Sardi al servizio dei Savoia nel XVIII secolo

Sul finire del 1718, dopo l'invasione della Sicilia da parte degli Spagnoli, a fronte della posizione assunta dalle grandi potenze europee, Vittorio Amedeo II si piegò ed accettò il Trattato di Londra che prevedeva lo scambio dei regni di Sicilia e di Sardegna fra lui e l'Imperatore Carlo VI. Il 22 aprile 1719, il delegato sabaudo, conte Fontana, firmò a Napoli la convenzione austro-piemontese con la quale si stabiliva lo sgombero delle piazze siciliane da parte delle truppe savoiarde e l'impegno dell'Austria a riconquistare, con il concorso piemontese, la Sardegna, che sarebbe stata successivamente ceduta a Torino.
In realtà le truppe di Vittorio Amedeo rimasero in Sicilia fino al 1720 per concorrere con quelle imperiali a battere gli spagnoli, parteciparono alla battaglia di Francavilla di Sicilia, lo scontro campale più sanguinoso della guerra, all'assedio per la riconquista di Messina e allo sbarco presso Palermo, atto finale del conflitto.
La partenza dei Piemontesi per la Sardegna, ceduta senza lotta dalla Spagna dopo gli avvenuti accordi di pace, avvenne da Palermo nel luglio del 1720. Scriveva il Marchese di Susa (1) al padre: "Sire…non resteremo a lungo qui, questa mattina per ordine del Sig. Barone (2) si è imbarcata la truppa, e se il vento continua quello che è, ci porterà nel nuovo regno in due giorni e due notti…Palermo 23 luglio 1720" (3).
Prima di ricevere, nel 1713, la Sicilia il governo di Torino si era preoccupato di raccogliere sull'isola e i suoi abitanti il maggior numero di notizie possibili, così non fu per la Sardegna, sia perché le condizioni del momento li impedivano, sia perché da parte dei Sardi non ci fu quello stesso desiderio di parlare della propria terra che aveva caratterizzato i Siciliani. Le informazioni raccolte erano scarse, frammentarie e quasi tutte negative sia sull'isola sia sui suoi abitanti.
Il primo quadro affidabile della situazione del nuovo regno fatto al sovrano è del Barone di S.t Remy, che il 27 luglio del 1720 scriveva le sue prime impressioni "…Il ritardo del Principe d'Ottajano (4), del quale non ho ancora alcuna notizia ci causa dei grandi fastidi, il principale è che nell'attesa tutti sono sistemati nei sobborghi dove l'aria è cattiva per cui sono nel continuo timore che la malattia si diffonda fra la truppa per le intemperie della stagione, essendo in dei luoghi che ne sono soggetti.
Gli spagnoli prendono su di loro gran cura di farsi odiare da questi popoli per il pessimo modo col quale continuano a trattarli… una parte della Nobiltà e del popolo mi sembra molto bene intenzionata, ed affezionata a V.M., e, secondo la poca conoscenza che posso averne, non sarà difficile governarli, senza tuttavia contare, né adagiarsi su queste belle apparenze con un popolo abituato alla dominazione degli Spagnoli, che non ostante lo maltrattino gli fanno credere che torneranno presto in questo Regno, concedono patenti d'impieghi per tutto quello che possono, fanno nobili, concedono titoli, e conducono molta gente con loro in Spagna, di questi ultimi mi farò l'onore di inviare una lista a V.M. dopo la loro partenza…
Credo che non sarà difficile introdurre la lingua italiana in un Paese dove tutti la parlano, e dicono che desidererebbero che i loro figli trovassero dei maestri italiani per i loro studi. Il mio debole sentimento è che devo fare gli ordii in questo Regno in italiano e l'atto di giuramento in latino, ma non farò ciò se non di concerto con il Contador Generale di V.M.. Il clero e i Regolari sono molto morigerati e vivono esemplarmente. I primi sono ricchi e i secondi molto poveri. Ci sono in questa città quattro case di Gesuiti, che ostentano la loro povertà in ogni maniera. Ci sono anche cinque monasteri di religiose in questa città che hanno necessità di qualche carità.
L'Arcivescovo di Cagliari è un uomo dabbene, che dà tutto ai poveri. Il Vescovo di Ales, anziano di 75 anni, che è venuto a vedermi, è anch'egli un buon religioso. Ci sono un Arcivescovado e due Vescovadi vacanti ed anche un'abbazia della quale le unisco il nome, credo sarebbe interesse di V.M. darli a dei Sardi…
Il più gran male che vedo in questo Paese è che la Nobiltà è povera, il paese miserabile e spopolato, la gente pigra e non v'è alcun commercio, e l'aria è molto cattiva senza che vi si possa porre rimedio …"(5).
Il S.t Remy nella serie successiva delle lettere, sia al re sia al Mellarede, fornisce un quadro sempre più completo, ancorché frammentario del nuovo regno, insieme di informazioni che formarono alla Corte di Torino la convinzione che la Sardegna fosse una terra da cedere al più presto in cambio di qualcosa di più conveniente. Idea che resistette fino alla pace di Acquisgrana, dopo la quale subentrò la certezza che la Sardegna sarebbe rimasta ai Savoia per sempre. Cambiarono così molti atteggiamenti e da parte della stessa nobiltà sarda vi fu una sempre maggiore partecipazione alle vicende del regno che portava il nome della loro patria. Nel 1720 tuttavia è sulle impressioni che seguono che il sovrano prese le sue decisioni.
"Non mi resta ora che rendere conto a V.M. dei piccoli lumi che vado acquisendo sul genio dei Sardi.
Il Clero è interamente devoto agli Spagnoli e la più gran parte della Nobiltà. Il Popolo sembra più incline agli Imperiali, ma secondo la mia modesta opinione bisogna essere attenti al partito spagnolo, che secondo me è il più forte e quello più da temere. Per guidare gli uni e gli altri credo sia interesse di V.M. di non innovare nulla e lasciare per un certo tempo le cose come le han lasciate gli Imperiali, perché i Sardi non pensino mai che si voglia profittare degli impieghi che sono abituati ad avere, poiché questa Nobiltà è povera, e non si potrà mai attirare se non gode di qualche favore per sopravvivere. Il Contador Generale Fontana è molto ben aggiornato sugli impieghi vacanti della classe del civile e del criminale e di ciò renderà conto a V.M., come concertato.
Gli Spagnoli non hanno cessato di diffondere tra questo popolo la voce che torneranno fra poco tempo, cosa che ha fatto una certa impressione tanto nella Nobiltà che nel Popolo, credo sia interessa di V.M. staccare delle persone per fare un terzo partito, e a mio avviso sarà più facile guadagnare quelli che fan parte del partito degli Imperiali piuttosto che quello degli Spagnoli.
Il Conte Castello Governatore di Tempio e della contrada della Gallura mi scrive lettere su lettere riguardo ai disordini che avvengono colà fra i due partiti. Il Contador è dell'opinione di inviare delle truppe, esamineremo più a fondo quest'affare, al fine che in questo inizio non si prenda qualche iniziativa male a proposito.
Nella funzione del Giuramento necessita al Vice Re un Capitano delle Guardie, e delle Guardie, farò un biglietto per il solo Capitano fino a quando V.M. sia più ampiamente informata per darmi i suoi ordini, se vuole che questa Compagnia esista o non. Il Capitano è un Gentiluomo della Casa Cervellon, delle più distinte del paese con patente dell'Imperatore. Ha trenta scudi al mese di indennità, il Luogotenente ne ha quindici, e le guardie possono essere della Nazione che si vuole…
Cagliari, li 8 agosto 1720" (6).
"Il Contador generale renderà conto a V.M. del genio della gente di questo paese, sarà molto difficile per un certo tempo togliere l'idea che gli Spagnoli hanno diffuso che torneranno preso, e se possibile di attirare il cuore della Nobiltà, del Clero e del Popolo, e questo non si potrà fare se non accordando loro benefici e per conseguenza dargli tutti gli impieghi che avevano prima e che gli impedivano di morire di fame. Sono ora tutti nell'attesa delle grazie di V.M..
I vizi ai quali questo Popolo è più incline sono i furti, gli assassini, le false testimonianze, e posso assicurare V.M. che c'è un brigantaggio, che si è stabilito in questo paese da più di vent'anni, e credo che abbia avuto origine dai due partiti che ci sono, perché sotto il falso pretesto di essere dell'uno o dell'altro si addossano tutti questi crimini… Cagliari, li 7 settembre 1720" (7).
"Il Marchese di Villa Clara è stato designato per un'ambasciata presso V.M. dai tre bracci del Parlamento di questo Regno. È un uomo di prima qualità, saggio, discreto, che parla molto poco, non è fra i più arguti tuttavia non ve ne è altro che si sarebbe potuto mandare. Poiché è stato nominato ieri non posso ancora sapere le domande e le memoria di cui sarà portatore da parte dei tre bracci, ne renderò conto a V.M. più avanti…Cagliari 18 settembre 1720" (8).
"Il Marchese di Villa Clara sta cercando i seimila scudi per cui i tre Stamenti si sono tassati per la sua partenza. L'Ecclesiastico ne dà mille, il Militare tremila, e il Reale duemila.
Sino ad ora non hanno in vista che di domandare a V.M. tre cose:
la prima sulla miseria; la seconda sul disordine provocato dai chierici sposati; la terza infine perché V.M. li protegga cosicché il Papa permetta di dare delle pensioni sui canonicati sotto forme di commende per l'Ordine di Malta e di San Maurizio. Questa richiesta è simile a quella fatta altra volta dagli Stamenti nel Parlamento tenuto dal Conte di Elda nel 1603…Cagliari 3 ottobre 1720 (9).
"Il Marchese di Thiesi mi ha dato una supplica da porre ai piedi di V.M. con una memoria di tre impieghi che chiede a V.M. senza alcuno stipendio, non volendo che l'onore di servirla. È un gran brav'uomo, molto saggio, che non sembra appartenere a nessun partito. Il Marchese di San Filippo mi ha scritto una lettera e mi ha inviato copia di quella che ha inviato al Marchese del Borgo e la sua risposta. Il Conte di S.Sorge della Casa Masoney ha prestato giuramento di fedeltà nelle mie mani per lui…Cagliari, li 19 ottobre 1720" (10).
"Parte da questo Regno il Marchese di Villa Clara Deputato Sindico delli tre Stamenti Ecclesiastico, Militare e Reale ad effetto d'andar ad umiliare a V.M. il giubilo di questi Popoli d'essere entrati sotto il felice dominio della V.M. come altresì li loro homaggi e fedeltà, per il che mi prendo la libertà d'accompagnare detto Marchese con queste righe a V.M. alla quale ho pure l'honore di inchinarmi con profondissimo rispetto…Cagliari 19 novembre 1720" (11).
"Nelle tasse che i tre Stamenti hanno stabilito per la deputazione del Marchese di Villa Clara gli Ecclesiastici si sono tassati per mille scudi e sino ad ora non c'è che l'Arcivescovo, il Vescovo ausiliare e la Diocesi che han dato la loro parte, le altre Diocesi recalcitrano guidate dal Vescovo di Ales, tuttavia il Marchese di Villa Clara parte da Sassari per profittare dell'occasione del rientro in Piemonte del reggimento Fucilieri, a quanto si dice due Capitani di vascello, un francese, ed un inglese sono arrivati ad Alghero e a Porto Conte a questo riguardo…
i furti in questo Paese diminuiscono, e spero di rimediarvi in parte, perché non trovano più le protezioni che avevano in precedenza, e si fa giustizia, ma essendo obbligato ad essere egualmente attento sia ai ministri che agli altri, attendo con impazienza coloro che V.M. mi invierà.
Quanto agli abusi degli Ecclesiastici credo quasi impossibile rimediarvi, e V.M. vedrà dalla nota di una contrada composta da villaggi che usufruiscono del foro ecclesiastico senza contare i Preti… Cagliari li 20 novembre 1720" (12).
"Oltre questa lettera, mi do l'onore di indirizzare a V.E. ho quello di scriverne un'altra a S.M. per accompagnare, secondo lo stile del paese e dei miei predecessori il Signor Marchese di Villa Clara, che viene a Corte come Sindico dei tre Stamenti. V.E. è già informato che questo Marchese è un onest'uomo, freddo, di buon senso, che non si è mai mischiato in nulla, che delle conoscenze ma nessuna esperienza per non esser mai uscito dal suo paese, insomma un Provinciale.
V.E. troverà allegate cinque suppliche, una di D.na Auarde Genoves, madre del marchese di Tiesi, che sò che contiene, essendomene voluto accertare, la rappresentazione di come questo Marchese è stato ridotto ad uno stato miserabile per la sua qualità dagli Spagnoli, e sarebbe un vero atto di carità che si farebbe fare a S.M. se ella volesse appoggiare la domanda. È un onest'uomo che mi sembra dei più affezionati al governo di S.M.
Dn Diego Pes è ben conosciuto dal Contador Generale, non dirò quindi nulla di più a V.E. se non delle tre sorelle Santucho, che però non conosco se non per il memoriale che hanno presentato…Cagliari, li 20 novembre 1720 (13).
Giovanni Battista Zatrillas marchese di Villaclara giunse a Torino presumibilmente ai primi di dicembre, ma qui dovette sostare a lungo prima di essere ufficialmente ricevuto dal sovrano per una questione di protocollo, la corte non sapeva come fare. (…)
Oltre all'incarico ricevuto dal marchese di Villaclara (Regente Prov.le del Regno di Sardegna) appare di un qualche interesse ricordare alcune delle prime nomine che il Viceré, barone di S.t Remy, fece alla data del 26 dicembre 1720:

D. Gio. Antioco Azor

Vicario di Oristano

D. Francesco Bertolotto

Vicario di Alghero

Giovanni Cabra Quirra

Procuratore dei poveri nelle carceri di Cagliari

Dott. Gio Tommaso Carboni

Avvocato dei poveri nelle carceri di Cagliari

D. Giacomo Carroz Santus

Reggente la Tesoreria

Dott. Ignazio Carta

Consultore reale nelle cittą e luoghi del Regno

D. Francesco Cervellon

Capitano della Guardia degli Alabardieri di Sardegna

Francesco Capita

Alquizir maggiore di Sassari

Antonio Diego Estassa

Vicario di Castel Aragonese

Gio Antonio Farina

Contadore dell’Amministrazione delle Torri

D. Nicolao Fedriani

Giudice della Reale Udienza

D. Gio Battista Gaboij

Depositario regio

D. Gio Battista Galcerini e Fortezza

Assessore civile nella Real Governazione di Sassari

D. Antonio Garrucho

Custode della cittą di Cagliari

D. Gio Maria Garuchu

Vicario della cittą di Bosa

D. Carlo Manca

Vicario della cittą di Sassari

Dott. Giuseppe Mannu

Assessore del Vicario di Alghero

Anbroggio Martin

Alquazir del mare del porto di Cagliari

D. Francesco Mellonda (16)

Giudice della Reale Udienza

D. Pietro Melloni

Giudice della Reale Udienza

D. Antioco Nater

Capitano della Giustizia di Iglesias

D. Ignazio Pagliaco (17)

Giudice della Reale Udienza

Lorenzo Pilo

Assessore criminale nella Real Governazione di Sassari

D. Zacaria Porcella

Assessore del Vicario di Oristano

D. Emanuele Ripoll

Vicario di Cagliari

D: Caio Rosas

Assessore del Vicario di Cagliari

Dott. Gio Agostino Rodriguez

Segretario amministrativo delle Torri

D. Francesco Santucho

Giudice della Reale Udienza e pro avvocato fiscale di Sassari

D. Efisio Soler

Capitano del porto di Cagliari

D. Gio Batta Cirronis

Giudice delle competenze nel Regno di Sardegna

(18)

E ancora alcune degli anni immediatamente successivi:

Nome

Carica

Data patente

D. Pietro Borro

Archivista regio del Regno di Sardegna

23 aprile 1721

D. Antonio Cane

Avvocato patrimoniale del Regno di Sardegna

23 aprile 1721

D. Pietro Paolo Cappello

Intendente Generale del Regno di Sardegna

23 aprile 1721

D. Bernardino Cervellon marchese di Tiesi

Generale della cavalleria del Regno

23 aprile 1721

D. Salvatore Falco

Protomedico del Regno

23 aprile 1721

D. Sebastiano Loij

Commissario Generale e Capitano di cavalleria nel Capo di Cagliari e Gallura

23 aprile 1721

Gavino delli Perri

Sergente maggiore del Capo di Sassari

23 aprile 1721

Dott. Pietro Maria Mochi Sisino

Medico delle Carceri di Cagliari

23 aprile 1721

D. Gaspare Muxica

Sergente maggiore del Capo di Cagliari e della  Gallura

23 aprile 1721

D. Giuseppe Polo

Comandante generale della cavalleria del capo di Sassari e Logudoro

23 aprile 1721

D. Diego Ferely

Assessore civile nella Regia Governazione di Sassari

1 ottobre 1721

D. Agostino Masala

Vicario di Alghero

1 ottobre 1721

D, Giovanni Galcerini e Sortenza

Reggente di Toga

26 ottobre 1721

D. Gio Battista di Villaclara

Reggente di spada e di cappa nel Supremo Consiglio di Sardegna

25 dicembre 1721

D. Francesco Cao

Vicario di Cagliari

25 febbraio 1722

D. Giuseppe Cau

Officialia di Campidano Simaxis

25 febbraio 1722

D. Monserrate Cau

Officialia di Campidano Maggiore

25 febbraio 1722

D. Michele Diana

Officialia di Arizo e Balbagia Belvi

25 febbraio 1722

Damiano Escanio

Officialia di Monstretta

25 febbraio 1722

D. Gio Antioco Estaza

Assessore del Vicario di Oristano

25 febbraio 1722

D. Agostino Masala

Vicario di Alghero

25 febbraio 1722

Salvatore Angelo Pala

Officialia di Campidano Milis

25 febbraio 1722

Gio Battista Serra

Officialia di Mondralisay

25 febbraio 1722

D. Giovanni Maria Masio

Guardia Reale di Castel Aragonese

18 marzo 1722

D. Pietro Giovanni Borro

Reggitore dello Stato di Orani

19 giugno 1722

D. Antonio Cavassa

Reggitore del marchesato di Quirra

19 giugno 1722

Don Ignazio Nieddu e Corolla (19)

Pensione su l’officialia di Mandralisay

7 luglio 1722

D. Luigi De Roma (20)

Vicario di Oristano

5 novembre 1722

Gavino Martinez

Vicario di Sassari

5 novembre 1722

D. Girolamo Salazar

Capitano d’Iglesias

5 novembre 1722

Dott. Giovanni Vidili

Assistente del Vicario di Alghero

5 novembre 1722

D. Antioco Nater

Vicario di Cagliari

16 novembre 1722

Matteo Divitia

Reggitore dello Stato di Madras

27 dicembre 1722

D. Antonio Cao

Vicario di Cagliari

14 dicembre 1723

D. Nicoalo Giorarldi

Vicario di Cagliari

14 dicembre 1723

D. Antonio Tola de Abella

Assistente del Vicario di Alghero

14 dicembre 1723

D. Giovanni Gavino Atzor

Sovrastante della Zecca di Sardegna

29 dicembre 1723

D. Gio. Antonio Azor

Vicario di Oristano

1724

D. Salvatore Madao

Vicario di Cagliari

16 ottobre 1724

Gio. Battista Mayolo

Podestą di Castel Aragonese

16 ottobre 1724

D: Matteo Martinez

Vicario di Sassari

18 ottobre 1724

D. Pietro Frasso

Vicario di Alghero

14 dicembre 1724

D. Salvatore Madao (21)

Vicario di Cagliari

10 ottobre 1725

D. Agostino Masala

Vicario di Alghero

10 ottobre 1725

D. Francesco Cao

Vicario di Cagliari

22 febbraio 1726

D. Francesco Manca

Procuratore fiscale della Regia Governazione di Sassari

2 luglio 1726

D. Carlo Manca (22)

Vicario di Sassari

22 settembre 1726

D. Gavino Poddigue

Vicario di Bosa

22 settembre 1726

Dott. Francesco Escortello

Pro avvocato fiscale nella Regia Governazione di Sassari

18 dicembre 1726

D. Francesco Manca

Assistente criminale nella Regia Governazione di Sassari

18 dicembre 1726

D. Diego Cuggia

Vicario di Sassari

3 febbraio 1727

D. Ignazio Pullo

Capitano di Giustizia di Iglesias

3 febbraio 1727

Lorenzo Pilo

Consultore Reale

2 luglio 1727

Lorenzo Pilo

Giudice nella sala criminale della Reale Udienza

3 agosto 1727

D. Giuseppe Corria

Capitano di Giustizia di Iglesias

16 ottobre 1727

D. Gavino Atzor

Vicario di Oristano

1728 (anche nel 1734 e ’42)

D. Francesco Manca

Giudice della Reale Curia nella sala criminale

25 novembre 1728

Di maggior interesse, anche perché questo vuol essere lo scopo principale di questo modesto lavoro, è individuare alcuni fra quanti andarono a servire i Savoia in Piemonte e i riconoscimenti che furono loro concessi.
Quando Vittorio Amedeo II andò in Sicilia, creò fra gli aristocratici siciliani tre Cavalieri della SS. Annunziata e concesse numerose cariche di corte ai più prestigiosi esponenti della nobiltà locale. Il risultato non fu di gran rilievo, solo pochi fra questi gli restarono fedeli al momento in cui gli Spagnoli sbarcarono in Sicilia nel 1718. Al contrario la fedeltà gli venne da quanti pur non avevano avuto alcun riconoscimento servivano fra le sue truppe. Forse ammaestrato da questo, il sovrano si comportò in modo del tutto diverso verso la nobiltà sarda, nessuno fu nominato subito Cavaliere della SS. Annunziata e si dovette aspettare fino al 1723 per veder concessi incarichi di Corte a due isolani, le cui patenti di nomina recitano:
"Da che il Conte D. Felice Nin del Castiglia frequenta la nostra Corte, havendo noi la sodisfazione di conoscerlo ugualmente infervorato al nostro servizio che dotato di quelle virtù che convengono alla sua nascita, e volendo presentemente contrassegnargliela, ci siamo mossi a decorarlo d'un impiego, il quale coll'avvicinarlo vieppiù alla nostra Persona gli dia maggior campo di dimostrarci il suo fedel attaccamento e meritarsi col tempo le ulteriori riprove della nostra particolare benevolenza onde con le presenti…eleggiamo, costituiamo e deputiamo il sud.o Conte D.Felice Nin del Castiglio nostro Gentiluomo di Camera….Dat. in Torino il 22 di Marzo l'anno del Sig.e 1732" (24).
"Le egregie parti che oltre la distinzione della nascita concorrono nella persona di D. Dalmazzo Sant Just Marchese di Laconi e singolarmente il zello fedelissimo che dimostra per il nostro servizio ci invitano a darli un pubblico contrassegno del gradimento che ci risulta e della benevola propensione colla quale lo rimiriamo coll'accostarlo a noi nell'impiego di Gentiluomo di Camera…Dat' in Torino il 22 di Marzo dell'anno del Signore 1732" (25).
Il marchese di Laconi acquistò totale fiducia dei sovrani tanto che dopo essere stato Reggente di spada nel Supremo Consiglio di Sardegna e Gran Maestro d'Artiglieria il 25 marzo 1771 fu insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata. Primo fra i sardi a ricevere le insegne del più prestigioso segno distintivo che premiava i più fedeli sudditi di Casa Savoia.
In seguito anche altri ebbero incarichi, effettivi od onorari a Corte, tuttavia la necessità di prestar servizio fuori dell'isola cui si accoppiavano redditi modesti e spese onerose costituivano un indubbio ostacolo a tale tipo di cariche, cosicché esse furono concesse più spesso a chi era già in Piemonte, in servizio o nel reggimento di Sardegna od in altri reparti di fanteria o cavalleria. Fra quanti ne furono insigniti si ricordano il:

Mette conto riportare alcune delle patenti con le quali furono insigniti della carica i personaggi di cui sopra, in esse si nota spesso il riferimento, oltre che allo zelo con cui servivano e all'attaccamento al sovrano, alla nobiltà dei natali, poco usata quest'ultima notazione nella concessione di analoghi incarichi ai piemontesi, quasi a voler sottolineare particolare riguardo verso la nobiltà sarda:

"Se a fregiare la persona del Marchese di Mores e di Thiesi Stefano Manca della Città di Sassari si accoppiarono alla chiarezza di sangue doti ragguardevoli, e qualità singolari che lo hanno reso distinto nel Regno nostro di Sardegna le favorevoli nostre disposizioni a suo riguardo, che già ci portarono a decorarlo col grado nostro di Gentiluomo di Camera Onorario, ci danno ora motivo di maggiormente contrassegnarli il gradimento particolare che presso di noi incontrano le dimostrazioni del suo zelo, ed attaccamento al nostro servizio con accordargli l'effettività d'essa carica perché possa esercitarla e prestarci l'attuale sua servitù, persuasi che ne sarà vieppiù impegnato a distinguersi con nuovi saggi delle suddette sue qualità …Dat'in Torino li 18 settembre 1752" (26).
"Dopo aver decorato del grado di nostro Gentiluomo di Camera Onorario il Barone di Sorso D. Pietro Amat della Città di Sassari nel Regno nostro di Sardegna, stante non meno la distinzione de' suoi natali, che la singolarità delle sue doti e prerogative volendo ora maggiormente fargli conoscere la favorevole propensione nostra in Suo riguardo e il gradimento particolare, col quale rimiriamo le Sue dimostrazioni di zelo, ed attaccamento al nostro servizio, ci siamo degnati d'accordargli l'effettività della carica, perché possa esercitarla, e prestarci l'attuale sua servitù, persuasi che ne sarà vieppiù impegnato a distinguersi con nuovi saggi delle suddette sue qualità…Dat. In Torino li cinque del mese 7mbre l'anno del Signore mille settecento cinquanta tre" (27).
"La famiglia S.Just stabilita nel Regno nostro di Sardegna, illustre non meno per l'antica nobiltà dei natali, quant'anche per le varie assicurate riprove di fedele attaccamento al nostro servizio, si è sempre meritata speciali riguardi della nostra stima e propensione. Rammentiamo con singolare compiacimento i ben lunghi e zelanti servizj resici da fu Marchese di Laconi Conte di San Lorenzo Cavaliere del Supremo Ordine della Ss. Nunziata, già Reggente di Spada nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, e quindi Gran Mastro dell'Artiglieria in quel Regno; e volendo Noi ora pertanto contrassegnare al di lui nipote Conte di San Lorenzo Dn. Giuseppe S.t Giust la grata rimembranza che serbiamo del zio, ed il pregio, che facciamo delle pregevoli virtuose doti, che in esso concorrono a fregiarne la chiarezza del sangue, ci siamo disposti ad eleggerlo nostro Gentiluomo di Camera ad honores, ben persuasi che da questo tratto della nostra beneficenza verrà animato l'ereditario di lui zelo a confermarci vieppiù ne' graziosi sentimenti con cui rimiriamo l'anzidetta di lui Famiglia …Dat in Torino li 3 maggio 1785" (28).

Come, ed ancor più dei Siciliani, i Sardi non avevano una particolare vocazione per la vita militare, soprattutto quando questa avesse comportato il doversi allontanare dalla propria terra, a ciò nel caso di quest'ultimi isolani vi è da dire che il loro numero era assai inferiore ai primi e quindi pochi erano quelli che avevano servito con incarichi d'alto rilievo nelle file dei re di Spagna e ancor meno nelle file degli Imperiali, nel breve periodo in cui la Sardegna era stata austriaca. Per questo meritano un cenno i primi Sardi che furono ammessi nel più prestigioso ed esclusivo corpo militare nel sovrano Sabaudo, le Guardie del Corpo. Ciò avvenne ancora prima che i piemontesi mettessero piede in Sardegna, erano infatti presenti nella rivista passata a Torino il 22 febbraio del 1720: Sebastiano Garruggio di Giovanni Battista di Tempio; Maurizio Manno fu Gavino di Sassari (fu però congedato nel successivo giugno); Giovanni Francesco Pinna di Maurizio di Sassari. Nel 1721 fu ammesso Ignazio Aymerich di Demetrio di Cagliari d'anni 31 (congedato nel 1724) e nel 1722 D. Ignazio Nieddu d'anni 22, di D. Pietro (personaggio a cui il Viceré aveva concesso licenza di cercare e scavare miniere in Sardegna con l'obbligo di versare all'erario il 6% del ricavato) e Giuseppe Brea fu Pasquale di Cagliari d'anni 23.
I primi sardi che si trovano iscritti nei ruolini degli ufficiali dell'esercito del Regno sono, nel 1722, D. Michele Pes di Villamarina, capitano nel reggimento di Sicilia, del quale si perde poi traccia, ed il marchese di Mores, alfiere della compagnia Colonnella del reggimento Sicilia.
Alcuni storici lamentano come, al contrario che in Sicilia, non fosse stato subito costituito in Sardegna un reggimento che portasse, come allora si diceva, il nome della nazione. In effetti in Sicilia, nel 1714, di reggimenti ne furono costituiti due ed in Sardegna ciò avvenne solo nel 1744, le condizioni erano però del tutto differenti e le possibilità di reclutamento tali da non assicurare l'alimentazione di un reparto del genere. In realtà fu costituito nel 1725 il reggimento Dragoni di Sardegna, che passò la sua prima rivista a Pinerolo nell'aprile del 1726, ma i sardi erano quasi del tutto assenti, fra gli ufficiali se ne trova solo uno, la Cornetta della compagnia Socry, il Sig. Cavassa. Forse, come dicevano allora, l'aria del Piemonte era troppo pesante, o più semplicemente il distacco dalla propria terra troppo doloroso per andare a cercare fortuna sul continente.
Un certo numero di Sardi comunque si arruolò ed andò a sostituire nel reggimento di Sicilia gli altri isolani che a fine ferma rientravano in patria, ora dominio austriaco. Nel corso della guerra di successione di Polonia infatti quasi il 40% di questo reparto era costituito da sardi. Le cose cambiarono in modo se non proprio radicale certo in maniera evidente nel corso della guerra di successione d'Austria con la levata del reggimento di Sardegna da parte di D. Bernardino Antonio Genoves che riuscì ad ottenerne il permesso da Carlo Emanuele III.
Questi, sin dall'inizio, aveva attirato l'attenzione del Barone di S.t Remy che lo aveva così presentato al re, che già nel 1721 quest'ultimo aveva ordinato di nominarlo Cavallerizzo Maggiore e Governatore della Real Tanca, incarico che gli fu rinnovato ancora nel 1731, e che nel 1736 era stato investito del titolo di Marchese della Conquista sul feudo di Esiano. Recita la patente con la quale il sovrano gli concesse la levata del reggimento: "Per secondare il singolar zelo, che la nobiltà sarda ci ha reiteratamente palesato, e dare ad un tempo occasione alla medema di distinguersi al nostro servigio con quel valore che è proprio alla Nazione, ci siamo risoluti di far mettere in piedi un nuovo Corpo di fanteria sotto il titolo di Reggimento di Sardegna, con appoggiarne la carica di Colonnello a D. Bernardino Antonio Genovese, e Cervellon Duca di San Pietro, Marchese della Guardia in riscontro del gradimento che ci risulta dalle vive, e lodevoli premure che non ha cessato di farci pendente il corso di questa guerra, di permettergli la levata di qualche Corpo di detta nazione, e somministrandogli con tal mezzo aperture di poterci manifestare con prove reali nelle occorenze il zelo che nodrisce per il nostro servizio, e segnalare il particolare attaccamento che professa alla nostra Corona…Dat. Al Campo di Becetto li 26 del mese di Luglio l'anno del Sig.re 1744" (29).
La prima rivista del Reggimento fu passata a Cagliari il 26 ottobre del 1744 dall'Ufficiale del Soldo Sig. Giovanni Battista Fornerij, il reparto era formato da uno Stato Maggiore e da 10 compagnie (30). Nella fase iniziale, particolarmente sino al giugno 1745, vi furono, probabilmente a scopo compensativo, numerosi spostamenti sia di graduati che di truppa fra le singole compagnie. I quadri ufficiali cominciarono a formarsi in modo organico solo a partire dalla seconda metà del 1745, la loro situazione restò relativamente stabile e gli scambi fra un reparto e l'altro non furono numericamente diversi da quelli che avvenivano in reparti analoghi.
Tali quadri, non tutti sardi, erano costituiti, in gran parte, da uomini che fecero poi, quasi tutti, carriere brillanti e in alcuni casi assai prestigiose nell'esercito del Regno di Sardegna. Tre di essi raggiunsero il massimo grado di Luogotenente Generale.

Uno di questi fu D. Bernardino Genoves, il fondatore del reggimento, la cui carriera si può descrivere attraverso le patenti che di volta in volta gli furono conferite:
"A nobile impegno che nelle più vive circostanze della passata ultima guerra si è assonto il Duca di S.Pietro D. Bernardino Antonio Genovese, e Cervellon, Marchese della Guardia e che felicemente riempì della levata di un Reggimento di nazione Sarda al nostro servizio ha egli unito in appresso delle testimonianze tali del suo attaccamento, abilità, e singolar prudenza nel dirigerlo, nell'ammaestrarlo e ridurlo a quel piede di consistenza e di soda disciplina cui trovasi attualmente stabilite, che ritraendo Noi ben giusti motivi d'estimazione non solo per la sua Persona, quanto della sua capacità per coprire maggiori impieghi nella intrapresa carriera militare determinati ci siamo ben volentieri a dargliene un positivo contrassegno coll'avanzarlo dal grado di Colonnello a quello di Brigadiere di fanteria nelle nostre Armate…Dat. In Torino lì 5 maggio 1754" (31);
"Restano così vantaggiosamente impressi nell'animo nostro i distinti riscontri di zelo, e di attaccamento al nostro servizio che il Duca di S.Pietro D. Bernardino Antonio Genovese, e Cervellon, Marchese della Guardia, Cavaliere di Gran Croce, e Maggior Generale nelle nostre Armate, ha dimostrato per il nostro Reale Servigio, si nell'essersi offerto, nel maggior fervore della passata ultima guerra di levare il reggimento di cui è Colonnello, come nell'averlo poscia portato a buon piede di consistenza in cui si trova; e volendo noi ai sentimenti di onore, e di zelo, de' quali l'abbiamo tutt'ora conosciuto animato, far corrispondere altresì più chiari attestati della propensione che abbiamo per le di lui convenienze, nel tempo stesso che lo provvediamo di altro impiego nel Regno nostro di Sardegna, ci siamo volentieri disposti a condecorarlo della carica di Tenente Generale di fanteria nelle nostre Armate…Dat. In Torino il di dieci del Mese di Aprile l'anno del Signore mille sette cento cinquanta nove" (33).
Non è certo possibile in un breve e modesto lavoro includere tutto coloro che servirono nell'esercito dei sovrani sabaudi nel corso del XVIII secolo, né riportare i riconoscimenti che ottennero, se ne citeranno quindi solo alcuni, trascrivendo per qualcuno le patenti in cui si mettono in evidenza le imprese da essi compiute o il loro comportamento.

Barone Luigi Amat di Sorso, cornetta nei Dragoni di Piemonte nel 1765, è nominato Gentiluomo di Bocca, essendo maresciallo di Logis delle Guardie del Corpo e maggiore nei Dragoni del Chiablese, nel 1789 è promosso cornetta nella 2^ cp. delle Guardie e passato alla 3^ cp.; nel 1793 è promosso Colonnello e quindi Luogotenente nella 3^ cp. delle Guardie del Corpo, nel 1796 Brigadiere di cavalleria, nel 1799 capitano comandante della compagnia sarda delle Guardie del Corpo, Maggior Generale prima e quindi Luogotenente generale di Cavalleria, il 9 giugno del 1802 fu insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata. Era il secondo sardo a ricevere questo particolarissimo onore, ma come si vedrà non fu l'unico della famiglia.
Mette conto riportare alcune delle motivazioni delle promozioni ottenute perché mettono in rilievo l'attività da lui svolta e la riconoscenza che seppe guadagnarsi dai suoi sovrani:
"Il Cavaliere D. Luiggi Amat di Sorso, essendo uno fra li soggetti del nostro Regno di Sardegna che si distingue con prove di zelo, fedeltà, ed esattezza al nostro servizio militare in qualità attualmente di Cornetta nel Reggimento nostro Dragoni di Piemonte e volendo noi dargli un effettivo contrassegno della particolare soddisfazione, con cui rimiriamo il suoi lodevoli servizi, ci siamo ben volentieri compiaciuti di destinarlo all'impiego in Corte di nostro Gentiluomo di Bocca, persuasi che sarà per vieppiù incontrare il nostro gradimento…Dat. In Torino li venti uno del mese di 8bre, l'anno del Sig.e 1765" (34);
"Nel riandare i servigj che il Barone D. Luigi Amat di Sorso ci ha progressivamente prestati ne' diversi Corpi, ne' quali ci compiacquimo di destinarlo, riesce a Noi di particolare soddisfazione il vederli segnati da manifeste riprove dell'esattezza, e vigilanza, che unite all'acquistata capacità, ed intelligenza fa egli viemmagiomente tuttora spiccare nell'attuale suo impiego di Maggiore nel Reggimento de' Dragoni del Chiablese. Fra queste considerazioni richiamandoci pure il zelo, e saggio contegno con cui sostenne egli anche precedentemente la carica di Maresciale de Logis nella 3^ Compagnia delle Guardie nostre del Corpo, lo ravvisiamo pel concorso di tutte queste commendevoli sue prerogative così proprio per occupar con lode quella di Cornetta della 2^ d'esse Compagnie in vece del Marchese di Roddi fatto Luogotenente che per dare anche nella di lui persona un palese attestato dell'eguale nostra propensione per la Nobiltà del Regno nostro di Sardegna, ci siamo degnati di conferirgli essa Carica, aggiugendogli nel tempo stesso un più speciale effetto delle nostre grazie col decorarlo del grado di Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni…Dat al Castello di Moncalieri li 7 9mbre 1789" (35).
"Nel tempo stesso, che ci siamo trovati in grado di fare alcune promozioni fra gli Ufficiali delle nostre Guardie del Corpo, ed abbiamo pure destinato il trasporto della Cornetta della 2^ Compagnia Barone Luigi Amat di Sorso allo stesso impiego nella terza Compagnia d'esse Guardie…ci siamo disposti a far pure ai medesimi sentire in tale circostanza gli effetti delle nostre grazie con fissare loro un accrescimento annuo di paga, per portarli a quella stabilita per gli impieghi da essi effettivamente ricoperti…ed accordare per ultimo al Barone Luigi Amat di Sorso l'accrescimento di Lire trecento ottanta sei annue all'attuale di lui paga di £2700…Dal Castello di Moncalieri li 12 8bre 1790" (36).
"Ci riescono sempre di maggior gradimento le testimonianze di vivo zelo, e di attaccamento, che unite a particolare esattezza, ed attenzione continua il Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni Barone Don Luigi Amat di Sorso a manifestarci nell'esercizio della carica di Cornetta della 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo e dagli attuali lodevoli suoi portamenti prendendo Noi motivo di richiamarci quelli, con cui già distinse i precedenti servigi da lui prestati ne' diversi militari posti, ai quali tempo a tempo venne da Noi destinato Ci siamo con piacere disposti a chiamarlo a parte delle nostre grazie con averlo decorato del grado, ed anzianità di Colonnello nelle additate Truppe di Cavalleria e Dragoni…Dat in Torino lì 23 marzo 1793" (37);
"Gli onorifici tratti di beneficenza coi quali ci siamo di tempo in tempo compiaciuti di distinguere il Colonnello delle nostre truppe di Cavalleria e de' Dragoni Barone D. Luigi Amat di Sorso, Cornetta con grado di Luogotenente nella 3^ compagnia delle Guardie nostre del Corpo, gli comprovano già il particolare gradimento che si è presso di noi conciliato con le non mai rallentate testimonianze di attività, di attenzione, ch'egli ci ha dato nel corso della militare sua carriera, or mentre sta egli recandoci sempre soddisfacenti riprove del sincero commendevole suo attaccamento al nostro servizio, e che lo rimiriamo ognora più animato ad avvalorarci coll'esercizio delle virtuose sue doti i sentimenti del vivo costante di lui zelo per la Nostra Persona, ravvisandolo Noi meritevole di nuovi Nostri graziosi riguardi, Ci siamo degnati di promuoverlo alla carica di Brigadiere di Cavalleria nelle Nostre Armate…Dat in Torino il di 24 del mese di febbraio 1796" (38).

Cav. D. Francesco Maria Benedetto Amat di Sorso dei Marchesi di San Filippo, nel 1775, capitano nel rgt. Aosta, è nominato 2° scudiero della principessa Carolina e nel 1789 1° scudiero della Duchessa d'Aosta (nuora del re).
"Nel determinarci a destinare il Cavaliere Francesco Maria Benedetto Amat della città di Cagliari per Secondo Scudiere, e Gentiluomo di Bocca della Principessa Carolina mia amatissima figlia abbiamo avuto presenti le distinte prerogative di prudenza, esattezza, e zelo che trovansi in lui unite colla chiarezza de' suoi Natali, ci ripromettiamo che sarà egli impegnato a rimeritarsi gli ulteriori effetti delle nostre grazie…Dat. In Ciamberì Li quindeci del mese di Settembre l'anno del Sig.e 1775" (39);
"Alle assicurate distinte prove di saviezza, prudenza, e fedele attaccamento al nostro servizio, che ha dato il Cavaliere Francesco Maria Benedetto Amat Capitano nel Reggimento d'Aosta Cavalleria dappoiché venne nel 1775 prescelto agli impieghi di Corte nella qualità di Secondo Scudiero, e Gentiluomo di Bocca, corrispondendo in Noi la premura di dargli un grazioso contrassegno del migliore nostro gradimento, e de' sentimenti di stima, e propensione con cui lo rimiriamo, ci siamo ben volentieri disposti a promoverlo alla carica di Primo Scudiere della Duchessa d'Aosta mia futura Nuora, nella persuasione, che, animato egli da questo tratto della nostra beneficenza, sarà per sempre più distinguersi con ulteriori saggi delle virtuose qualità che lo adornano, e che, unite alla nobiltà del suo Casato, concorrono a rendere presso di noi ben commendevoli i di lui servizj…Dat in Torino li 14 di Aprile 1789" (40);
all'Ufficio Generale del Soldo: "Prendendo in benigna considerazione le rappresentanze stateci rassegnate per parte del Cav.re Francesco Maria Benedetto Amat de' P.mi Capitani nel Reg.to di Piemonte Reale Cavalleria con grado di Maggiore nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni per le quali non sarebbe in grado di restituirsi, come ne avrebbe la premura, dalla Sardegna, dove trovasi col n.ro permesso in Semestre, all'esercizio del suo posto, mentre ci siamo disposti a dispensarvelo, abbiamo determinato in contrassegno della soddisfazione, che ci è risultata dalle virtuose qualità, e dalla zelante, ed attenta condotta, con cui ha accompagnato i lodevoli d lui servizi di assegnargli un annuo provvisionale assegnamento di lire cinquecento p.13 e 4 di Piemonte finché venga riammesso al Servizio e di conservargli nello stesso tempo il grado di Maggiore nelle N.re Truppe di Cavalleria e Dragoni…Dat. In Torino li 7 9mbre 1798" (41);
Successivamente raggiunse il grado di generale di cavalleria e il 2 novembre 1815 è insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata.

Cav. D. Carlo Amat di Sorso nel 1792, in servizio nel rgt. di Sardegna è promosso luogotenente colonnello, aveva servito per 12 anni nelle Guardie del Corpo e quindi nel rgt. di Aosta.

Cav. D. Vincenzo Amat di San Filippo, nel 1793, maggiore nel rgt. di Sardegna è nominato Comandante in 2^ del forte S. Vittorio di Tortona.

Cav. D. Giovanni Amat di Sorso, nel 1796 è promosso luogotenente colonnello nel rgt. di Sardegna.

Marchese D. Francesco Borro, nel 1793 è nominato Colonnello comandante in 2^ del rgt. di Sardegna.

Gavino Giuseppe Carlotto, nel 1744 sergente nel reggimento di Sardegna, dato come disertore in una delle prime riviste, rientrò nei ranghi dove si dovette distinguere tanto che fu congedato con pensione e grado di Luogotenente nel 1793;

D. Giovanni Battista Carroz maggiore di fanteria nel 1784 in riconoscimento del servizio svolto come capitano delle Torri, nel 1793 promosso colonnello, rivestendo l'incarico di colonnello delle Torri nel regno di Sardegna;

D. Giuseppe Cavazza, nel 1793 è promosso luogotenente colonnello;

D. Carlo Cuggia, nel 1793, capitano dei Granatieri del rgt. di Sardegna, è nominato maggiore in 2^ di Tortona.

D. Ignazio Garuccio, appartenente al 2^ battaglione del rgt. La Marina, nel 1735 è retrocesso da luogotentenente ad Alfiere a seguito della contrazione del reparto, ricevendo peraltro un contributo in denaro che lo mantiene nella stessa posizione stipendiale. Nel 1744 passa al rgt. di Sardegna.

D. Alberto Genovese duca di S. Pietro marchese della Conquista, nel 1745 è capitano nel rgt. di Sardegna levato dal padre, promosso nel 1784 luogotenente colonnello, nel '89 è colonnello e nel '93 Brigadiere Generale. Recita la patente relativa a quest'ultima nomina: "Il vivo attaccamento, che il Duca di S. Pietro D. Alberto Genovese, fece in tante circostanze spiccare per il Reggimento di Sardegna al quale meritò perciò d'essere da Noi aggregato nella qualità di Colonnello, comprovando insieme al commendevole suo affetto per la propria Patria, ed il fruttuoso zelo ond'è animato per il nostro servizio gli conciliò in ogni tempo i particolari nostri riguardi. Fra le rimembranze pertanto che serviamo delle pregevoli da lui manifestate lodi volendo Noi rimostrargli il conto, che facciamo, e contrassegnargli altresì la sempre eguale propensione con cui rimiriamo la di lui persona, ci siamo degnati di conferirgli la carica di Brigadiere di fanteria nelle nostre Armate…Dat in Limone li 28 agosto 1793" (42).
(…)

Cav. Giuseppe Malliano, di famiglia piemontese trasferitasi nell'isola con suo padre per un incarico a Sassari, dove egli stesso era nato, nel 1747 entra in servizio nel rgt. di Sicilia e dal 1751 in quello di Sardegna. Nell'autunno del 1792 nel corso della campagna in Savoia fa ripiegare il rgt. di Sardegna, quindi per non essere sottoposto a giudizio della corte marziale dà le dimissioni arruolandosi come volontario in un corpo di granatieri dove si distingue tanto che, nel 1793, il sovrano gli restituisce il grado e lo nomina comandante della città di Sassari.
E' interessante la patente di nomina, che ne ripercorre la vita: "Dopo averci il Cav.re Malliano domandato, e da Noi ottenuto le dismissioni dalla carica di Colonnello del Reggimento di Sardegna, mediante che facemmo soprassedere il Consiglio di Guerra dal devenire ad un giudicato sul procedimento che si era intrapreso per appurare la maniera, con cui nell'autunno del 1792 si ritirò con esso Corpo dalla Savoja, cercò Egli per dimostrare che non mancava di zelo, o attaccamento per in Nostro Servizio, ma solo per difetto di riflessione poteva aver contratta qualche colpa nell'accennata occasione, di servire come semplice volontario con qualcuno de' Corpi di Nostra Truppa, e venne applicato al 3° Battaglione de' Granatieri comandato dal Marchese Chamosset.
Prestò pendente tutta la scorsa campagna il suo servizio in esso Corpo e diede nelle frequenti circostanze, in cui si trovò col medesimo in faccia al Nemico così indubitate prove tanto al Comandante dello stesso, quanto al Generale Austriaco Conte d'Argenttan, dell'intrepida fermezza, e del vivo desiderio di togliere l'impressione, che poteva aver lasciata nella mentovata ritirata, che avendoci tali suoi portamenti richiamati i suoi precedenti servigi intrapresi nel 1747 nel Reggimento di Sicilia, e successivamente continuati dal 1751 in poi in quello di Sardegna, ci siamo degnati di aderire alle sue supplicazioni per essere rimesso ne' militari gradi, con essersi perciò compiaciuto di decorarlo di quello di Colonnello nelle nostre Truppe di fanteria, con avergli insieme accordato il titolo di Comandante della Città di Sassari nel Regno nostro di Sardegna…Dat in Torino li 24 Xmbre 1793" (52).

D. Girolamo Manca d'Albis, nel 1737 entra nel rgt. delle Guardie e serve poi in quello di Sicilia, il aprile 1756 é nominato capitando degli Alabardieri del Viceré, nel 1757, è promosso luogotenente colonnello di cavalleria e cornetta delle Guardie del Corpo e nel 1768 colonnello, nel 1771 è luogotenente delle Guardie del Corpo, nel '74 Maggior Generale di Cavalleria, ed infine nel 1775, anno in cui cesserà di vivere, è nominato comandante della Cittadella di Torino. Merita citare alcune delle patenti che lo riguardano in cui torna sovente il concetto di voler dare, nel promuoverlo, un riconoscimento alla nobiltà sarda:
"Propensi a dimostrare alla Nobiltà del Regno nostro di Sardegna la considerazione che per essa abbiamo, essendoci nella vacanza della carica di Cornetta della terza Compagnia delle nostre Guardie del Corpo, richiamati i servizi che il cavaliere d. Gerolamo Manca d'Albis, ora Capitano degli Alabardieri del nostro V.Ré ci ha resi con distinzione e zelo prima nel reggimento nostro delle Guardie e poscia in quello di Sicilia fino alla riforma del med.o in cui copriva il posto di Capitano, con avere nell'uno e nell'altro Corpo dati saggi della sua abilità, esattezza, e savio contegno non meno che della sua fermezza pendente la scorsa guerra, ci siamo volentieri disposti ad esercitare nella di lui persona i benigni nostri riguardi per la Nobiltà predetta, promovendolo all'accennata carica di Cornetta della terza Compagnia delle nostre Guardie del Corpo, col grado ed anzianità di Tenente Colonnello nella cavalleria, e Dragoni….Dat in Torino li 19 luglio 1757" (53);
"Dacché ci compiacemmo di prescegliere il Cavaliere D. Gerolamo Manca d'Albis per coprire la carica di Cornetta della terza Compagnia delle nostre Guardie del Corpo col Grado, ed anzianità di Tenente Colonnello di Cavalleria, in vista non meno di contraddistinguere il vivo attaccamento, e zelo, che conoscevamo in lui, e nella sua Famiglia, per il nostro servizio, come per testimoniare nella di lui Persona alla Nobiltà del Regno nostro di Sardegna la considerazione che per essa abbiamo, avendo egli corrisposto mai sempre alla nostra aspettativa, ed agl'effetti delle nostre grazie, coll'assiduità, ed attenzione particolare dei suoi serviggi, e colla saviezza del suo contegno, ci troviamo invitati a fargliene sentire il nostro singolar gradimento con decorarlo in oggi col grado, ed anzianità di Colonnello delle nostre Truppe di Cavalleria, e Dragoni….Dat. in Torino li 3 del mese di Luglio l'Anno del Signore mille sette cento sessant'otto" (54);
"Ai motivi che ci mossero a stabilire il Cav. re Dn Girolamo Manca d'Albis nell'impiego di Cornetta della 3za compagnia delle nostre Guardie del Corpo, e successivamente condecorarlo del grado, ed anzianità di Colonnello della Cavalleria, e Dragoni, aggiungendosi ora la soddisfazione che ci risulta dalla sempre lodevole esattezza, con cui ha continuato a riempire i doveri del sudetto impiego, ci siamo volentieri disposti a dargliene un distinto contrassegno del gradimento, con cui rimiriamo il conosciuto suo particolare attaccamento, e vivo zelo, e con esso una testimonianza della considerazione, che abbiamo per la Nobiltà del Regno nostro di Sardegna promovendolo alla Carica di Luogotenente nella medesima Compagnia…Dat' in Torino li sedici del mese di marzo l'anno del Signore 1771" (55);
"Dall'avere il Cavaliere D. Gerolamo Manca d'Albis Colonnello di Cavalleria, e Luogotenente della 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo impiegati mai sempre con assiduità, e zelo i suoi talenti per riempiere lodevolmente i doveri tutti degli Impieghi che fin ora coperto e singolarmente nelle circostanza della scorsa guerra, nelle quali dimostrossi armato di valor pari alla distinzione de' suoi Natali, traendo noi ben giusti motivi di gradimento ai di lui servigi, e di propensione sempre maggiore a suoi avanzamenti abbiamo pensato di dargli dell'uno, e dell'altra un particolar contrassegno, che ben merita il suo conosciuto vivo attaccamento al nostro servizio di cui non cessa di darci le più chiare riprove, promovendolo, come facciamo alla carica di Maggior Generale di Cavalleria nelle nostre Armate…Dal Castello di Moncalieri gli undici del mese di 7mbre l'anno del Sig.e 1774" (56);
"Quanto ben collocati fossero nella persona del Cavaliere Dn Gerolamo Manca d'Albis, Luogotenente nella 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo gli onorevoli impieghi, di cui tempo a tempo fu dalla Real munificenza destinato, chiaramente li dimostrano, non solamente le prove di valore militare, con cui egli servendo dal 1737 nel Reggimento delle Guardie si distinse nelle Campagne d'Italia, di Savoia, e di Casteldelfino ma altresì il vivo zelo, ed attaccamento, che sempre ha dato conoscere dalla sua Famiglia verso la Real nostra Casa; esercitò egli con maggiore impegno, sia colla Levata di una compagnia sarda in occasione della formazione del secondo Battaglione di Sicilia, sia coll'incessante premura, con cui, non curando i propri interessi ottenne nel 1747 di ripassare in Terra ferma, onde poter ancora essere col Primo Battaglione di detto Corpo a parte delle operazioni di essa guerra. Questi suoi lodevoli portamenti restarono così presenti al Re mio Padre, che dappoi la riforma di detto Reggimento non tardò guari ad eleggerlo per Capitano degli Alabardieri del Vicerè, ed a chiamarlo indi presso la Reale sua persona nell'impiego di Cornetta in detta terza Compagnia delle nostre Guardie del Corpo; e dopo aver invitato noi pure, che soddisfatti tuttora siamo degli attentissimi suoi servigj, a promuoverlo nello scorso anno alla Carica di Maggior Generale di Cavalleria nelle nostre Armate, abbiamo determinato di provveder ora alle particolari sue convenienze in modo altrettanto proprio alle attuali sue circostanze, quanto corrispondenti alla confidenza, ed alla propensione, con cui lo rimiriamo, nominandolo alla carica di Comandante della Cittadella nostra di Torino…Dat'a Chambery il dì dieci di agosto, l'anno del Signore 1775" (57).

D. Giuseppe Manca dell'Arca, già capitano nel reggimento di Sicilia il 1 ottobre del 1758 è nominato Comandante Generale della cavalleria miliziana del Capo di Sassari.

D. Gerolamo Manca di Thiesi, nel 1789 Comandante generale della cavalleria miliziana, nominato luogotenente colonnello e nel 1793 promosso colonnello.

Agostino Massala, dopo aver raggiunto il grado di Luogotenente Colonnello per il servizio prestato nel Reggimento di Sardegna ed al comando delle compagnie franche dei disertori graziati e delle isole di S. Pietro e Sant'Antioco, nel 1797 è promosso Colonnello di Fanteria.

Agostino Millelire, nel 1797 per il comportamento tenuto in un combattimento con uno sciabecco tunisino riceve un aumento di paga di 50 lire, nel 1793 per il valore mostrato nello scontro contro i Francesi alla Maddalena riceve la Medaglia d'Oro al VM ed una gratifica di £ 200 successivamente è nominato Sottotenente di fanteria, nel 1796 per i servizi resi gli viene aumentato lo stipendio di una pensione di £ 200 ed è promosso Luogotenente di fanteria. Diverrà poi negli anni successivi il comandante della marina di Sardegna. Si riportano le patenti che lo riguardano perché, forse, meno note del fatto che sia stata la prima medaglia d'oro della Regia Marina
"Il Re di Sardegna- Ufficio Generale del Soldo, nel mentre che con un regio nostro viglietto del giorno d'oggi nello spiegare al n.ro Viceré, Luogotenente, e Capitano Generale nel Regno di Sardegna Cavalier Solaro i sensi di special gradimento, con cui intesimo la relazione del combatto seguito li 15 dello scad.o aprile ne' mari tramezzanti la Sardegna, e la Corsica tra la nostra mezza Galera la Beata Margherita, ed uno Sciabecco Barbaresco giudicato Tunisino, il quale non ostante la superiorità della sua forza non si scansò altrimenti, che col rifugiarsi tutto mal concio nella vicina Corsica, dal cader preda d'essa mezza Galera, che gli strappò di bordo il bastone d'Insegna colla Bandiera, e s'impadronì d'una cialuppa dello stesso Sciabecco, lo incarichiamo di rendere note a ciascuno de soggetti componenti l'equipaggio d'essa mezza Galera, ed intervenuti nell'azione; le grazie che ci siamo disposti di compartire, gli diciamo altresì, che al Piloto Millelire Isolano della Maddalena, ed al Capo Cannoniere Laghè del Luogo di Villafranca, i quali sebben feriti nel cambatto continuarono tuttavia a riempire coraggiosamente i loro doveri sino al termine dell'affare, che non durò meno di due ore, e un quarto, abbiamo aggiunto ad altri graziosi riguardi, con cui rimane da Noi distinto il loro merito, ed in aumento della rispettiva paga, e vantaggi de quali godono attualmente, assegnate un annuo trattenimento di lire cinquanta in Piemonte.
Dalla Veneria Li 22 di maggio 1787" (58).
"Dopo i saggi di attività, zelo e coraggio, che il Piloto nelle nostre mezze Galere in Sardegna, Gioanni Agostino Millelire ha dato da divedere in tutte le circostanze presentatesi pendente il corso de' suoi servigi sui nostri Legni, e principalmente nel combatto seguito li 15 aprile 1787 tra la mezza Galera la Beata Margherita ed uno Sciabecco Barbaresco, ci riescono così particolarmente gradite le accertate testimonianze, che ce n'ha egli rinnovate nell'essersi con ben lodevole valorosa fermezza distinto nella difesa dell'Isola della Maddalena sua Patria contro la flotta francese, da cui venne attaccata nello scorso febbrajo, che mentre lo abbiamo per mezzo del nostro Vicerè fatto decorare d'una delle medaglie d'oro fattesi da noi coniare per distinto premio del comprovato valore, volendo inoltre con più estesi tratti della nostra beneficenza mostrargli la soddisfazione che ci risulta dai suoi portamenti, ci siamo degnati d'accordargli un trattenimento di annue lire duecento di Piemonte per goderne in aggiunta a quanto gli resta attualmente assegnato…Torino li 23 aprile 1793" (59).
All'Ufficio Generale del Soldo: "Alle grazie che di tempo in tempo ci siamo compiaciuti di compartire al Sottotenente nelle nostre truppe di Fanteria Gio. Agostino Millelire, Piloto nelle nostre mezze Galere col grado di Piloto di Fregata, furono sempre corrispondenti le prove di fedeltà, zelo, e di valore ch'Egli ci ha date per il nostro servizio, tanto ne' vari combattimenti combattuti contro i Barbareschi, in alcuni de' quali rimase ferito, quanto nella gloriosa difesa delle Isole della Maddalena, e di S.t Stefano, e del Regno nostro di Sardegna. E non cessando il medesimo di confermarci col continuo esercizio delle commendevoli prerogative ond'è fornito, il suo attaccamento a tutto ciò, che interessa il bene dello stesso nostro servizio, siccome ha fatto nell'eseguimento di varie commisioni stategli appoggiate dal nostro Vicerè nel sud.o Regno, ci siamo perciò disposti a fargli sperimentare un doppio effetto della nostra beneficenza, da cui venga animato a renderci ancora più proficui i di lui servigj; per il che nel decorarlo come facciamo del grado di Luogotenente nelle predette Truppe di fanteria ci siamo degnati di accordargli un trattenimento di lire duecento in aggiunta a quello di lire cinquanta di cui già gode…Dat in Moncalieri li 13 7mbre 1796" (60).

Gabriel Nin del Castiglio, capitano nel 1744 di una delle compagnie dell'appena costituito Reggimento di Sardegna, nel 1765 viene esentato dal servizio per motivi di salute dopo essere stato promosso Luogotenente Colonnello.

Tomaso Nin di San Tommaso, già in servizio nel rgt. Aosta Cavalleria, nel 1794 Capitano nei dragoni leggeri di Sardegna, nel 1765 viene esentato dal servizio per motivi di salute dopo essere stato promosso Luogotenente Colonnello.

Gavino Pagliaccio della Planargia, nel 1744 capitano di una delle compagnie dell'appena costituito rgt. di Sardegna, promosso nel 1768 Luogotenente Colonnello, nel 1771 Colonnello, nel 1776 Brigadiere di Fanteria, comandante del rgt. di Sardegna tra il 1777 e il 1783 è governatore interinale di Nizza e del suo contado, nel 1783 è promosso Maggior Generale e fra l'83 e l'87 Governatore della città e castello di Cagliari e comandante delle armi in Sardegna, nel 1787 è nominato comandante della città e del contado di Nizza, nel 1789 è promosso Luogotenente Generale, nel 1794 è Gran Maestro dell'artiglieria nel Regno di Sardegna. È uno dei personaggi più citati dalla storiografica per la tragica morte che lo colse nel corso dei tumulti del 1795 a Cagliari.
Uomo di grandi capacità militari seppe affermarsi per le sue qualità come ben dimostrano le patenti che ne scandiscono la carriera e che recitano:
"Il vantaggioso concetto di talenti, abilità, ed esperienza del Conte di Tindia D. Gavino Pagliaccio, che ci determinò in 9mbre 1765 a promoverlo alla Maggiorità del Reggimento di Sardegna, essendosi vieppiù confermato, ed accresciuto in Noi dalle distinte riprove delle accennate sue qualità, che diedeci nell'esercizio d'essa carica riempiendone i doveri con esattezza, corrispondente al vivo zelo, di cui lo conosciamo animato per il nostro servizio, ci ha invitati a compartirgli i maggiori effetti delle nostre grazie, con avanzarlo alla carica di Tenente Colonnello di detto Corpo, invece del Cavaliere del Castiglio resosi defonto…Dat. In Torino li tre del mese di Settembre l'anno del Signore mille sette cento sessant'otto" (61);
"La medesima graziosa prevenzione, che ci mosse già a distinguere il Conte di Tindia ora Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio, con acceleragli l'avvanzamento alla carica di Tenente Colonnello del Reggimento nostro di Sardegna ci ha ora disposti a manifestargli in modo vieppiù distinto la considerazione che facciamo dei suoi talenti, zelo, ed attaccamento al Reale nostro servizio anticipandogli nuovamente gli effetti delle nostre grazie con promoverlo al posto di Colonnello dello stesso Reggimento, invece del Cavagliere di Piossasco destinato ad altro Impiego…Dat. In Torino li sedici del mese di marzo l'anno del Signore 1771" (62);
"I distinti talenti, il vivo attaccamento al Real Servizio, l'instancabile attività, e la sempre regolata condotta che il Marchese della Planargia Dn. Gavino Pagliaccio fece comparire in tutto il corso della militare sua carriera, sono le doti che mossero il mio Real Genitore ad avanzarlo gradatamente alla carica di Colonnello del Reggimento di Sardegna. Nell'esercizio di questa aggiungendo egli nuovi titoli alle sue benemerenze, colla sollecita cura e vigilanza, onde s'impiega a promovere nel suddetto Corpo insieme all'accurata osservazione del sistema da Noi stabilito per le nostre Truppe, la più esatta e regolare disciplina; ci veggiamo invitati a dargli noi pure una testimonianza dello special gradimento che ci risulta da tali suoi servigi, col promuoverlo come facciamo alla carica di Brigadiere di fanteria nelle nostre armate…Dat. In Torino li 27 giugno 1776…" (63);
"Vanno del pari nel Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio Brigadiere di Fanteria nelle nostre Armate singolare talento per la militare carriera, e l'incessante di lui cura per renderli fruttuosi e corrispondenti al vivo suo zelo per il nostro Reale servizio e ne rimaniamo pienamente accertati non solo dalla regolare condotta, indefessa attività, e vigilanza con cui riempiendo egli accuratamente tutte le parti de' propri doveri fu mai sempre inteso ad esigerne altrettanto da' suoi Dipendenti ad a promuovere nel Reggimento di Sardegna del quale è Colonnello Comandante, del nuovo sistema da noi adottato per le Nostre Truppe, ma eziandio dalle distinte testimonianze di abilità e saviezza con cui nel 1777, ed anche in quest'anno si disimpegnò dal provvisionale appoggiatogli comando della Città, e del Contado di Nizza, con siffatti lodevoli portamenti essendosi egli conciliata la nostra particolar propensione ci siamo volentieri disposti a dargliene una nuova publica riprova con promuoverlo insieme a parecchi altri Ufficiali alla carica di Maggior Generale di fanteria nelle nostre Armate….2 giugno 1783" (64);
"Ci sono tuttora presenti le testimonianze di savio accorgimento e di particolare abilità, che il Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio, Maggior Generale di Fanteria nelle nostre Armate, diede a divedere, allorché nel 1777 e nel 1783 ebbe a reggere il provisionale comando della Città, e del Contado di Nizza. Nel riempimento di tale replicata incumbenza, che punto non lo distolse dal proseguire, ed accrescere, come fece, le sue benemerenze nell'esercitare con sempre eguale distinzione di attività, intelligenza, e zelo il Comando del Reggimento Sardo, li diede con sua lode a conoscere, che ben potressimo con pieno accertamento del nostro servizio Reale quando sia prevalerci della di lui persona nell'effettività dell'addiatato comando di Nizza. In questo medesimo concetto ci confermò, dacché trasportato alla carica di Governatore della Città, e Castello di Cagliari, e di Generale Comandante delle Armi del Regno n.ro di Sardegna, nulla ci lasciò desiderare di quanti ci promettevano i conosciuti di lui talenti, e la sperimentata sua premura di rendere fruttuoso l'impiego di tutti gli oggetti alla di lui cura affidati; chepperò nell'avere ora Noi determinato di richiamarlo in Terra ferma, profittiamo con piacere della vacanza che, per la destinazione del Conte di S.t Andrea alla carica di Viceré del Regno nostro di Sardegna, sta per farsi dello stesso comando della Città, e del contado di Nizza, per nominarvelo…Dat' in Torino li 10 di Febbraio 1787" (65);
"Sono affatto corrispondenti alla giusta nostra aspettativa le testimonianze di vivo zelo, indefessa applicazione, e savio accorgimento, che il Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio Maggior Generale di fanteria nelle n.re Armate, continua a manifestare nell'esercizio dell'affidatogli comando della Città, e del Contado di Nizza; e poiché in tal guisa ci richiama egli alla memoria i distinti portamenti, con cui giunse gradatamente a sostenere la Carica di Colonnello Comandante del Reggimento di Sardegna, d'onde poi venne trasportato a quelle di Governatore della Città, e del Castello di Cagliari, e di Gen.ale Comandante in esso Regno, nei quali impieghi nulla mai lasciò desiderare di quanto ci promettevano i particolari suoi talenti, e la costante sua accuratezza nel riempimento de proprii doveri, noi ci veggiamo con piacere disposti a fregiare di nuovo lustro la sua persona, ed estendere a lui pure in questa occasione gli effetti della Reale nostra munificenza con promoverlo Luogotenente Generale di fanteria nelle nostre Armate…Dat in Torino Li 25 marzo 1789" (66).

Raffaele Pagliaccio della Planargia, in servizio nel rgt. di Sardegna è promosso Luogotenente Colonnello nel 1790, nel 1794 è nominato Sergente Maggiore della fanteria miliziana.

Gavino Pes, nel 1744 capitano comandante di una delle compagnie dell'appena costituito rgt. di Sardegna, nel 1763 nominato comandante della cavalleria miliziana in Sardegna e nel 1776 promosso Colonnello di fanteria.

D. Antonio Pes di Villamarina, nel 1793 promosso Luogotenente Colonnello, nel 1796 Colonnello e in quello stesso anno nominato comandante del rgt. di Sardegna. Fu protagonista, insieme col reggimento, di uno degli episodi più citati del conflitto franco-piemontese del 1793, che mette conto richiamare alla memoria riportando i documenti che segnano le sue promozioni:
"Furono sempre da Noi rimirati con ispeciale gradimento i servigi, che il Maggiore di Battaglione nel Reggimento di Sardegna Cav.re Dn Antonio Pes di Villamarina ci ha prestati in esso Corpo, mentre in tutti i carichi, ch'ebbe a riempirvi, ci diede accertate riprove di capacità, esattezza, applicazione, e vigilanza. La conoscenza di queste sue doti ci affidò a lasciarlo supplire al comando dell'intero Reggimento nel tempo, che per gli Ufficiali superiori del medesimo ebbero a rimanere assenti, ed essendosi presentata la circostanza che il P.mo Battaglione delle stesso Corpo rendere a militare dal Canto di Soargio, tanto più ce ne compiacquimo, in quanto che eravamo persuasi, di esso Battaglione marciando sotto i di lui ordini, avrebbe dato all'occorrenza buon conto del suo valore, come n'è succeduto nei fatti li 17 del corrente aprile nell'attacco di superiori forze nemiche sofferto al colle di Pierus, dove il mentovato Battaglione sostenne un lungo vivissimo combatto, né cedé al nemico fuorché dopo d'aver vendicato su d'esso li feriti, e li morti, che n'erano risultati allo stesso Battaglione. Nella valorosa difesa di questo ravvisando noi pertanto anche il merito del mentovato Cav.re di Villamarina, prendiamo volentieri a comprovargli d'essere pienamente soddisfatti del contegno da lui manifestato nel sudetto cimento e ci siamo perciò disposti a promoverlo Luogotenente Colonnello dell'additato Reggimento di Sardegna invece del Cav.re Samassi dimessosi…Dat in Torino li 30 aprile 1793"(67);
"Nell'esercizio della Carica di Luogotenente Colonnello del Reggimento di Sardegna e nel comando che continua a sostenere del medesimo, ci porge il Cav. D. Antonio Pes di Villamarina ben accertate riprove non meno della sua capacità, attenzione ed intelligenza, quanto anche della lodevole sua premura per mantenere il buon ordine, e la necessaria Militar disciplina; coll'uso di queste Militari sue prerogative, e coll'esempio del proprio valore ebbe parte alla gloria che lo stesso Reggimento si è acquistata nella Campagna del 1793 principalmente per il fatto occorso il 17 aprile al Perus, dove col fermo suo contegno fece costar caro il terreno all'inimico. Ravvisando quindi Noi ne' di lui portamenti il vivo suo zelo per il Nostro Servizio Ci siamo tanto più volentieri disposti a comprovargliene il Nostro gradimento, in quantocché abbiamo giusto motivo di credere, che farà egli un impegno di promuovere colla maggiore sollecitudine il reclutamento dello stesso Corpo per restituirlo alla forza prescritta, e ci siamo perciò degnati di decorarlo del Grado, ed Anzianità di Colonnello nelle nostre Truppe di fanteria…Dat in Torino il di 7 marzo 1796" (68);
"La viva premura, che il Colonnello nelle N.re Truppe di Fanteria D. Antonio Pes di Villamarina, Luogotenente Colonnello nel Reggimento di Sardegna fin da principio della sua carriera manifestò d'incontrare coll'esatto adempimento de'suoi doveri il Nostro gradimento, ce lo fece sin da allora ravvisare per un ufficiale che ci avrebbe resi col tempo utili e distinti servigi; nell'esercizio de diversi carichi, che vi ha successivamente ricoperti, ci confermo vieppiù, coi preggi da lui costantemente dati di capacità e di applicazione, nella vantaggiosa idea, che le virtuose sue prerogative ci fecero concepire della di lui persona, ma questa così per il valore, l'intelligenza e la fermezza, che diede di vedere nelle occasioni in cui intervenne nella scorsa guerra, e segnatamente nell'affare seguente il 17 aprile 1793 al Perus nel Contado di Nizza, come per la pregevole maniera, con cui tenne il comando di esso Corpo, nel quale seppe mantenere e promuovere la tanto necessaria Militare disciplina, si accrebbe in modo, che rimanendo invitati a dargli una pubblica testimonianza, e della particolare soddisfazione, che ci risulta dai commendevoli suoi portamenti, e della confidenza, che abbiamo in lui riposta, lo abbiamo nominato Colonnello del Reg.to sovraccennato, in vece del Cav.re Luguia fatto Governatore della Città, e Provincia d'Ivrea …Dat al Castello di Moncalieri il di primo ottobre 1796" (69).

D. Giacomo Pes, ufficiale nel reggimento di Sardegna si distingue battendosi col suo reparto nella campagna del 1793, la sua carriera ha un'accelerazione una volta che la Corte dei Savoia si trasferisce nell'isola, è comandante di Sassari nel 1803, generale delle armi del regno nel 1805 quindi ministro di polizia. Il 2 novembre 1815 è insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata, sarà poi Viceré di Sardegna e Gran Maestro dell'Artiglieria.

D. Sadoro Samassi, nel 1797 promosso Luogotenente Colonnello, nel 1789 Luogotenente Colonnello del Rgt. di Sardegna, nel 1790 Colonnello.

D. Saturnino Simon di Samassi, figlio di Giovanni Battista, il capitano di una delle compagnie rgt. di Sardegna nel 1744, intrapresa anch'egli la carriera militare, nel 1793 è promosso Luogotenente Colonnello dopo aver chiesto, per motivi di salute, di essere congedato, e nel 1794 su sua richiesta è riammesso in servizio.

D. Francesco S. Just Barone di Teulada, nel 1759 Capitano degli Alabardieri del Viceré, nel 1774 Capitano Generale della cavalleria miliziana, nel 1787 Gentiluomo di Camera. Si ritrova anche nella sua patente di nomina a quest'ultimo incarico il motivo, spesso presente, di dare un riconoscimento non solo alla persona ma anche alla nobiltà sarda, recita infatti il documento: "Nei sentimenti di particolare propensione, che rimiriamo que' Vassalli, e sudditi del Reno n.ro di Sardegna, i quali accoppiando alla nobiltà de' Natali un sincero zelo, ed attaccamento al n.ro servizio si fanno tuttora un lodevole impegno di darcene le più assicurate riprove, incontriamo con singolare compiacimento l'occasione di ricompensare il merito del Barone di Teulada Don Francesco S.Giust, e Cattalan, il quale dopo essere stato nel 1759 destinato al posto di Capitano degli Alabardieri del n.ro Viceré in detto Regno, essendo nel 1774 stato promosso alla carica di Capitano Generale di quella Cavalleria Miliziana, ne ha sempre mai compite le incombenze in modo da conciliarsi la piena nostra soddisfazione, e gradimento. Ci siamo pertanto ben volentieri disposti a conferirgli la ragguardevole Carica di n.ro Gentiluomo di Camera, ben persuasi che, riconoscendo egli il distinto grado di stima, e confidenza, che si è presso di noi conciliata, sarà vieppiù impegnato a corrispondervi con ulteriori saggi delle virtuose sue qualità…Dat in Torino Li 2 di aprile 1787" (70).

Andrea Santuccio, nel 1744, alla fondazione del rgt. di Sardegna, Luogotenente nella compagnia Luogotenente Colonnella, nel 1771 è promosso Luogotenente Colonnello, nel 1791 capitano degli alabardieri del Viceré, nel 1794 nominato Governatore della città e Capo di Sassari e promosso Brigadier Generale, nel 1796 è Maggior Generale.

Saturnino Vico di Soleminis, nel 1744 alla fondazione del rgt. di Sardegna Luogotenente Colonnello, muore nel 1745.

Come si è sopra detto, non è esaustivo l'elenco di cui sopra e molti sono coloro di cui si trova traccia ma che diviene quasi impossibile seguire le tracce. Fra gli altri si trovano registrati (71) nella situazione degli ufficiali presenti alle armi nel 1732: un conte Cartoz, già 1° paggio di S.M. e ora cornetta nel reggimento Dragoni di S.M.; D. Michele Pes di Villamarina, arruolato nel reggimento di Sicilia il 23 novembre 1722 e allora capitano; un Silvestro di Cagliari (non meglio identificato) e D. Carlo Lora alfieri nel reggimento di Sicilia. Nel 1750 (72) troviamo il marchese Guerra comandante della 6^ Compagnia del reggimento delle Guardie, il marchese Vico maggiore e il capitano Carcassona in servizio nel reggimento di Sicilia.
Per tutti possono valere come riconoscimento collettivo ai Sardi e al Reggimento di Sardegna, le parole con le quali Carlo Emanuele IV, su richiesta di quest'ultimo, ne affidò il comando a Carlo Felice, recita la relativa patente: "L'onore, il rispetto, la fedeltà e l'attaccamento che li Sudditi n.ri del Regno di Sardegna ci hanno manifestato nel tempo massime nel Nostro soggiorno colà, ci ha posto nella disposizione di profittare delle occasioni, che ci si presentano favorevoli per palesare ai medesimi i sentimenti, che ci hanno essi saputo ispirarci. Di questo abbiamo Noi dato alla Nazione Sarda una conveniente prova coll'aver lasciato il Duca del Genevese, ed il Conte di Moriana miei carissimi fratelli, il primo a Cagliari, e l'altro a Sassari, affinché degni come sono per tutti i riguardi della nostra confidenza, concorressero colle loro sollecitudini, come stanno facendo a piena Nostra soddisfazione, al grande, e per Noi interessante oggetto del maggior bene de que' Nostri amati Popoli, un particolare distinto Nostro riflesso si merita pure il Reggimento della stessa Nazione, il quale col sangue, che intrepido ha sparso per il nostro servizio nella scorsa guerra ha accresciuto i titoli che già aveva acquistati alle Nostre grazie, di cui siamo disposti a fargli sperimentare un effetto secondando i desideri che ha spiegati di avere per Capo il prefato Duca del Genevese Carlo Giuseppe Felice. Li talenti militari, di cui è fornito, le cognizioni che cogl'indefessi suoi studi…..la stima per fine ch'egli stesso fa del predetto Reggimento Sardo, hanno presso di Noi giustificati i voti di questo, e ci hanno determinati a nominare come nominiamo per capo del medesimo il suddetto Duca del Genevese….Dat al Poggio Imperiale di Firenze il di 15 febbraio 1800" (73).

Oltre ai militari servirono sia in Sardegna sia in Piemonte anche numerosi personaggi nella magistratura e nell'amministrazione, fra essi mette conto ricordare il:
Cavaliere D. Simone Valentino Manca di San Martino, cui le patenti d'interesse recitano:
"Al Sovra intendente alla Cassa delle pensioni e trattenimenti: Fedele, e amato nostro.
Invitati non meno dalle vantaggiose informazione, che abbiamo dell'attenzione, ed assiduità con cui il Cavaliere D. Simone Valentino Manca di San Martino dopo d'aver compito il corso di Giurisprudenza, e quindi conseguitane col lode, fin dall'anno 1785, la Laurea nella R.a Università degli Studi di Sassari, avendo con assidua applicazione atteso alla pratica prima nell'Ufficio del Proavvocato Fiscale Regio di detta Città, e successivamente in quello del Procuratore n.ro Generale con essersi mai sempre distinto nella spedizione degli affari, che gli vennero appoggiati massimamente nelle materie economiche, Ci siamo volentieri disposti a porlo in grado di far uso delle utili cognizioni ond'è fornito con destinarlo all'impiego d'Intendente nell'Ufficio del Controllo Gen.re delle n.re Finanze, persuasi che sarà per corrispondere a questo grazioso tratto della nostra beneficenza in modo da rimeritarsene gli ulteriori effetti….Dat' in Torino li 30 Xmbre 1794" (75).
Dopo l'instaurazione da parte dei Francesi del governo provvisorio rivoluzionario, fu privato dei suoi incarichi e successivamente, come sardo, espulso dal Piemonte.

D. Francesco Pes, che raggiunse importanti incarichi nel Consiglio Supremo di Sardegna e la cui carriera è segnata dalle seguenti nomine:
"Il singolar talento, coltivato con applicazione di continuo studio, dal Dottor D. Francesco Pes Pes, ed accompagnato da prudenza, e saviezza, lo fece già distinguere per un soggetto degno delle nostre attenzioni per venir destinato ad Impieghi di Magistrature nel Regno nostro di Sardegna, ci piacque tuttavia chiamarlo in Piemonte per dargli maggiormente campo di far apparire le dette sue virtuose qualità, alle quali sappiamo altresì accoppiato un distinto zelo per il nostro servizio, e della Giustizia, e ci siamo ora di buon grado disposti a destinarlo all'Impiego di Referendario nel Consiglio nostro de' Memoriali, essendo persuasi, che col perfetto adempimento delle sue incumbenze sarà per corrispondere pienamente all'aspettazione nostra, e meritarsi gli ulteriori effetti delle nostra beneficenza…Dat in Torino addì undeci del mese di febbraro l'anno del Sig.e 1766" (76)- Con lui vennero designati allo stesso incarico il Cav. Francesco Malingri di Bagnolo, il vassallo Giovanni Battista Provana del Villar, il Conte Gaspare Antonio Graneris di Mercenasco;
"Rimiriamo, con particolar soddisfazione, unite nella Persona del Cavaliere Francesco Pes Pes una singolare capacità, dottrina, applicazione, ed attività nella spedizione degli affari, qualità di cui egli ha dati chiari contrassegni nell'Impiego di Riferendario nel Consiglio dei Memoriali; ci siamo perciò volentieri disposti a dimostrargli il gradimento, che ce ne risulta, ed a porlo in situazione, onde abbia maggior campo ad esercitare i suoi talenti, con destinarlo alla carica di collaterale nella Camera nostra de Conti, persuadendoci di tutta la sua premura, a compiere interamente i doveri e a corrispondere alla nostra aspettativa…Dat in Torino li sei del mese di ottobre l'anno del Signore mille sette cento sessant'otto" (77);
"…con Biglietto nostro del 12 luglio 1774 ci degnammo accordare al Collaterale Cavaliere Francesco Pes l'annuo trattenimento di lire cinquecento in considerazione del distinto servizio che stava da più anni prestando in qualità di Consigliere nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, e con altro Biglietto de' 14 marzo 1776 indirizzato al Controllore Generale ordinammo, che dal di lui Uffizio si desse corpo al precedente Biglietto 12 luglio 1774 non astante il trascorso termine di mesi quattro portato dal § 10 del Regolamento Economico dello stesso Uffizio. Siamo ora informati essere rimasti inespediti amendue i suddetti nostri Biglietti, di modo che non avrebbe il mentovato Cavaliere Pes gioito dal 1774 in poi del trattenimento, come sopra da noi accordato, e ne tampoco sarebbe in grado di gioirne per l'avvenire a motivo di non essere stati in tempo abile spediti gli anzidetti Biglietti; e non volendo Noi per questa accidentale circostanza rimangano senza effetto le Reali nostre Grazie compartite con le accennate provvisioni al succennato Cav.re Pes vi diciamo in conseguenza essere mente nostra che facciate al medesimo pagare il suddetto trattenimento di lire cinquecento, coll'importare delle annate decorse dappoi li 12 luglio 1774…Torino, li 18 gennaio 1782" (78).

Cavaliere Don Giuseppe Pes, del quale fu riconosciuto l'impegno: "Al Primo Ufficio di Finanze: "Fedele ed amato nostro. Sulli ben vantaggiosi riscontri che abbiamo avuti delle virtuose qualità del Cav.re Dn Giuseppe Pes del Villaggio di Tempio in Sardegna, e dell'assiduità, ed applicazione con cui dopo aver conseguito la laurea nella nostra Università degli studi di Torino sta egli da parecchi anni applicando alla pratica legale nell'Uffizio dell'avv.o de' Poveri nel Senato nostro di Piemonte, e si occupa nel tempo stesso per gli affari di Sardegna sotto la direzione del di lui padr.no Cav.re D. Francesco Pes Reggente di Toga nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, ci siamo ben volentieri disposti a compartirgli un grazioso tratto della Reale nostra beneficenza, con assegnargli l'annuo provvisionale trattenimento di Lire tre cento sulla Cassa del predetto Regno…Moncalieri li 7 settembre 1790" (79).

Andrea Pilo Pilo, già assessore criminale nella governazione di Sassari e quindi giudice della Sala Criminale della Reale Udienza del Regno di Sardegna venne nominato nel Senato del Piemonte nel 1753 con la seguente motivazione: "…si è dimostrato sempre fornito di dottrina, integrità, e prudenza non meno che applicato, attento, e zelante per il servizio nostro e della giustizia, avendo perciò incontrata la soddisfazione nostra, ci siamo di buon grado mossi a trasferirlo in Piemonte con destinargli una sedia senatoria al Senato nostro del Piemonte…1 giugno 1753" (80).

Don Francesco Maria Pilo Boil di Putifigari, che trascorse la sua vita tra la Sardegna e Torino in ambienti giudiziari, sino a quando il governo rivoluzionario instaurato dai francesi lo espulse dal Piemonte perché sardo. Mette conto ripercorrerne la carriera attraverso alcune patenti di nomina, perché fu un personaggio di rilievo nella magistratura del tempo:
"Nel destinare per coaggiunto alla Reale nostra Governazione di Sassari il Dottore Dn Francesco Maria Pilo Boyl di Putifigari per essere richiamato in terra ferma, abbiamo presa in benigna considerazione la lodevole servitù dal med.mo prestata in varj impieghi giuridici nel Regno nostro di Sardegna, ed ultimamente quello di Giudice della Sala Criminale della R.e Udienza in Cagliari, con prove di capacità, esattezza ed interessamento pel n.ro servizio, e pel bene della giustizia, e ci siamo quindi compiaciuti di destinarlo ad uno de' posti di Consigliere di Stato e referendario nella fiducia che sarà per rinnovarci le prove delle commedevoli sue qualità, onde rimeritarsi ulteriori tratti della n.ra beneficenza" (82);
al Consolato di Torino: "Magnifico, fedele, amato nostro. Scadendo con tutto il corrente mese il biennio, per cui il Senatore Barone Peretti di Casalbagliano fu destinato per Giudice legale in Cod.o Magistrato, Ci siamo disposti a nominare in di lui surrogazione pel venturo biennio principiano col primo del prossimo Gennaio per Giudice Legale ordinario il Consigliere di Stato e Referendario il Marchese Boil di Puttifigari già Giudice Straordinario il quale dovrà perciò godere del solito annuo stipendio di £ 500…Torino 17 Xmbre 1796" (83);
"Pilo Boil, marchese Francesco, consigliere di Stato e referendario, congiudice ordinario nonché Magistrato del Consolato, come nativo dell'Isola di Sardegna è dispensato da ogni carica ed impiego. Il Governo si riserva di prendere quelle misure che crederà opportune per allontanarlo, unitamente agli altri Sardi, dagli Stati del Piemonte. Decretazione in data 15 febbraio 1799" (84).

D. Raimondo de Quesada, laureato in legge è assunto a Torino in uno degli uffici dell'amministrazione del regno, in merito a lui si legge: "Al Sovraintendente alla cassa delle Pensioni: Fedele, ed amato nostro Dappochè il D.re Dn Raimondo de Quesada della Città di Sassari, animato dal lodevole desiderio di abilitarsi vieppiù nella legale carriera, si è recato in questa Capitale per occuparsi in alcuno degli Uffici Generali, e venne da Noi applicato a quello del procuratore nostro Generale, diede finora nei due anni, dacché vi sta lavorando costanti saggi di particolare talento, capacità, ed applicazione accoppiata ad una soda, ed esemplare condotta. Volendo noi contrassegnargliene il nostro gradimento, ci siamo ben volentieri degnati d'accordargli su codesta Cassa, finché si faccia luogo a provvederlo altrimenti, un annuo trattenimento di Lire tre cento…Torino, Li 27 aprile 1787" (85).

Un po' trascurato dalla grande storia, il generoso impegno con cui i Sardi respinsero i tentativi d'invasione francese nel 1793, per il quale ricevettero numerose ricompense, che mette conto ricordare anche perché, col tempo, i fatti sono stati in parte sepolti dall'oblio.
Val la pena tuttavia, prima di passare a ricordare parte di coloro che furono ricompensati, riportare la lettera di un sacerdote di Oristano che scriveva al Sig. Paolo Baretti, Console e agente di S.M. Sarda in Livorno, la sua lettura restituisce l'immagine dei sentimenti di almeno una parte dei Sardi del tempo: "Ill.mo Signore, credo che con la speronara giunta a Sassari, sulli primi giorni di questa caduta settimana, ci sarà letera di V.S. Ill.ma a me direta, ma siccome persiste ancora la providenza che le letere di questo dipartimento si distribuiranno in Cagliari per ciò è che non posso contestare alla med.ma, questo Magistrato, instato da tutti i Cavalieri e gente civile farà una rappresentanza, accioche si revochi una così sciocca provvidenza, mai vista in sin dall'istituzione della speronara, e se mai in Cagliari non si provvedesse humileremo le nostre suppliche al trono.
La flota francese comparì nei mari di Cagliari tanto che s'ebbe il porto blocato, ma non ardirono di far veruno sbarco; vi sono nel porto di Palma 7 vascelli di guerra, furono sfidati li francesi che calassero, ma non lo fecero.
In questi mari non si vede altro, che una bombarda francese, che diede fondo alla punta di S.t Giovanne, subbito partirono di qui il Veghiere, con 400 cavalli, arrivato alla detta punta ordinò alla torre che tirasse col cannone, al 2° tiro si mise alla vela, e si messe fuori di tiro di cannone e li nostri feccero cenno all'equipaggio che calassero a terra acciò di provar l'odore della polvere sarda, era tanto il coraggio d'i nostri che se avessero avuto delle cialupe sarebbeo andati a Bordo, vide al meno la bona volontà e se ne partì.
Noi stiamo trincerando la spiagia, e con animo risoluto di difender la nostra Religione, Patria, e Corona insino all'ultimo sangue; abbiamo fatto per ora una volontaria contribuzione di 800 starelli di grano per subbito farlo a pane, che giornalmente si travaglia, oltre denari e vino, che tutti a gara feriscono pieno di buon cuore, e siamo tanto animati che guai del francese che ci capita.
Cativo anche che si dica, ma in boca di tutti altro non si ode, solo che a Cagliari vi erano traditori, trovarono cannoni inchiodati e molte cartucce piene di sabbia, in vece di polvere, tra questi mischiano il Vice Ré; per esser ciò vero cosa ella ne dice? Compatisco al mio sovrano, degno Monarca d'esse servito con più fedeltà, ma almeno, la più parte di coloro che vengono nominati, son Piemontesi, vengono qui per succhiare le nostre sostanze, e all'occorrenza anche tradirci la Patria, e con questa il nostro comun Sovrano; forse che il nostro Re non abbia così in avvenire, in tanto buon credito li Sig.i Piemontesi, che presentemente vanno a capo chino.
Tutto lo spavento, e timore, che prima avevano, si è cangiato in rabia e stia certo, che la nostra risoluzione è di lasciarci prima di massacrare, che sopravivere, e stare con gente così iniqua, perfida, senza lege, senza religione e senza fede, perché non l'hanno avuta né col loro Re, né tra loro stessi.
Non saprei se V.S. Ill.ma mi abbia spedito le due cuperte di leto di cotone, che li mandò l'amico Dn Gorgonio: la prego che quando mi scriva, meta la mia letera sotto piego del Sig.r Mora, come altre sì da favorirmi il solito foglieto.
In questo che sono ore 4 e mezzo di sera comparisce alla punta della Frasca 15 miglia lontano di questo porto 4 vele, e non sapiamo cosa siano; ciò non ostante non siamo smariti di coragio.
Se scrive a Pisa riverisca il comune amico Dn Gorgonio, e li dica che in questa posta non le scrivo, che le scriverò a Dio piacendo all'altra. Mi raccomandi al Signore, mi comandi e mi creda pieno di ossequio di V.S. Ill.ma da Oristano 11 gennaio 1793. Canonico Spano" (86).
Si riporteranno qui alcune delle ricompense che furono concesse per i fatti di Sardegna, quelle che sembrano più significative, non tutte peraltro relative ad isolani:
(…)

Marchese Don Francesco Borro:
"Alla rimembranza che serbiamo de' commendevoli servigi che per ben diciassette anni ci prestò nel Reggimento di Sardegna il già Capitano in esso March.e Dn Francesco Borro, stato poscia da Noi decorato del grado di Maggiore di fanteria nelle nostre Truppe, aggiunse egli nuovo titolo per renderci gradito il suo zelo, coll'essersi assunto, e coll'avere, finché cadde ammalato, riempito ed esercitato nel Capo di Quarto il comando delle Milizie di Sardegna nella circostanza che le medesime dovettero ultimamente agire per far resistenza, ed opposizione agli sbarchi, che si tentavano dalla nemica flotta francese, da cui esso Regno trovavasi investito, e scorgendo anche da ciò il Capitale, che possiamo fare della di lui persona massime pel Reggimento di sua Nazione, del quale ha già particolare conoscenza, pel di cui onore benché ritirato a casa sua, ed intento alla cura de' domestici di lui interessi, non cessò mai di mostrarsi sollecito, ed animato, profittiamo con piacere dell'occasione in cui ci occorre destinare un Colonnello in 2do d'esso Corpo per presceglierlo, come facciamo a riempire tal carica, persuasi che nella medesima corrisponderà pienamente alle viste, che abbiamo di abilitarlo per una parte ad acquistarsi nuove benemerenze e di metterlo per altro canto nel caso di concorrere al mantenimento della disciplina e del buon ordine nell'additato Reggimento, onde trarne il migliore e più fruttuoso servizio anche a vantaggio della Nazione, di cui il medesimo porta il nome, e dalla quale viene somministrato…Dat' in Torino li 3 aprile 1793" (93);
(…)

Cavalier Gio. Batta Carroz:
"Alle testimonianze d'attaccamento, e zelo per il nostro servizio, che il Luogotenente Colonnello nelle nostre truppe di Fanteria Cav.re Dn Gio Battista Carroz diede ognora sia ne' posti coperti nel Reggimento di Sardegna, sia nell'attuale sua carica di Colonnello delle Torri del Regno, nuove ben commendevoli ne aggiunse nella circostanza della ben riuscita difesa della Città di Cagliari contro gli sforzi della Nemica Flotta Francese, con essersi con particolare sollecitudine, e vigilanza utilmente impiegato cogli Ufficiali di quella Piazza in servizio della medesima fra la compiacenza pertanto che ci risulta da questi suoi lodevoli portamenti inclinando a palesargliene con uno special tratto delle nostre grazie, la soddisfazione che ne rileviamo, ci siamo degnati di decorarlo del grado di Colonnello nelle suddivisate Truppe di fanteria…Dat' in Torino li 2 luglio 1793" (95);
"Commendevole, già il Cav.re D. Gio Battista Carroza Colonnello delle nostre Truppe di fanteria e Governatore della Città di Alghero, per l'attenzione, ed applicazione colla quale ha prestato i suoi servigj prima per ben venticinque anni nel Reggimento di Sardegna, e successivamente nella carica di Colonnello delle Torri del Regno, rese poi anche vieppiù palese il di lui zelo, nella circostanza della difesa della Città di Cagliari, alla quale si è fatto una doverosa premura di concorrere in ajuto degli Uffiziali di quella Piazza, non meno vigilante e sollecito facendosi egli conoscere nel disimpegno di doversi annessi all'attuale sua carica, ne restiamo invitati a palesargliene il particolare nostro gradimento; epperciò a seconda anche delle determinazioni state già date a suo favore dal Re Vittorio Amedeo mio Signore, e Padre di gloriosa memoria, ci siamo degnati di nominarlo Brigadiere di Fanteria nelle nostre Armate…Dat' in Torino il di 17 Xmbre 1796" (96).
(…)

Cav. D. Giacomo Manca di Tiesi:
"Animato da commendevole zelo per il nostro servizio il Cavaliere Giacomo Manca di Tiesi, Commissario Generale della Cavalleria Miliziana nel Capo di Cagliari, ci diede una ben accertata testimonianza nelle sovraggiunte critiche contingenze della Sardegna, in cui dopo aver assunto il comando statogli affidato dal Viceré, delle Milizie della Gallura, e di essersi in seguito con particolare attività, fruttuosa attenzione, e costante esattezza applicato all'istruzione di que' Miliziani dimostrò quindi la sua capacità, e fermezza nel reggerli, e sostenerli allorquando dovette ai medesimi concorrere alla difesa dell'Isola della Maddalena, e di S.t Stefano attaccate da una parte della Flotta Francese. Volendo noi pertanto contrassegnargli lo speciale gradimento, che ci risulta da queste sue benemerenze, ed aggiungergli con un grado militare superiore a quello di Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Fanteria, di cui lo abbiamo decorato in Maggio del 1789, un nuovo onore ci siamo degnati di fregiarlo ora quello di Colonnello nelle stesse Truppe…Dat' in Torino li 18 aprile 1793" (100);
(…)

Marchese Pietro Vivaldi Zatrillas di Trivigno Pasqua:
"Nella circostanza della tentata invasione francese nel Regno n.ro di Sardegna ha il Marchese Pietro Vivaldi Zatrillas di Trivigno Pasqua confermato presso di Noi l'ottimo concetto, che avevamo formato nel conferirgli in principio di 7mbre dello scad.o anno 1792 la Carica di Capitano Generale di quella Cavalleria Miliziana in sopravvivenza al Capitano Generale della medesima Barone di Teulada nostro Gentiluomo di Camera, si fece egli in questa occasione la più viva premura di segnalare il suo zelo, ed essendogli per la necessaria assenza del Barone di Teulada stato affidato il Comando dell'anzidetta Cavalleria, diede negli occorsi replicati attacchi, ed ardui cimenti le più assicurate prove dell'indefessa sua attività, e vigilante sollecitudine, non meno che d'un sincero interessamento ad eccitare con l'esempio, e colle generose sue elargizioni i Miliziani a lui subordinati, ond'ebbe a meritarsi la gloria d'aver cooperato essenzialmente alla difesa della Patria, ed al felice successo delle nostre Armi. La distinzione di questi importanti di lui servigi non ha potuto a meno di impegnare a di lui favore li speciali tratti della nostra beneficenza e volendo ora dargliene un pubblico attestato corrispondente alla chiarezza de' suoi Natali, Ci siam ben volentieri disposti a nominarlo nostro Gentiluomo di Camera…Dat' in Torino li 5 aprile 1793" (103).

Quale sia stato l'apporto dei Sardi alle vicende del Regno di Sardegna fra il 1720 ed il 1800, non è evidentemente quantificabile in un breve e modesto lavoro che il solo scopo di richiamare alla memoria il contributo che alcuni di questi isolani fornirono ai loro sovrani e al Piemonte ed i riconoscimenti che ottennero. Ottant'anni di dominazione sabauda, che se pur nei giudizi di molti storici sono visti criticamente in quanto non riuscirono a dare una svolta economica e sociale all'isola, tuttavia legarono più di quanto si poteva immaginare l'isola alla dinastia, così quando la Corte si dovette trasferire a Cagliari per la perdita dei territori di terraferma essa fu ben accolta e la nobiltà sarda le si strinse attorno, portando con sé gran parte del popolo. Non vi fu quell'irrequietezza che scosse la nobiltà siciliana e costrinse Ferdinando III di Sicilia e IV di Napoli a cedere al figlio la Luogotenenza Generale del Regno ed a concedere nel 1812 la costituzione. Vi fu qualche fermento, subito controllato, che non costituì mai una seria minaccia. La permanenza nell'isola di Carlo Felice e quindi del sovrano Vittorio Emanuele I fecero meglio conoscere ed apprezzare alla dinastia quegli isolani, che saranno poi largamente impiegati nel XIX secolo, e chissà non abbia rimpianto di non averli maggiormente utilizzati in precedenza.

Note:
1) Figlio naturale e legittimato di Vittorio Amedeo II e di Giovanna d'Albert dei duchi di Luynes, moglie di Manfredo Scaglia di Verrua.
2) Barone Pallavicino di St Remy, comandante delle armi in Sicilia dal 1719, quando aveva sostituito il Marchese d'Andorno, morto nell'assedio di Milazzo, fu il primo Viceré in Sardegna.
3) AST- Lettere diverse della Real Casa- Lettere dei Principi naturali di Savoia- Mazzo 23.
4) Delegato dell'Imperatore Carlo VI incaricato di ricevere la Sardegna dagli Spagnoli e cederla ai Savoiardo-Piemontesi.
5) ASC- R. Segretaria di Stato e di Guerra- I Serie- Vol. 275
6) Ibidem.
7) Ibidem.
8) Ibidem.
9) Ibidem.
10) Ibidem.
11) Ibidem.
12) Ibidem.
13) Ibidem.
14) Biblioteca Reale di Torino- Cerimoniale d'Angrogna (pag. 696 e segg)
15) ASC- R. Segreteria di Stato e di Guerra- I serie- Vol. 275
16) Sacerdote, nel 1730 vice presidente del Senato del Piemonte, il 2 marzo 1735 nominato giudice e consigliere nel Supremo Consiglio di Sardegna e il 20 marzo 1737 Reggente di Toga nel Supremo Consiglio di Sardegna.
17) Il 3 dicembre 1749 nominato reggente di Toga nel Supremo Consiglio di Sardegna; il 20 aprile 1756 creato marchese della Planargia e conte di Sindia; il 31 agosto 1764 giubilato.
18) Dati tratti dall'AST, Patenti del Regno di Sardegna.
19) Il 4 ottobre del 1722 è ammesso nelle Guardie del Corpo di S.M. ove resta sino al 1732 quando viene trasferito come Cornetta soprannumeraria nei Dragoni di Sardegna.
20) Il 21 febbraio 1735 ebbe la scrivania del Real Vegherio di Oristano.
21) L'11 agosto 1733 ancora Vicario di Cagliari.
22) Il 31 agosto 1731 e il 3 aprile 1734 nominato Governatore del contado di Gociano e Curatoria d'Anella.
23) Dati tratti dall'AST, Patenti del Regno di Sardegna.
24) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 9, anno 1732.
25) Ibidem.
26) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 25, anno 1752-53.
27) Ibidem.
28) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 67, anno 1785.
29) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 18, anno 1744.
30) AST- Ruolini di Rivista- Reggimento di Sardegna- anno 1744.
31) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 26, anno 1754.
32) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 29, anno 1757.
33) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 31, anno 1759.
34) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 37, anno 1765.
35) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 79, anno 1789.
36) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 82, anno 1790.
37) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 91, anno 1793.
38) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 99, anno 1796.
39) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
40) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 77, anno 1789.
41) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 102, anno 1798.
42) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
52) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
53) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 30, anno 1757.
54) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
55) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 44, anno 1771.
56) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 49, anno 1774.
57) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
58) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
59) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
60) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
61) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
62) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 44, anno 1771.
63) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 52, anno 1776.
64) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 63, anno 1783.
65) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
66) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 77, anno 1789.
67) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
68) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 99, anno 1796.
69) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
70) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
71) AST- Materie Militari- Ufficio Generale del Soldo- Maz. 2 di Addizione.
72) AST- Materie Militari- Ufficio Generale del Soldo- Maz. 3 di Addizione.
73) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 103, anno 1800.
74) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 85, anno 1791.
75) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 96, anno 1794.
76) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 37, anno 1766.
77) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
78) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 61, anno 1781.
79) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 81, anno 1790.
80) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 27, anno 1753.
81) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
82) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 85, anno 1791.
83) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
84) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 102, anno 1799.
85) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
86) AST- Consolati Nazionali- Livorno- Maz. 1
93) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
95) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
96) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 101, anno 1796-97.
100) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
103) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.