Albero genealogico della famiglia Cariga

 

La famiglia Cariga, da vari secoli estinta, fu tra le più antiche ed illustri di Sardegna e più precisamente di Sassari, città di cui era originaria.
Stipite della famiglia è considerato Pietro I, perché non è dato sapere se il più vecchio Nicolò Cariga, illustre sassarese, sia stato di lui padre o avo o comunque parente, stante che di Nicolò non si conosce la discendenza.
La presenza di Nicolò (il cui nome non si ripete nella famiglia) serve, però, a dimostrare come i Cariga, già dal XIV secolo, fossero in posizione primaria tra le famiglie dell’oligarchia sassarese.
Il matrimonio di Don Pietro II – cui venne riconosciuta la Nobiltà Sarda nel 1536 – con Donna Erilla Manca Zatrillas portò la famiglia, sia pure per un periodo non lungo, nel novero delle feudali dell’Isola. Certo è, però, che non i modesti villaggi che poi formarono il Marchesato di Montemaggiore ma, piuttosto, le prestigiose cariche di cui furono insigniti contribuiranno a rendere illustri i diversi personaggi della famiglia anche nella linea cadetta che proseguirà a Sassari sino a circa il 1720 allorché, morto il Mastro di Campo Don Carlo, senza successione, si estinguerà la casata le cui memorie, ed in parte anche i beni, verranno continuate nei Ravaneda Marchesi di Montemaggiore.
Era tanta la considerazione di cui godeva a corte la famiglia che il sacerdote Don Antonio Cariga Manca, piuttosto scapestrato, padre di un figlio naturale illegittimo e non legittimabile perché “hijo de clerigo” ottenne comunque un Regio Rescritto di legittimazione e di riconoscimento dei titoli nobiliari nel 1595 a favore di questo giovane, chiamato Pietro, che gli tolse il marchio di bastardia. E’ possibile, in assenza di altra e più accettabile ipotesi, che il legittimato Don Pietro Cariga sia lo stipite di alcuni nobili di questo nome che fiorirono ad Alghero ai primi del XVII secolo, ricoprirono alcune cariche pubbliche e si estinsero durante lo stesso secolo.
Di costoro, non avendo certezza dello stipite ed avendoli ritrovati in maniera casuale e sparpagliata, non si è ritenuto di impiantare una genealogia che non avrebbe avuto alcuna base sicura.
La casa Ravaneda divenne feudataria della Signoria di Thiesi, Queremule e Bessude (tramutata più tardi in Marchesato di Montemaggiore) in virtù del testamento stilato nel 1602 da Don Antonio Cariga Ravaneda che lasciò tutti i beni feudali alla sorella Elena maritata al cugino Don Pietro Ravaneda Cariga, il cui figlio, Mastro Razionale del Regno di Sardegna, sarò quegli che otterrà il titolo marchionale.
Con il medesimo testamento Don Antonio lasciò, invece, tutti i possedimenti allodiali, cioè liberi e privati, alla sorella Giovanna maritata al Governatore di Sassari e Logudoro Don Enrico de Sena, Signore di Olmedo.

 

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