Albero genealogico della famiglia Brunengo
di Enrico Tola Grixoni
I Brunengo si dicono di presunta origine ligure e di sicura
razza mercantile; il capostipite noto della famiglia, però, cioè
Aurelio, pure mercante, è sempre detto cagliaritano.
Questo Aurelio doveva essere ricco e assai ben introdotto negli ambienti cagliaritani
di conto visto che già i suoi figli ebbero modo di compiere importanti
e completi studi e di fare una buona carriera: il primogenito, illuminato e
pio sacerdote, nel 1667 venne elevato alla dignità di Vescovo di Ampurias
e di Ales (le due diocesi per un certo periodo furono riunite sotto un unico
presule); il secondogenito, forse anche in virtù del suo matrimonio con
una Rocamarti algherese, figlia del Conte di Monteleone, in data non conosciuta
ottenne i Privilegi di Cavalierato e Nobiltà; il terzogenito fu Giudice
della Reale Udienza, sposò una nobile Barbaran Ledà, ma non ebbe
successione; l'unica femmina si sposò tre volte e sempre bene. Il sistema
dei buoni matrimoni con aumento del patrimonio familiare fu proseguito dai nipoti,
bisnipoti e trisnipoti (ultimi della stirpe) del capostipite.
Con Don Domenico Brunengo Bonfant, Cavaliere di Calatrava nel 1704 e 1°
Conte di Monteleone per investitura del 1712, il ramo primogenito della famiglia
si sposta a Sassari dove già vivevano i fratellastri Brunengo Sampero
e dove aveva vissuto gli ultimi suoi anni il padre Don Francesco.
Si ignora dove siano nati i due figli di Don Francesco natigli certamente entrambi
da Donna Margherita Pilo Boyl Cervellon, seconda o unica moglie non importa
(Donna Maria Francesca non può essere nata da delle prime nozze di suo
padre e cioè nel 1695 o poco dopo perché avrebbe troppi anni per
aver figli dal secondo matrimonio avvenuto nel 1737), ma è certo che
vissero gran parte della loro esistenza o a Sassari o nel territorio sassarese.
Don Francesco Brunengo Pilo Boyl, ultimo Conte di Monteleone, fu un personaggio
di grande prestigio e di elevatissimo censo. Generale dei Regi Eserciti, fu
Cavaliere di Giustizia dei SS. Maurizio e Lazzaro, decorato della Gran Croce
con Placca e Fascia. Grande benefattore di Chiese, Conventi ed altre pie istituzioni,
eresse due altari nella Chiesa di San Giacomo a Sassari che fregiò della
sua arma e della Croce Mauriziana e fece sì che la Chiesa divenisse anche
Cappella per l'Ordine Mauriziano (semplicemente per i raduni e le cerimonie
dei Cavalieri sassaresi). Alla Chiesa di San Giacomo donò delle pregevoli
argenterie ed anche alla Parrocchia di San Sisto fece larghe donazioni e pose
il suo stemma per la sua sepoltura.
La sua seconda moglie fu la principale erede dei beni Brunengo ed una parte
di essi furono utilizzati dalla vedova per acquistare il pingue feudo marchionale
di Busachi. Nel testamento del Conte di Monteleone vi è una clausola
interessante relativa ad un affettuosissimo legato (magari avrà fatto
chiacchierare!) che egli lascia a favore della moglie di suo cugino primo Don
Francesco Brunengo Megga. In realtà è un "legato di ritorno"
perché fatto alla moglie quale erede del marito e comunque nel caso di
premorienza del detto cugino. Vale a dire: il legato è a favore del cugino
Francesco che vive a Cuba per motivi di servizio; nel caso di sua morte lo stesso
legato deve riservarsi a favore di Donna Maria Basilia Eligio de la Puerta y
Fuero, moglie di Francesco, che all'epoca del testamento è già
trasferito a Sassari, affinché tale donna possa vivere nel prestigio
e decoro in cui è nata ed è stata abituata. Il tutto è
detto con parole molto affettuose e di grande considerazione per i due coniugi
cugini.
Di fatto, Donna Maria Basilia morirà tre anni prima del marito che, terminato
il servizio, si era stabilito a Sassari.
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