Albero genealogico della famiglia Cervellon

Note sui personaggi:

Guillem Ramon: Costituisce forse il più antico e certo stipite dei Cervellon che poi si stabilirono in Sardegna: partiamo perciò da questo personaggio. Di lui si ricorda un atto tipico, assai noto tra gli studiosi, cioè la concessione di franchigie fatta il 7/5/1267 agli abitanti del Castello di Cervellò.
Guillem Ramon aveva sposato Elissenda, figlia di Ximen Cornel e di Violante Palas.

Guillem Cervellon Cornel: Venne in Sardegna con la spedizione dell’Infante Alfonso nel 1323, e qui morì in battaglia. Aveva sposato Sibilla, figlia di Ramon Folch V di Cardona, detto “el Prohom” e della sua terza moglie Flor de Pontiac.

Ughetto: Anche lui morì in Sardegna d Aidu de Turdu, nel 1347. Aveva sposato Eleonora, figlia di Ramon Amat di Cardona, del ramo dei Signori di Torà, Ammiraglio del Papa, e di Beatrice d’Aragona. Come è noto, questo ramo dei Cardona aveva ripreso l’antico nome della famiglia, cioè Amat (quali discendenti di Bernardo Amat di Claramunt e di sua moglie Almodis di Barcellona); mentre il ramo principale portava solo il nome del celebre feudo e castello, appunto Cardona.

Garau Alemany Cervellon Amat (in Catalogna molto spesso i Cervellò continuavano a chiamarsi con l’antico nome, o meglio appellativo, cioè Alemany).
Celebre personaggio che, al culmine della sua lunga carriera di fedele servizio alla dinastia di Aragona si trovò, nel momento cruciale della crisi dinastica del 1410, ad essere il Governatore Generale di Catalogna. Egli aveva sposato Aldonsa di Cardona, figlia di Ugo Folch II e della sua terza moglie, Isabella di Urgell: era quindi strettamente legato al più legittimo dei pretendenti al trono, il Conte di Urgell.

Martin Juan – Arnau Guillem: Tra i due figli il padre preferì quello di secondo letto, che nominò erede universale nel testamento del 22.12.1432.
Martin Juan sposò – come risulta dai Capitoli Matrimoniali 9/6/1417 – una sorella di Artal di Alagon y de Luna, padre dell’ultimo Marchese di Oristano Leonardo Alagon; una pronipote di Martin Juan, Catalina, sposò nel 1516 un nipote di Arnau Guillem, Juan de Cervellon y Castro, e così i due rami si riunirono, continuando l’unica linea dei Baroni de la Laguna, e Baroni di Propesa, tutt’ora esistenti.

Geronimo Urbano: Sposò Beneta di Alagon y Besora, figlia di Salvador di Alagon e di Isobel de Besora e Civiller – come risulta dai Cap. Matr. 13 gennaio 1481, Barcelona. In tale atto Arnau Guillem, Barone de la Laguna, per sé e per la moglie Elièta de Pinòs, assieme al loro primogenito Berenguer Arnau, costituiscono un censo del capitale di 3.000 fiorini, e pensione annua di 110 libre barcellonesi, a favore del figlio, e fratello, Geronimo Urbano, in ragione del suo matrimonio con d. Veneta, figlia di Don Salvador de Alagon.
In altro atto don Jayme di Alagon, Conte di Villasor, in data 12.7.1490, Notaio Nicolao Boy, vende alla sorella Beneta, ed al cognato Geronimo i salti di Espinarba, Pardu Gentili e Pardu Nou, nonché varie peschiere, tutti beni provenienti dalla ava Quirica de Jana.

Filippo Cervellon de Ferrera: Il matrimonio di Filippo con Isobel Gessa y Alagon risulta dai Capitoli Matrimoniali stipulati il 21.8.1545; Don Filippo sposò inoltre in seconde nozze d. Francisca de Sena y Arbosich, figlia del Governatore di Sassari e Logudoro d. Diego de Sena, e di d. Filippa Caterina Arbosich y Zatrilla. Filippo morì all’inizio del 1566, come risulta dall’inventario dei beni relitti steso dal Notaio Pedro Sabater il 7 febbraio 1566.

Maria Cervellon Pilo: Sposata il 15.10.1628 al Conte di Villamar don Ignazio Aymerich Cani, fu la madre di Silvestro, famoso per i tragici fatti del 1668 – assassini del Marchese di Laconi d. Agostino di Castelvì e del Viceré di Sardegna Marchese di Camarassa, don Emanuel de los Cobos -; da d. Maria Cervellon Pilo discendono gli attuali Aymerich, Marchesi di Laconi.

Bernardino, Margarita e Jayme Cervellon Torresani: Furono cresimati dall’Arcivescovo di Cagliari in Cattedrale il 15.6.1582.

Geronimo Cervellon de Sena: 5° Conte di Sedilo, servì il Re con un suo reggimento, in Lombardia; fu Governatore della Piazza di Novara, poi Maestro di Campo del Duca di Lerma, in Fiandra, infine Maggiordomo del Cardinale Infante. Si era sposato nel 1605 e morì in Fiandra pare nel 1622: di tale data infatti è l’ultimo suo testamento. Fu prima Cavaliere di Alcantara, poi anche Cavaliere di Santiago (Exp. 9.8.1621).

Bernardino Mattia Cervellon de Sena: Fu figura di primo piano in Sardegna: Governatore dei Capi di Cagliari e di Gallura, assunse in più riprese la massima carica in assenza di Viceré. In particolare dovette ricoprire la Presidenza interinale del Regno subito dopo l’assassinio del Viceré Camarassa – 21.7.1668- e nonostante le successive critiche rivoltegli, in particolare dal Manno, ma un secolo e mezzo dopo i fatti, occorre riconoscere che in quel difficile momento riuscì a compiere bene il suo dovere, evitando tumulti e sollevazioni di popolo.
Ma la Regina Reggente, e poi il Re Carlo, non vollero dargliene alcun riconoscimento, fors’anche per le biliose relazioni del nuovo Viceré, il Duca di San Germano. Bernardino Mattia fu cavaliere di Calatrava.

Gavino Ignazio Cervellon Ferrera: Fu Cavaliere di Santiago (Exp. 1.6.1638).

Michele Cervellon Castelvì: Fu creato da Filippo V nel 1704 Marchese delle Conquiste: già il titolo era stato concesso nel 1696 da Re Carlo II, ma non era stato emanato il Dispaccio, per la morte dello stesso Re. Don Michele Cervellon era Signore della Baronia della Crucca, presso Sassari, e di altri feudi. Era inoltre Cavaliere di Calatrava. Fu Procuratore Generale del Regno di Sardegna ed Amministratore della Contea di Goceano.

Filippa Cervellon Castelvì: Figlia del più illustre sardo, forse, dei suoi tempi, Bernardino Mattia di Cervellon, e di donna Vincenza Castelvì, di illustre famiglia, sposò un …. Illegittimo, Antonio Francesco Genovès, ricchissimo figlio di un mercante ligure, che aveva acquistato delle tonnare, per cui veniva chiamato “il Barone di Porto Scuso”.
Antonio Francesco ebbe, già nel 1699, il titolo di Marchese della Guardia. Il figlio dei due, Bernardino Genovès Cervellon, ereditò dal padre e dal nonno, oltre la ricchezza, le grandi qualità di “social climber”: tanto è vero che a soli 27 anni ottiene dall’Imperatore Carlo, già Arciduca d’Austria e pretendente di Spagna, il Titolo di Conte del Sacro Romano Impero (1720); quindi, dai Savoia, quello di Visconte di San Pietro, per il figlio, nel 1737; di Duca di San Pietro nel 1738 e di Marchese di Isola Maggiore nel 1745.
Nel 1738, nel rango di Duca di San Pietro, era diventato praticamente il più importante Nobile dell’isola, dato che il Duca di Mandas, che avrebbe avuto su di lui la precedenza, risiedeva in Spagna.

Isabella Cervellon Zatrilla: Lottò contro il Fisco per difendersi dalla minacciata devoluzione alla Corona del Feudo di Sedilo, per mancanza di eredi maschi: ma non riuscì ad impedirla. Tentò pure – senza alcun risultato – di rivendicare il Marchesato di Sietefuentes, confiscato all’ultima Marchesa, Francesca Zatrilla, rea di lesa maestà, in quanto questa era sorella del nonno materno di Isabella, don Geronimo Zatrilla Castelvì. Né, a dire il vero, si è mai ben chiarito perché Marchesa di Sietefuentes fosse Francesca Zatrilla, e non il suo fratello maggiore…
Isabella fu una appassionata studiosa della storia di famiglia: fece compilare, sulla base di antiche cronache catalane e documenti dell’archivio di famiglia, un lunghissimo albero genealogico Cervellon, con addentellati alle famiglie Zatrilla, de Sena, Castelvì, etc. Questo manoscritto (che si trova nell’Archivio privato Amat di San Filippo), composto oltre trecento anni fa, non è molto esatto per i tempi anteriori al 1500, mentre è preciso per gli antenati prossimi di Isabella.

Vincenza Cervellon Pilo, Marchesa di Conquistas: Questo titolo, che era stato concesso a Michele Cervellon per i meriti di una lunga onorata carriera di alto burocrate, alla morte di Vincenza (1763) fu rivendicato dal Fisco: nel frattempo i beni feudali e privati, erano passati in casa Albis, e quindi al Marchese di San Filippo e d’Albis Don Vincenzo Amat Amat. Questi fece una transazione col Fisco nel 1826 per la quale il Demanio Regio incamerava la grande proprietà della Crucca, presso Sassari: don Vincenzo Amat otteneva, oltre alla conferma del titolo di Marchese di Conquistas, alcune peschiere e l’isolotto di San Simone nello stagno di Santa Gilla.


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