Il Marchesato di San Sperate

In una delle contrade piú ricche (territorio pianeggiante, fertile e irriguo, adattissimo all’agricoltura intensiva) del Giudicato di Cagliari, subí probabilmente le devastazioni connesse alla guerra tra Aragonesi e Arborensi. Fu infeudato il 30.11.1374 a Giordano Tola, primo Sign. della villa, da cui al figlio anch’egli di nome Giordano. Questi lo vendette ai fratelli Galcerando, Guglielmo e Giovanni Torrelles, che ne furono insignoriti il 2.6.1442. Qualche tempo dopo, Galcerando e Onofrio Torrelles vendettero a Gerardo Boter, che il 20.10.1490 fu investito B.ne di S. Sperate. La pronipote Teodora Boter ne fu investita B.nessa col marito Gaspare Porcella il 5.10.1599. Alla morte del figlio Gianbattista Porcella Boter, avente come erede la figlia Maria, scoppiò una lite tra quest’ultima e l’omonima zia, sorella del defunto Gianbattista. Vinse la nipote, investita B.nessa di S. Sperate il 18.4.1650. Qui c’è un po’ di confusione, forse perché alle liti tra parenti stretti si sovrappongono omonimie: risulta dal Dizionario Feudale degli Stati Sardi (autore il Principe di Bisio don Francesco Guasco) l’investitura come B.ne di S. Sperate del figlio della Maria di cui sopra, in data 16.5.1639. (Non disponendo di alberi genealogici accettabili per le famiglie Porcella e Fortesa, mi limito a prendere atto della discordanza della consecutio temporum. Mi riprometto di approfondire la questione e possibilmente di venirne a capo) E’ certo invece che alla morte di Gregorio Fortesa, pronipote di Giovanni Battista e ultimo della sua casa, il feudo fu devoluto (12.9.1746) e infeudato a Giuseppe Cadello col titolo marchionale. Estinta la famiglia Cadello in Anna Maria, moglie di Pietro Ripoll Nin, M.se di Neoneli e C.te di Tuili, il feudo di S. Sperate fu ereditato dalla figlia Maria Angela Ripoll Cadello, moglie di Carlo Sanjust Amat, B.ne di Teulada.