Albero genealogico della famiglia Passamar


Non è nota la località di provenienza della famiglia Passamar che appare a Sassari durante il XVI secolo in persona di tale Dottor Diego investito di una magistratura civica.
Tradizionalmente la famiglia è ritenuta di origine spagnola, catalana, e il cognome scritto Pasamar veniva prounciato, appunto in spagnolo, con la doppia esse (lo stemma familiare mostra un veliero che “pasa” cioè naviga sui flutti marini: “pasa el mar”); ma non può escludersi, però, una origine ligure ed il cognome derivato da un soprannome come avvenuto, per esempio, per le patrizie famiglie degli Usodimare, Streggiaporco, Embriachi, etc.
Per quanto riguarda il tronco familiare fiorito a Sassari, comunque, è accettata la tradizionale origine spagnola.
Come detto, il primo personaggio noto fu il Dottor Diego che da moglie ignota ebbe almeno due figli: Andrea e Diego Giacomo, o Giacomo Diego, non si sa bene, entrambi Dottori in Utroque Jure.
Il Dottor Diego Giacomo è personaggio controverso nel nome di battesimo: non è dato sapere, infatti, se si sia chiamato Diego o Giacomo, ovvero con il doppio nome). Questo Passamar, peraltro, fu personaggio noto e celebre e stimato tra i più dotti prelati di Sardegna. Dopo essere stato Parroco di Bonorva, venne elevato alla cattedra vescovile di Ampurias che tenne dal 1613 al 1615; nominato quindi Arcivescovo di Sassari, sua patria dove era nato nel 1570, mantenne la cattedra sino al 1644, anno della sua morte.
La sua dottrina giuridica e teologica, assai lodata dal Pontefice, brillò particolarmente nel corso della disputa intervenuta con l’altro illustre prelato Don Ambrogio Machin Contena, Arcivescovo di Cagliari, sulla santità o no di Lucifero.

Altro fatto poco noto è se la famiglia godesse o meno di Nobiltà ab antiquo. Il primo dei Passamar, negli unici due atti ecclesiastici in cui compare, viene indicato come Dottore in Utroque Jure e Signore, niente di più.
Il figlio Andrea non risulta presente alle Cortes dei suoi tempi mentre i suoi figli presenzieranno alle Cortes come Nobili e Don. Sembra, in effetti, che proprio alle Corte e dalle Cortes il succitato Arcivescovo abbia ottenuto il riconoscimento (non la concessione, che non era atto di competenza delle Cortes, mentre il riconoscimento poteva esserlo) della avita nobiltà familiare- benché si ignora a far data da quando- anche a vantaggio dei nipoti figli di Andrea già defunto nel 1640, anno in cui sarebbe stato dato il riconoscimento (principio Cortes Duca di Avellano).

La famiglia si estinse nella seconda metà del XVII secolo senza aver più espresso personaggi di particolare rilievo.