Notizie sui Manca desunte dalle Regie Provvisioni dell’Archivio di Stato di Cagliari

Anno:

Volume, Carta

Notizie:

3/9/1722

Vol. I, carta 2bis

Il conte di San Giorgio don Francesco Manca viene nominato capitano generale della Fanteria Miliziana.

30/12/1766

Vol. V, carta 56

Incidente tra il cavaliere Tiesi (Giacomo Manca Amat) e il cavaliere Della Turbia.

14/5/1767

Vol. VI, carta 16

Dalle istruzioni al viceré Des Hayes (articoli 27 e seg.): "...Sono le Milizie ripartite in due Corpi, cioé le une a piedi e le altre a cavallo, e divise ne'due Capi di Cagliari e Gallura, e di Sassari e Logudoro.
Ciascun dipartimento delle medesime ha li suoi Ufficiali Generali che li comandano, e sono questi detti capitani generali, commissari, e sergenti maggiori. della Fanteria Miliziana è capitano generale don Giovanni Manca marchese d'Albis, già colonnello delle Torri, il quale ha due sergenti maggiori che da lui dipendono, cioé uno nel Capo di Cagliari, che è il cavaliere don Gavino Pilo, già capitano nel Reggimento di Sardegna, e l'altro nel Capo di Sassari che è il cavaliere don Giacomo Manca di Thiesi, già luogotenente nel Reggimento di Monferrato, per sopravvivenza a don Diego Manca suo zio.
A seguito dell'incidente occorso tra Giacomo Manca ed il cav. Della Turbia, si deve vegliare sulla condotta del Manca.
Della Cavalleria Miliziana è capitano generale don Francesco Vico, già capitano della Guardia degli Alabardieri del viceré, col grado di maggiore nella Fanteria. Da lui dipendono due commissari generali: uno nel Capo di Cagliari, che è don Gavino Pes, già capitano nel Reggimento di Sardegna, e l'altro, nel Capo di Sassari, che è don Giuseppe Manca dell'Arca, decorato del grado e anzianità di maggiore nella Fanteria, già capitano nel Reggimento di Sicilia, caduto in Riforma.

17/6/1780

Vol. X, carta 86

La Fanteria e la Cavalleria Miliziana del Capo di Sassari era al comando del sergente maggiore don Diego Manca e del commissario generale don Giuseppe Manca dell'Arca, che dipendevano dai rispettivi capitani generali residenti a Cagliari.

30/4/1782

Vol. XII, carta 16

Verte una causa tra il duca dell'Asinara don Giacomo Manca di Thiesi ed i suoi nipoti, e don Diego Manca di Sassari, per il possesso dei feudi attualmene in possesso del duca.

13/7/1784

Vol. XIII, carta 24.

Il feudo del ducato dell'Asinara e dell'Isola Piana fu decretato con Diploma del 27/4/1779, dietro il pagamento di 70.000 lire di Piemonte pagabili in sei anni. 50.000 lire furono pagate nell'anno 1777.

1/8/1786

Vol. XV, carta 24

A don Raffaele Manca, marchese d'Albis, viene concessa l'investitura delle ville di Santulussurgiu, Sinnariolo, Padria, Mara, dell'incontrada di Austis, del territorio, ossia del salto di Planu de Murtas, e dei diritti del Venteno d'Alghero, ossia del "cabessaggio".
Il Sovrano chiede d'essere informato sul pagamento del laudemio da parte del marchese d'Albis, relativo all'incontrada di Orosei e Galtellì, e inoltre sulla situazione della vendita del feudo d'Ussana a favore di Giuseppe Montaner e Gabriele Manca, dato che risulta che questo feudo sia stato alienato da don Antioco d'Eril a don Salvatore Aymerich; sembra che nè il Montaner nè l'Aymerich, nè il Manca abbiano pagato i diritti di laudemio.

24/3/1789

Vol. XVII, carta 9

Il cavaliere don Giacomo Manca di Thiesi Amat, era fratello del duca dell'Asinara, e con questi aveva in corso una causa per pensioni alimentarie sospese.

31/12/1790

Vol. XIII, carta 72

Il cavaliere don Giacomo Manca di Thiesi Amat, luogotenente colonnello di Fanteria nelle Regie Truppe e commissario generale della Cavalleria Miliziana del Capo di Cagliari, aveva fatto piantagioni varie e costruito una salina artificiale, per cui aveva meritato un premio. Gli è pertanto concesso di estrarre, senza pagamento di diritti, 4.000 starelli di grano nel 1791, e 3.000 nel 1792, se però le condizioni dell'annona lo permetteranno. Nel caso il Manca non riesca ad esportare la quantità prescritta per quegli anni, si vedrà se sarà il caso di prorogargli l'autorizzazione.

12/3/1799

Vol. XXIV, carta 5

La marchesa di Villarios donna Francesca Amat nata Manca, viene nominata dama di palazzo della regina.

24/5/1799

Vol. XXIV, carta 39

Il cavaliere don Stefano Manca di Thiesi viene decorato col titolo e grado di maggiore delle Armate di Cavalleria.

9/9/1799

Vol. XXIV, carta 113

Il cavaliere Manca di Thiesi viene incaricato di comandare il Corpo dei Dragoni Leggeri di Sardegna, di nuova formazione.

14/10/1799

Vol. XXIV, carta 113v.

Verte una causa tra la marchesa d'Albis vedova donna Maria Francesca Zapata e la marchesa d'Albis donna Maddalena Manca Masones.

24/5/1799

Vol. XXV carta 28v

Il cavaliere don Giacomo Manca di Tiesi, colonnello di Fanteria e commissario generale della Cavalleria Miliziana, viene nominato brigadiere di Cavalleria.

9/9/1799

Vol. XXV, carta 52v

Don Francesco Aymerich di Laconi, luogotenente dei Granatieri nel Reggimento di Sardegna, viene nominato commissario generale della Cavalleria Miliziana del Capo di Cagliari in sopravvivenza all’attuale cavaliere don Giacomo Manca di Tiesi, col grado di capitano delle Truppe di Fanteria. L’Aymerich entrerà in carica solo quando il posto sarà vacante, però supplirà il Manca in caso di suo impedimento od assenza: Egli percepirà l’annua paga di 200 scudi.

12/9/1799

Vol. XXV, carta 53v

Il cavaliere don Stefano Manca di Tiesi, entrato al regio servizio come paggio d’onore del Re, fu promosso, nel 1784 al posto di cornetta effettivo nel Reggimento Dragoni del Chiablese, indi a quello d’aiutante maggiore del medesimo Corpo. Applicato, nel 1794, allo stato generale dell’Armata in qualità di capitano di Cavalleria, nell’attacco del Piccolo San Bernardo fu gravemente ferito. Accompagnò il sovrano nel suo viaggio in Terraferma e nel regno come primo scudiere del marchese di Susa e del conte di Asti fratelli del Re, e il 24 maggio 1799 fu promosso maggiore di Cavalleria e Dragoni: Venne destinato per cornetta nella Compagnia Sarda delle Guardie del Corpo col grado di luogotenente colonnello di Cavalleria e Dragoni delle Regie Armate. Il Re era Carlo Emanuele IV.

22/7/1800

Vol. XXV, carta 79

A don Giovanni Manca Brea viene concesso il titolo di conte di San Placido, dietro offerta, alle Regie Finanze, di 2000 lire di Piemonte.

30/1/1801

Vol. XXVI, carta 36v e 81.

Donna Maddalena Manca, marchesa di Busachi ed il di lei figlio don Giovanni Amat Manca, marchese di San Filippo, non hanno ancora pagato il capitale per l’infeudazione (il laudemio), di 36000 lire sarde. A don Stefano Manca di Tiesi vengono concesse le commende di S. Anna e San Carlo, dell’Ordine dei Santi M.M. e L.L. già possedute dal duca di San Pietro.

6/7/1801

Vol. XXVI, carta 86 e 90v.

Il cavaliere don Andrea Manca di Tiesi viene nominato cornetta di Cavalleria.

5/4/1802

Vol. XXVI, carta 164v.

Il luogotenente colonnello di Cavalleria e cornetta nella Compagnia Sarda delle Guardie del Corpo cavaliere don Stefano Manca di Tiesi, scudiere del Re, dopo aver organizzato il Corpo dei Dragoni Leggeri di Sardegna, viene dispensato da ogni altro servizio nel Corpo dei Dragoni, e a lui viene assegnato un Dragone di Cavalleria ogni volta che dovrà viaggiare.

22/7/1800

Vol. XXVII, carta 3.

Viene concesso, a don Giovanni Manca Brea, il titolo di conte di San Placido.

3/7/1801

Vol. XXVII, carta 8

Il cavaliere don Andrea Manca di Tiesi viene nominato cornetta di Cavalleria.

23/9/1803

Vol. XXVII, carte 52v e 53.

In considerazione dei meriti acquisiti dal cavaliere don Stefano Manca di Tiesi, tenente colonnello di Cavalleria, e cornetta nella Compagnia delle Guardie Reali del Corpo, su proposta del capitano della suddetta Compagnia delle Guardie del Corpo, barone di Sorso, Collare della Annunziata, il cornetta di Cavalleria don Andrea Manca di Tiesi, suo cugino, viene nominato maresciallo di Logis soprannumerario della stessa Compagnia, col grado di capitano di Cavalleria.

4/10/1803

Vol. XXVII, carte 53v e 60

Al cavaliere don Gio Batta Manca, Cornetta nel Corpo dei Dragoni Leggeri, viene conferito il posto di tenente effettivo nel medesimo Corpo. Viene concesso, a don Giovanni Manca Brea, di Sassari, recentemente creato conte di San Placiudo, di poter disporre, in caso di mancata prole, il passaggio del titolo ad uno dei suoi parenti prossimiori “in grado di poterne gioire”.

19/6/1804

Vol. XXVII, carta 81v.

Vittorio Emanuele I approva l’istanza presentata dal tenente colonnello delle Regie Truppe e cornetta nelle Guardie del Corpo, cavaliere don Stefano Manca di Tiesi, intesa ad ottenenere il riconoscimento della cessione, fattagli in donazione, del titolo di marchese di Villahermosa e Santa Croce, con i salti e le peschiere annessi a detto feudo, con strumento “inter vivos” del 20/3 dallo zio duca di San Pietro, giusta la facoltà concessa al primo acquisitore, don Bernardino Genoves duca di San Pietro.

5/11/1804

Vol. XXVII, carte 101v e 102

Viene concesso al cavaliere gran croce duca dell’Asinara, gentiluomo di camera del re, e capitano generale della Fanteria Miliziana, di poter assicurare, sui redditi civili del contado di San Giorgio, da lui posseduto, la somma di 6000 scudi, residuo della dote da lui costituita in favore della nipote donna Anna Maria Manca Amat, destinata in matrimonio al cornetta delle Regie Guardie del Corpo cavaliere don Stefano Manca di Tiesi, col quale rimase d’accordo di sborsargli 4000 scudi allo scadere di tre anni, e i rimanenti 2000 dopo la di lui morte, sotto l’obbligo di ogni suo bene che potesse validamente obbligare. Si autorizza pertanto il duca ad ipotecare, per 6000 scudi, i redditi civili delle ville di Usini e Tissi che compongono la contea di San Giorgio, salvi i diritti del Regio Patrimonio.

18/10/1805

Vol. XXVII, carta 117v.

Il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca viene nominato gentiluomo di bocca del re Vittorio Emanuele I.

11/1/1806

Vol. XXVII, carta 122

Il cavaliere don Stefano Manca viene nominato sottotenente nel Reggimento di Sardegna.

6/9/1806

Vol. XXVIII, carte 103-104.

Stefano Manca di Tiesi, marchese di Villahermosa e Santa Croce, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, cornetta nella Compagnia delle Guardie del Corpo col grado di colonnello delle Armate, viene nominato luogotenente colonnello delle Armate, col titolo e grado di colonnello.

1/11/1806

Vol. XXVIII, carte 124 e 124v

La marchesa di Villarios donna Francesca Manca viene nominata dama di palazzo della duchessa del Genevese. La marchesa di Villahermosa e Santa Croce donna Anna Maria Manca Amat, viene nominata Dama di Palazzo della futura duchessa del Genevese cognata del re.

21/2/1807

Vol. XXIX, carte 70v, 71 e 72.

Il cavaliere don Gio Battista Manca, di Sassari, luogotenente nel Corpo dei Dragoni Leggeri, viene nominato Secondo Scudiere, e Gentiluomo di Bocca della regina. Il sottotenente dei Granatieri nel Reggimento di Sardegna Didaco Manca, viene nominato luogotenente al posto resosi vacante per le dimissioni di don Gaspare Ledà di Ittiri. Don Stefano Manca marchese di Villahermosa, viene autorizzato ad accompagnare il duca del Genevese nel suo viaggio in Sicilia.

23/7/1807

Vol. XXIX, carte 80-82v

Il re Vittorio Emanuele I avoca a se la cognizione di varie cause e le commette alla Reale Udienza. Fra queste quella fra il cavaliere dell’Asinara don Alberto Manca ed il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca.

8/7/1807

Vol. XXX, carta 36v.

Don Alberto Manca dei duchi dell’Asinara viene nominato amministratore economico della casa della marchesa donna Maddalena Manca d’Albis sua suocera, compreso l’esercizio della giurisdizione baronale in vece della marchesa.

27/10/1807

Vol. XXX, carta 106v

Stefano Manca di Villahermosa, tenente delle Guardie del Corpo del re Vittorio Emanuele I, viene nominato Gran Mastro delle Cerimonie e dispensato dal servizio nella Guardia del Corpo. Stefano Manca godeva, dopo la sua ferita in guerra, di una pensione sulla Commenda di Pinerolo, per cui dopo l’abbandono del Piemonte da parte dei Savoia, essendo questa non più percepibile, gli si promette di assegnargliene una nel Regno di Sardegna (31/10/1807 –carta 114).

16/11/1807

Vol. XXX, carta 120

Verte una causa tra don Alberto Manca dell’Asinara e suo nipote il duca.

29/7/1808

Vol. XXXI, carta 154v

Il cavaliere don Andrea Manca di Thiesi, conte di San Placido, maresciallo di logis delle Guardie del Corpo, con il grado di capitano di Cavalleria, viene gratificato con l’assegnazione annua provvisoria di 1500 lire di Piemonte.

6/9/1808

Vol. XXXII, carta 56-69v

Documenti relativi alla transazione per il passaggio del marchesato d’Albis dalla casa Manca a don Giovanni Amat marchese di San Filippo, figlio primogenito di Maddalena Manca, sorella dell’ultimo marchese d’Albis don Raffaele, morto bambino, entrambi figli di don Giovanni Manca marchese d’Albis. La transazione riguarda la baronia di Orosei, Galtellì, ed altri feudi (Ussana, il salto di Planu de Murtas, il venteno delle ortaglie, grano, e legumi di Alghero, e macelleria della stessa città o diritto di Cabessaggio). Era procuratore di don Giovanni Amat Manca, primogenito di donna Maddalena Manca, l’altro figlio di questa e fratello di don Giovanni, don Francesco Maria Amat Manca. La transazione contempla il pagamento di 240.000 lire di Piemonte, corrispondenti a 140.000 lire in moneta sarda, “fra quindici anni prossimi al rogito”. Donna Maddalena aveva da pagare ancora 36.000 lire di arretrati, al fine di evitare il sequestro. Le baronie di Orosei e di Dorgali comprendevano le ville di Orosei, Lula, Onifai, Irgoli, Loculi, Dorgali, e Galtellì, il frutto dei salti demaniali delle medesime baronie, le rendite della baronia d’Austis, e quelle della baronia di Bombey (il 29 giugno 1790 era scaduto il termine per il pagamento di 150.000 lire alla Regia Cassa, come corrispettivo per i suddetti feudi). L’impegno preso da don Giovanni Amat di San Filippo Manca, e dalla di lui madre, comprende la restituzione alla Regia Cassa, delle baronie di Orosei, e Galtellì, composte dai suddetti villaggi di Orosei, Lula, Onifai, Irgoli, Loculi, Dorgali, e Galtellì, con i salti demaniali in essi esistenti, dogana baronale, e peschiere connesse. Viene restituito anche il salto di Pranu ’e Murtas con tutte le pertinenze. La Regia Cassa lascia alla marchesa i redditi delle baronie di Austis e Bombei, con i villaggi di Mara e Padria, e Austis, Teti e Tiana, già a suo tempo cedute dalla marchesa al Fisco. Il salto di Pranu ‘e Murtas era accensato alla baronia di Bombei. Il vincolo di fedecommesso e primogenitura di questo salto viene passato alla baronia di Ussana. Gli Amat di Sorso, il defunto cavaliere Luigi e suo fratello Carlo, godevano di un censo di 337 lire e 10 soldi sui proventi delle baronie di Orosei e Galtellì.

1/10/1808

Vol. XXXII, carte 99v - 100v

A seguito della transazione tra il fisco e la marchesa d’Albis donna Maddalena Manca e suo figlio primogenito don Giovanni Amat marchese di San Filippo, il fisco riacquista i feudi costituiti dal salto di Pranu ‘e Murtas, dalle baronie di Orosei e Galtellì, in cambio del debito di 150.000 lire sarde che la marchesa aveva col fisco. In considerazione delle benemerenze della famiglia, viene concesso alla marchesa donna Maddalena Manca ed ai suoi eredi, di aggiungere al titolo per gli altri feudi che le rimangono, il titolo marchionale d’Albis che pur fu eretto sui territori della baronia di Orosei, anche se ormai questo titolo è disgiunto dai trritori e sussiste solo come nome.

4/12/1808

Vol. XXXIII, carta 31

Il cavaliere don Emanuele Manca di Tiesi, capitano in seconda nel Corpo dei Dragoni Leggeri di Sardegna, viene nominato capitano di Squadrone nel Reggimento dei Cavalleggeri di Sardegna.

3/12/1808

Vol. XXXIII, carta 33v e 34

Don Giambattista Manca, Secondo Scudiere della regina, già luogotenente nel Corpo dei Dragoni Leggeri di Sardegna, viene nominato luogotenente nel Reggimento dei Cavalleggeri di Sardegna

8/12/1808

Vol. XXXIII, carta 48

Con la cessione, fatta al demanio, del territorio denominato “Planu ’e Murtas dalla fu marchesa d’Albis, donna Maddalena Manca e dai suoi eredi, l’attuale marchese di San Filippo che aveva giurisdizione, nella sua qualità di barone di Bombey, su detto territorio, cessa da tale diritto, pertanto il suo delegato di giustizia in detta baronia, don Alessio Flores, non ha più titolo. Egli viene però interinalmente incaricato di continuare ad esercire tale ufficio.

17/2/1809

Vol. XXXIII, carta 90v

Il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca, luogotenente aggregato nel Reggimento dei Cavalleggeri di Sardegna, gentiluomo di bocca del re, viene promosso secondo scudiere.

24/5/1809

Vol. XXXIII, carta 164v

Don Giovanni Battista Manca, Scudiere della regina, luogotenente nei Cavalleggeri di Sardegna, viene nominato capitano nelle Truppe di Cavalleria.

7/8/1809

Vol. XXXIII, carta 201v e 202

Alcune pendenze relative ad un contenzioso fra gli eredi Amat Manca: Francesco Maria, Vincenzo, e Anna Amat di San Filippo, e il loro fratello primogenito don Giovanni, marchese di San Filippo, relativo all’eredità della loro madre donna Maddalena Manca, vengono delegate ad una commissione giuridica composta dal reggente della Real Cancelleria e giudice della Reale Udienza don Giuseppe Gaffodio e don Costantino Musio. Anna Amat era coniugata con don Alberto Manca dell’Asinara.

17/3/1810

Vol. XXXIV, carta 153

Poiché verteva un contenzioso tra il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca ed il congiunto don Alberto Manca dell’Asinara, nanti la Reale Udienza, vengono nominati, come giudici della Sala di Supplicazione, il giudice decano della Sala Criminale don Gavino Nieddu ed il cavaliere don Carlo Paglietti.

30/3/1810

Vol. XXXV carte 5 - 6

Verte una contestazione tra don Alberto Manca, don Vincenzo duca dell’Asinara e donna Anna Maria Manca Amat marchesa di Villahermosa e l’eredità del marchese di San Saverio per l’eredità del fu conte Brunengo di Monteleone.

12/8/1810

Vol. XXXV, carte 130-133

Il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca Amat aveva in corso una vertenza giudiziaria, insieme con gli eredi della duchessa donna Giovanna Amat Brunengo, contro gli eredi del defunto marchese di San Saverio don Efisio Luigi Carcassona, sulla divisione dell’eredità del fu conte di Monteleone don Francesco Brunengo. Esisteva un vincolo di fedecommesso di primogenitura istituito dal fu don Domenico Brunengo aggiudicato al duca don Vincenzo Manca. La vedova del marchese di San Saverio era donna Luigia Pilo, la nuova marchesa di San Saverio era De Quesada.

25/9/1810

Vol. XXXV carte 182 - 183

Nella causa vertente tra il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca e lo zio don Alberto Manca dell’Asinara, il Sovrano nomina alcuni giudici aggiunti nelle persone dei giudici della Reale Udienza. Lomellini, Pes, Musio, Podda, Mearza e Carta Bassu.

8/2/1811

Vol. XXXV, carte 276v - 279

Verte una causa relativa ad un fedecommesso tra il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca Amat e suo zio don Alberto Manca. Questa causa aveva già avuto due sentenze, una il 29/7/1809 e l’altra il 17/4/1810. L’argomento del contendere era il fedecommesso denominato “Esgreciu”, comprendente una casa ed una vigna nelle vicinanze di Sassari. Istituì il fedecommesso don Felice Esgrecciu, suo figlio Gio Antonio lo menziona nel suo testamento, segnalando che per mancanza di sua prole esso passerà alla sorella maggiore donna Eleonora Esgrecciu. Questa donna Eleonora e la sorella minore donna Giuseppa, postuma al padre vincolante, nell’inventario dei suoi beni menzionò quelli vincolati da fedecommesso. uesti beni passarono da donna Eleonora alla figlia donna Maria Angela Fundoni marchesa di Montenegro. Alla morte di costei, senza prole, passarono alla già citata donna Giuseppa Esgrecciu barona di Ossi, bisava della ora defunta donna Giovanna Amat Brunengo, duchessa dell’Asinara, dalla quale passarono ancora al presente duca don Vincenzo Manca Amat per effetto del fedecommesso. Però donna Giovanna Amat Brunengo istituì erede universale il fu barone di Sorso don Pietro Amat Vico, suo genero, lasciando la semplice legittima a sua pronipote ex filia Giovanna Amat Brunengo, già duchessa dell’Asinara. Questa legittima non comprende i beni in questione vincolati dal fedecommesso. Preso possesso dell’eredità della suocera donna Giuseppa, il barone di Sorso don Pietro Amat Vico, si creò la contesa con la già citata duchessa dell’Asinara, per quei beni che, in mancanza del fedecommesso, sarebbero stati compresi nell’ambito dell’eredità universale. La duchessa dell’Asinara possedette i beni vincolati dal fedecommesso, finché visse, e come tali li citò come “fedecommesso Esgrecciu” nell’elenco dei beni della sua famiglia. Detti beni erano passati alla famiglia Esgrecciu di cui Giuseppe era stato istitutore del fedecommesso dalla famiglia Della Bronda. Il Sovrano, accogliendo la richiesta del duca dell’Asinara, commette la revisione dei giudicati al Supremo reale Consiglio, a cui vanno aggiunti il giudice cavalier don Carlo Paglietti della Reale Udienza ed il giudice del Tribunale del Consolato don Giovanni (Maria) Mameli.

17/4/1811

Vol. XXXV, carte 325 e 325v

Al cavaliere Gran Croce don Stefano Manca marchese di Villahermosa vengono venduti due censi dell’Azienda ex Gesuitica, uno di 250 lire, e l’altro di1210, col quale si paga la pensione dalla duchessa dell’Asinara. l’intera cifra è a parziale estinzione del credito di 2351 lire sarde, 5 soldi e 7 denari che il marchese vantava nei riguardi delle Regie Finanze.

4/1/1812

Vol. XXXVI, carte 53 e 53v

Il cavaliere don Alberto Manca dell’Asinara, il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca e la marchesa di Villahermosa col consenso del marito marchese di Villahermosa e Santa Croce, presentano al Sovrano una supplica concernente la vertenza tra loro, come eredi della duchessa dell’Asinara, e la famiglia di San Saverio per l’eredità del defunto conte di Monteleone. Il Sovreano commette l’istruzione e la risoluzione della vertenza ai giudici della Reale Udienza don Giuseppe Gaffodio, cavalier don Giuseppe Lomellini, cavalier don Carlo Paglietti, don Efisio Bassu e all’Avvocato Fiscale Regio don Raimondo Garau.

10/10/1812

Vol. XXXVI, carta 152 e 152v

Esiste una vertenza tra gli eredi della defunta duchessa dell’Asinara ed il marchese di San Tommaso circa l’eredità del fu conte di Monteleone don Francesco Brunengo, contestata tra il duca dell’Asinara don Vincenzo Manca ed i creditori del fu marchese di San Saverio don Efisio Luigi Carcassona.

7/11/1812

Vol. XXXVI, carte 162v e 163

Il Sovrano approva il piano di riforma militare elaborato da don Stefano Manca marchese di Villahermosa e ne decreta l’esecuzione chiedendo al marchese una dettagliata relazione.

14/3/1813

Vol. XXXVII, carta 55v e 56

Il cavaliere don Alberto Manca dell’Asinara, abitante a Roma, ha un debito di 2.000 scudi, e pertanto chiede di poterli fare gravare sui redditi del marchesato di San Saverio che fanno parte dell’eredità libera del defunto marchese di San Saverio don Efisio Luigi Carcassona, e di quella del defunto conte di Monteleone don Francesco Brunengo. Il Manca deve i 2.000 scudi alla marchesa vedova di San Saverio donna Luigia Pilo, con la quale ha una causa pendente.

2/4/1813

Vol. XXXVII, carta 55v e 56

La marchesa di San Tommaso donna Giovanna Nin Carcassona rivendica, nella eredità del suo defunto genitore marchese di San Saverio, la cifra di 20.000 scudi che costituiva la sua dote giusta i capitoli matrimoniali stipulati nell’Aprile 1795. Donna Giovanna ha dovuto dare alla sorella primogenita 2.750 scudi. Donna Giovanna chiede al Sovrano un provvedimento analogo a quello concesso al cavaliere dell’Asinara don Alberto Manca che pure vantava un credito più recente nei riguardi della propria madre marchesa vedova, la quale, a sua volta, è più debitrice che creditrice del defunto marchese di San Saverio. La marchesa pertanto chiede che le vengano assegnati 5.000 scudi, dietro garanzia da parte di suo marito, per un valore doppio.

14/2/1814

Vol. XXXVII, carte 185 e 186

Il cavaliere don Alberto, don Vincenzo duca dell’Asinara, donna Anna Maria Manca, nata Amat, marchesa di Villahermosa, sollecitano la risoluzione della vertenza relativa ai beni lasciati dal defunto marchese di San Saverio, don Efisio Luigi Carcassona, tra loro e la Casa di San Saverio ed il curatore di detti beni.

2/5/1814

Vol. XXXVIII, carta 12v

Don Stefano Manca marchese di Villahermosa, che aveva rassegnato le dimissioni perché non poteva trasferirsi col re a Torino, viene nominato capitano delle Guardie.

22/11/1814

Vol. XXXVIII, carte 130 e 131

Verte una causa tra il marchese di Neoneli don Pietro Ripoll ed il marchese di Villahermosa.

13/8/1815

Vol. XXXVIII, carta 381

La regina autorizza il Tribunale del Regio Patrimonio a proseguire la causa tra il marchese di Villahermosa ed i possessori di terreni situati in quel marchesato.

13/8/1815

Vol. XXXVIII, carta 381

In considerazione dei servigi resi dal fu don Battista Manca nel Reggimento dei Cavalleggeri e come Secondo Scudiere, viene concessa, alla vedova donna Angela Manca, una delle doti di 60 scudi stabilite dal re nel 1793, per aiutarla nelle spese per la figliolanza. I 60 scudi le verranno erogati “a quartieri maturati, sua vita natural durante”.