Albero genealogico della famiglia Marcello (Suelli)

Famiglia originaria di Fonni, chiamata indifferentemente con i cognomi Marcello Tronci o Tronci Marcello, le cui notizie risalgono al sec. XVII. Il 20.1.1698, in Fonni, il cavaliere Sebastiano Carta Pirisi dello stesso villaggio rilasciava procura al cugino primo (cusy jermà) Pietro Giovanni Carta Marçello, dott. in ambe leggi, per poter votare in suo nome e conto alle Cortes generali convocate dal Viceré Conte di Montellano nella città di Cagliari, alle quali non poteva recarsi di persona per i suoi impegni. È presente all'atto in qualità di testimone Juan Angel Marçello Troncy escrivente della stessa villa [A.S.CA., atti dei parlamenti, vol.184, c. 394/396]. Il figlio di Juan Angel, Giuseppe, nato a Fonni intorno al 1690, si trasferì a Suelli per esercitare la professione notarile, dove, nel 1714 vi prese in moglie Caterina Serra y Caboi, di famiglia benestante. Il primo agosto 1746 ottenne il Cavalierato ereditario (v. nota 1) e la concessione delle armi gentilizie, che rappresentano: "D'azzurro alla fascia e bordatura d'oro con un leone dello stesso, movente da un colle erboso al naturale, attraversante". Progressivamente abbandonò il cognome Marcello in favore del solo Tronci, col quale nei documenti parrocchiali sono chiamati tutti i suoi figli e i nipoti. In una testimonianza giurata insieme alla moglie, del 14 novembre 1744, dichiara di chiamarsi Giuseppe Marcello Tronci, notaio pubblico nativo della villa di Fonni e domiciliato in Suelli, di circa 54 anni; la moglie dichiara invece di chiamarsi Caterina Serra, moglie del suddetto Giuseppe Tronci, nativa di Suelli, di circa 47 anni. La firma apposta è "Joseph Marcello Troncy" [ASDCA, L.Q.L. Suelli vol. 4, c. 95]. Nel suo atto di morte, 1.8.1753, è chiamato invece Giuseppe Tronci cavaliere della villa di Suelli. Fece testamento il 29 luglio precedente col suo confessore il ven. Gioachino Dessy Bangiargia, che lo consegnò al notaio Giuseppe Corona dello stesso villaggio. Legò a suffragio della propria anima la somma di 20 scudi, compreso il funerale, onorario dei sagrestani e offerta alla confraternita e sepoltura dentro la cattedrale di Suelli, dove fu sepolto dentro la cappella di Sant'Antioco. Il figlio Vincenzo, chiamato sempre col solo cognome Tronci, nell'atto di morte (4.10.1750) vien detto figlio di Giuseppe Marcello Tronci, che provvide ai suoi funerali offrendo 20 scudi, di cui 5 per la sepoltura nella cappella del Santo Cristo, dove venivano sepolti tutti i membri della famiglia, e 15 scudi per la pompa funebre. L'altra figlia Maria Giuseppa sposò il Cav. (di spada) Giuseppe Marrocu Gessa ed ebbe discendenza che si estinse a Suelli verso la metà dell'800. Vincenzo morì giovane ad appena trentaquattro anni, lasciando un figlio di poco più di un anno, Martino e la moglie Maria Antonia Siddi Cao incinta di una figlia postuma che verrà chiamata Maria Vincenza in ricordo del padre, ma vivrà solo due anni. Qualche anno dopo, nel 1757, Maria Antonia Siddi si risposò con Don Michele Diana, anch'egli vedovo, originario di Collinas ma residente ad Assemini, villaggio della prima moglie Donna Maria Francesca Orrù Serra. Alcuni figli avuti da questo secondo matrimonio diedero vita a un ramo della nobile famiglia Diana residente a Suelli fino ai primi decenni del sec. XIX. Martino Tronci-Marcello, l'unico figlio maschio del Cav. Vincenzo, si trasferì a Siliqua, dove due delle sorellastre nate dal secondo matrimonio della madre avevano sposato due nobili Cardia. Rimasto celibe, con lui la famiglia si estinse nel 1794.

1 A.S.CA., Reale Udienza, classe I, exequatur, vol. 17/6, (1739-1752), c. 81v, exequatur 17.9.1746.

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