziente di saperne."