La Baronia di Ossi

La baronia fu data in feudo retto da Alfonso V, con diploma del 15 febbraio 1421, a Raimondo di Rivosecco. Galcerando Cedrelles, dopo aver venduto i villaggi di Usini e Tissi, vendeva insieme Muros ed Ossi a Bernardo di Viramont per ducati 7500 d’oro con strumento 14 marzo 1545.
Morto il Viramont sua moglie, per soddisfare i creditori, domandò la licenza di alienare (il 25 febbraio 1550) e vendette i due paesi a Durant Gujò di Alghero in lire 8 mila oltre i carichi, che portavano il prezzo totale a lire 20 mila.
A Gujò successe suo figlio Giovannotto; a Giovannotto nel 1569 Giovanni il suo primogenito. Quale dopo Giovanni sia stata la serie dei successori non si può con certezza asserire, mancando gli atti di investitura. Dagli atti però e dalle sentenze si sa che a Giovanni Gujò rimasero superstiti due figli: Giovanni Gujò Cesaraccio secondogenito, che ottenne il feudo, e Francesco terzogenito.
A Giovanni subentrava suo figlio Pietro, che fu marito di Angela Manca, ed ebbe tre figli: Don Giovanni, suo successore; Don Giacomo, morto improle, e Donna Anna, maritata con Don Cornelio Sassu.
Questo Don Giovanni Gujò Manca pare essere lo stesso che, per liberare il villaggio di Ossi dai pesi ai quali era soggetto, ottenne dalla Reale Udienza (nel 1656) di poter vendere all’asta pubblica il villaggio di Muros a Don Francesco Martinez.
Rimasto quindi Don Giovanni col solo villaggio di Ossi, e morto senza discendenti nel 1690, propose giudizio di immissione in possesso contro il fisco un altro Giovanni Gujò, il quale asseriva esser figlio di Don Francesco Guiò (di Don Giovanni Guiò Sarrovira) e pretendeva essere il prossimiore agnato, e fu con sentenza del 20 aprile riconosciuto successore, quindi investito con la clausola di natura di feudo secondo il diritto italico; se non che la Reale Udienza revocò quel giudizio il 30 giugno, perché pendeva una lite con Donna Anna Abella, la quale come tenutaria aveva preso possesso con decreto della R.Governazione. Egli supplicò alla stessa R. Udienza, ma nell’ottobre successivo cessarono col silenzio di Donna Anna le istanze.
Nel 1680 lo stesso Don Giovanni intentò un nuovo giudizio col fisco implorando la restituzione in tempo e per intero con la revoca della sentenza del 20 aprile 1690 che aveva dichiarato feudali i predetti villaggi, che erano allodiali, come furono poi riconosciuti dal tribunale con sentenza del 13 gennaio 1700, riparata dalla R. Udienza in favore del fisco con altra del 6 maggio, poi riformata dallo stesso magistrato contro il Fisco con giudicato del 18 del giugno successivo.
Giovanni lasciò due sole figlie: Maria e Teresa. Successe la prima, quindi Giovanni figlio suo e di Don Vincenzo Amat, e dopo Giovanni, che fu marito di Donna Francesca Brunengo, Marchesa di San Saverio, fu chiamata a succedere sua figlia Giovanna; ma allora scoppiò una nuova disputa sulla devoluzione, e il feudo fu aggiudicato al secondogenito di Don Vincenzo Amat, che era Don Pietro, il quale essendo morto senza prole si vuole gli sia succeduta Donna Teresa, sorella della madre, e a costei suo figlio Don Ignazio Amat, e a lui (parimenti morto senza posteri) pretese subentrare la sunnominata Donna Giovanna Amat, moglie di Don Antonio Manca da una parte, e dall’altra Don Giovanni Manca Brea come maschio e discendente da Donna Anna Gujò; ma furono entrambi rigettati con sentenza del 19 settembre 1730.
Don Antonio Manca, marito di Donna Giovanna, tornò nel 1754 a comparire per sostenere l’allodialità del feudo, ma ebbe inizialmente sentenza contraria l’11 settembre 1757. Successivamente però, con approvazione del 1762, lo stesso Don Antonio ottenne che la villa di Ossi venisse rilasciata alla sua moglie Donna Giovanna Amat ed al comune figlio Don Giovanni Manca Amat, padre di Donna Giovanna, con l’alienabilità soltanto per atto tra vivi e nel resto con la natura di feudo retto secondo il diritto italico.
In seguito a questa stipulazione, alla ratifica di Donna Giovanna e del figlio Don Giovanni, Don Antonio Manca fu investito del feudo di Ossi come legittimo amministratore del figlio.