La baronia di Posada

Tratto da “Archivio Storico Sardo”

La prima concessione che a titolo di vendita il Re Don Alfonso fece a Nicolò Carroz della Baronia e Castello della Fava, e delle ville di Posada, Siniscola, Lodè, Torpè, con la clausola in liberum et francum allodium, risale al 25 giugno 1431.
In realtà, prima dell’atto del 1431 col quale il Re si spogliò definitivamente della Baronia, essa era stata già ceduta ad altri signori.
Scrive il Fara che nel 1358 un Pietro Dasso o Basso aveva in suo potere vari villaggi, tra cui Posada. Successivamente al Basso, la Curatoria di Montalbo, compreso il Castello della Fava, cadde sotto il dominio di Marianna d’Arborea. Più tardi, e certamente dopo la battaglia di Sanluri (1409), per la quale la Curatoria di Montalbo ritornò sotto il governo del Re, fu fatta una nuova concessione a favore di Sancio Delmò, di cui si parla nell’atto del 25 giugno 1431. Non sappiamo però per quale motivo venne meno la concessione.
Ritornando al Carroz, morto Nicolò nel 1479 senza prole maschile, successe nella signoria di Posada Donna Brianda, istituita erede con testamento del 5 novembre 1453. Costei, il 26 marzo 1489 ne dispose in favore di sua figlia Donna Stefanina, ultima rappresentante di questa famiglia nella signoria della Baronia. Moriva Donna Stefanina senza prole il 1511, e per metà ciascuno ereditavano la Baronia gli ospedali di Barcellona e di Saragozza, ai quali era stata legata con atto testamentario del 7 luglio 1503.
Dal 1511 al 1642 corre il periodo più oscuro e forse più doloroso di tutta la storia della Baronia. Forse più doloroso, perchè se in altri tempi le angherie dei signori e le scorrerie dei Saraceni ridussero a mal partito le povere genti della contrada, effetti ben più tristi dovette produrre l’avvicendarsi a brevi periodi di tempo di nuovi signori, per lo più viventi fuori della Regione e a null’altro interessati che a sfruttare il più duramente possibile le popolazioni comprate. Il dominio degli ospedali di Barcellona e di Saragozza poi, attesta molto eloquentemente dell’assenza di ogni principio di autorità e della giustizia dell’amministrazione. Ed è anche il più oscuro perchè tutte le ricerche diedero scarsissimi risultati.
Alla morte di Stefania Carroz, il Procuratore Reale decretò il 14 maggio 1511 che, per non esservi nessuno che ne raccogliesse l’eredità, il Fisco prendesse possesso della Baronia.
In realtà però il testamento di Stefania fu riconosciuto valido, tant’è che successivamente gli Amministratori dell’ospedale vendettero la baronia a un certo Clemente, protonotario della Corona di Aragona, per il prezzo di 10.500 ducati. Don Gerolamo Clemente, succeduto nei diritti della Baronia, il 12 gennaio 1576 con testamento pubblico istituì suo erede il figlio Don Michele col quale, tre anni dopo, si estinse il breve dominio dei Clemente. Poichè Don Michele, con scrittura fatta in Madrid il 22 maggio 1579, si spogliò in modo assoluto del dominio della Baronia e lo trasferì in Cristoforo Portugues, mediante il compenso di 16.500 fiorini di Catalogna.
Cristoforo, come la maggior parte dei feudatari del tempo, viveva a Cagliari. Prima di morire provvide alla successione: e con testamento dispose fosse suo erede universale in tutti i beni il primogenito Michele: non potesse costui disporre della Baronia di Posada e, morendo senza prole, avesse a succedergli in questo dominio il secondogenito.
Nonostante questo vincolo, Don Michele negoziò per la vendita della Baronia con Don Onofrio Fois, e si sarebbe effettuato il contratto se non si fosse opposto Don Francesco Portugues, chiamato nella sostituzione. La R. Udienza diede ragione a Don Francesco, ed il Supremo Consiglio d’Aragona annullò la vendita e dichiarò non alienabile la baronia.
Don Michele ebbe successore Don Francesco il quale aveva da tempo abbandonato a se stessa la fortuna delle popolazioni di cui teneva la signoria, non curandosi di prendere neanche quel minimum di provvedimenti che nelle condizioni naturali del luogo bastava ad allontanare o render meno grave il pericolo di saccheggi e carneficine.
Più tardi, il signore della Baronia di Posada doveva navigare in acque torbide se ad un certo punto, per provvedimento della R.Udienza, si decretò la vendita della Baronia. La subasta e la vendita del feudo venne fatta a quanto pare a Cagliari nel 1642 e ne fu deliberatario, per 43 mila lire, Don Giovanni Stefano Masones.
Poco dopo l’acquisto della Baronia, Don Giovanni Stefano Masones, per i molti servizi prestati allo Stato, fu insignito, con diploma dell’8 febbraio 1646 della dignità di Conte di Montalbo (o Montalvo). Titolo e feudo passarono alla sua morte a Don Felice, dal quale nacque Don Giuseppe, futuro signore della Baronia.
Don Giuseppe sposò la duchessa di Lima y Sotomayor ed ebbe due figli, Felice e Giacomo. Felice succedette nei feudi di Posada e Siniscola e nel ducato di Lima y Sotomayor.
Sua unica figlia fu Donna Anna Maria, erede dei beni e delle tradizioni nobilissime della famiglia. Estinti i Masones, il titolo di Barone di Posada passò alla famiglia Nin. Donna Marianna Nin Zatrillas fu l’ultima signora della Baronia di Posada.