Sardi al servizio dei Savoia nel XVIII secolo
di Alberico Lo Faso
Sul finire del 1718, dopo l'invasione della Sicilia da
parte degli Spagnoli, a fronte della posizione assunta dalle grandi potenze
europee, Vittorio Amedeo II si piegò ed accettò il Trattato di
Londra che prevedeva lo scambio dei regni di Sicilia e di Sardegna fra lui e
l'Imperatore Carlo VI. Il 22 aprile 1719, il delegato sabaudo, conte Fontana,
firmò a Napoli la convenzione austro-piemontese con la quale si stabiliva
lo sgombero delle piazze siciliane da parte delle truppe savoiarde e l'impegno
dell'Austria a riconquistare, con il concorso piemontese, la Sardegna, che sarebbe
stata successivamente ceduta a Torino.
In realtà le truppe di Vittorio Amedeo rimasero in Sicilia fino al 1720
per concorrere con quelle imperiali a battere gli spagnoli, parteciparono alla
battaglia di Francavilla di Sicilia, lo scontro campale più sanguinoso
della guerra, all'assedio per la riconquista di Messina e allo sbarco presso
Palermo, atto finale del conflitto.
La partenza dei Piemontesi per la Sardegna, ceduta senza lotta dalla Spagna
dopo gli avvenuti accordi di pace, avvenne da Palermo nel luglio del 1720. Scriveva
il Marchese di Susa (1) al padre: "Sire
non resteremo a lungo qui,
questa mattina per ordine del Sig. Barone (2) si è imbarcata la truppa,
e se il vento continua quello che è, ci porterà nel nuovo regno
in due giorni e due notti
Palermo 23 luglio 1720" (3).
Prima di ricevere, nel 1713, la Sicilia il governo di Torino si era preoccupato
di raccogliere sull'isola e i suoi abitanti il maggior numero di notizie possibili,
così non fu per la Sardegna, sia perché le condizioni del momento
li impedivano, sia perché da parte dei Sardi non ci fu quello stesso
desiderio di parlare della propria terra che aveva caratterizzato i Siciliani.
Le informazioni raccolte erano scarse, frammentarie e quasi tutte negative sia
sull'isola sia sui suoi abitanti.
Il primo quadro affidabile della situazione del nuovo regno fatto al sovrano
è del Barone di S.t Remy, che il 27 luglio del 1720 scriveva le sue prime
impressioni "
Il ritardo del Principe d'Ottajano (4), del quale non
ho ancora alcuna notizia ci causa dei grandi fastidi, il principale è
che nell'attesa tutti sono sistemati nei sobborghi dove l'aria è cattiva
per cui sono nel continuo timore che la malattia si diffonda fra la truppa per
le intemperie della stagione, essendo in dei luoghi che ne sono soggetti.
Gli spagnoli prendono su di loro gran cura di farsi odiare da questi popoli
per il pessimo modo col quale continuano a trattarli
una parte della Nobiltà
e del popolo mi sembra molto bene intenzionata, ed affezionata a V.M., e, secondo
la poca conoscenza che posso averne, non sarà difficile governarli, senza
tuttavia contare, né adagiarsi su queste belle apparenze con un popolo
abituato alla dominazione degli Spagnoli, che non ostante lo maltrattino gli
fanno credere che torneranno presto in questo Regno, concedono patenti d'impieghi
per tutto quello che possono, fanno nobili, concedono titoli, e conducono molta
gente con loro in Spagna, di questi ultimi mi farò l'onore di inviare
una lista a V.M. dopo la loro partenza
Credo che non sarà difficile introdurre la lingua italiana in un Paese
dove tutti la parlano, e dicono che desidererebbero che i loro figli trovassero
dei maestri italiani per i loro studi. Il mio debole sentimento è che
devo fare gli ordii in questo Regno in italiano e l'atto di giuramento in latino,
ma non farò ciò se non di concerto con il Contador Generale di
V.M.. Il clero e i Regolari sono molto morigerati e vivono esemplarmente. I
primi sono ricchi e i secondi molto poveri. Ci sono in questa città quattro
case di Gesuiti, che ostentano la loro povertà in ogni maniera. Ci sono
anche cinque monasteri di religiose in questa città che hanno necessità
di qualche carità.
L'Arcivescovo di Cagliari è un uomo dabbene, che dà tutto ai poveri.
Il Vescovo di Ales, anziano di 75 anni, che è venuto a vedermi, è
anch'egli un buon religioso. Ci sono un Arcivescovado e due Vescovadi vacanti
ed anche un'abbazia della quale le unisco il nome, credo sarebbe interesse di
V.M. darli a dei Sardi
Il più gran male che vedo in questo Paese è che la Nobiltà
è povera, il paese miserabile e spopolato, la gente pigra e non v'è
alcun commercio, e l'aria è molto cattiva senza che vi si possa porre
rimedio
"(5).
Il S.t Remy nella serie successiva delle lettere, sia al re sia al Mellarede,
fornisce un quadro sempre più completo, ancorché frammentario
del nuovo regno, insieme di informazioni che formarono alla Corte di Torino
la convinzione che la Sardegna fosse una terra da cedere al più presto
in cambio di qualcosa di più conveniente. Idea che resistette fino alla
pace di Acquisgrana, dopo la quale subentrò la certezza che la Sardegna
sarebbe rimasta ai Savoia per sempre. Cambiarono così molti atteggiamenti
e da parte della stessa nobiltà sarda vi fu una sempre maggiore partecipazione
alle vicende del regno che portava il nome della loro patria. Nel 1720 tuttavia
è sulle impressioni che seguono che il sovrano prese le sue decisioni.
"Non mi resta ora che rendere conto a V.M. dei piccoli lumi che vado acquisendo
sul genio dei Sardi.
Il Clero è interamente devoto agli Spagnoli e la più gran parte
della Nobiltà. Il Popolo sembra più incline agli Imperiali, ma
secondo la mia modesta opinione bisogna essere attenti al partito spagnolo,
che secondo me è il più forte e quello più da temere. Per
guidare gli uni e gli altri credo sia interesse di V.M. di non innovare nulla
e lasciare per un certo tempo le cose come le han lasciate gli Imperiali, perché
i Sardi non pensino mai che si voglia profittare degli impieghi che sono abituati
ad avere, poiché questa Nobiltà è povera, e non si potrà
mai attirare se non gode di qualche favore per sopravvivere. Il Contador Generale
Fontana è molto ben aggiornato sugli impieghi vacanti della classe del
civile e del criminale e di ciò renderà conto a V.M., come concertato.
Gli Spagnoli non hanno cessato di diffondere tra questo popolo la voce che torneranno
fra poco tempo, cosa che ha fatto una certa impressione tanto nella Nobiltà
che nel Popolo, credo sia interessa di V.M. staccare delle persone per fare
un terzo partito, e a mio avviso sarà più facile guadagnare quelli
che fan parte del partito degli Imperiali piuttosto che quello degli Spagnoli.
Il Conte Castello Governatore di Tempio e della contrada della Gallura mi scrive
lettere su lettere riguardo ai disordini che avvengono colà fra i due
partiti. Il Contador è dell'opinione di inviare delle truppe, esamineremo
più a fondo quest'affare, al fine che in questo inizio non si prenda
qualche iniziativa male a proposito.
Nella funzione del Giuramento necessita al Vice Re un Capitano delle Guardie,
e delle Guardie, farò un biglietto per il solo Capitano fino a quando
V.M. sia più ampiamente informata per darmi i suoi ordini, se vuole che
questa Compagnia esista o non. Il Capitano è un Gentiluomo della Casa
Cervellon, delle più distinte del paese con patente dell'Imperatore.
Ha trenta scudi al mese di indennità, il Luogotenente ne ha quindici,
e le guardie possono essere della Nazione che si vuole
Cagliari, li 8 agosto 1720" (6).
"Il Contador generale renderà conto a V.M. del genio della gente
di questo paese, sarà molto difficile per un certo tempo togliere l'idea
che gli Spagnoli hanno diffuso che torneranno preso, e se possibile di attirare
il cuore della Nobiltà, del Clero e del Popolo, e questo non si potrà
fare se non accordando loro benefici e per conseguenza dargli tutti gli impieghi
che avevano prima e che gli impedivano di morire di fame. Sono ora tutti nell'attesa
delle grazie di V.M..
I vizi ai quali questo Popolo è più incline sono i furti, gli
assassini, le false testimonianze, e posso assicurare V.M. che c'è un
brigantaggio, che si è stabilito in questo paese da più di vent'anni,
e credo che abbia avuto origine dai due partiti che ci sono, perché sotto
il falso pretesto di essere dell'uno o dell'altro si addossano tutti questi
crimini
Cagliari, li 7 settembre 1720" (7).
"Il Marchese di Villa Clara è stato designato per un'ambasciata
presso V.M. dai tre bracci del Parlamento di questo Regno. È un uomo
di prima qualità, saggio, discreto, che parla molto poco, non è
fra i più arguti tuttavia non ve ne è altro che si sarebbe potuto
mandare. Poiché è stato nominato ieri non posso ancora sapere
le domande e le memoria di cui sarà portatore da parte dei tre bracci,
ne renderò conto a V.M. più avanti
Cagliari 18 settembre
1720" (8).
"Il Marchese di Villa Clara sta cercando i seimila scudi per cui i tre
Stamenti si sono tassati per la sua partenza. L'Ecclesiastico ne dà mille,
il Militare tremila, e il Reale duemila.
Sino ad ora non hanno in vista che di domandare a V.M. tre cose:
la prima sulla miseria; la seconda sul disordine provocato dai chierici sposati;
la terza infine perché V.M. li protegga cosicché il Papa permetta
di dare delle pensioni sui canonicati sotto forme di commende per l'Ordine di
Malta e di San Maurizio. Questa richiesta è simile a quella fatta altra
volta dagli Stamenti nel Parlamento tenuto dal Conte di Elda nel 1603
Cagliari
3 ottobre 1720 (9).
"Il Marchese di Thiesi mi ha dato una supplica da porre ai piedi di V.M.
con una memoria di tre impieghi che chiede a V.M. senza alcuno stipendio, non
volendo che l'onore di servirla. È un gran brav'uomo, molto saggio, che
non sembra appartenere a nessun partito. Il Marchese di San Filippo mi ha scritto
una lettera e mi ha inviato copia di quella che ha inviato al Marchese del Borgo
e la sua risposta. Il Conte di S.Sorge della Casa Masoney ha prestato giuramento
di fedeltà nelle mie mani per lui
Cagliari, li 19 ottobre 1720"
(10).
"Parte da questo Regno il Marchese di Villa Clara Deputato Sindico delli
tre Stamenti Ecclesiastico, Militare e Reale ad effetto d'andar ad umiliare
a V.M. il giubilo di questi Popoli d'essere entrati sotto il felice dominio
della V.M. come altresì li loro homaggi e fedeltà, per il che
mi prendo la libertà d'accompagnare detto Marchese con queste righe a
V.M. alla quale ho pure l'honore di inchinarmi con profondissimo rispetto
Cagliari
19 novembre 1720" (11).
"Nelle tasse che i tre Stamenti hanno stabilito per la deputazione del
Marchese di Villa Clara gli Ecclesiastici si sono tassati per mille scudi e
sino ad ora non c'è che l'Arcivescovo, il Vescovo ausiliare e la Diocesi
che han dato la loro parte, le altre Diocesi recalcitrano guidate dal Vescovo
di Ales, tuttavia il Marchese di Villa Clara parte da Sassari per profittare
dell'occasione del rientro in Piemonte del reggimento Fucilieri, a quanto si
dice due Capitani di vascello, un francese, ed un inglese sono arrivati ad Alghero
e a Porto Conte a questo riguardo
i furti in questo Paese diminuiscono, e spero di rimediarvi in parte, perché
non trovano più le protezioni che avevano in precedenza, e si fa giustizia,
ma essendo obbligato ad essere egualmente attento sia ai ministri che agli altri,
attendo con impazienza coloro che V.M. mi invierà.
Quanto agli abusi degli Ecclesiastici credo quasi impossibile rimediarvi, e
V.M. vedrà dalla nota di una contrada composta da villaggi che usufruiscono
del foro ecclesiastico senza contare i Preti
Cagliari li 20 novembre 1720"
(12).
"Oltre questa lettera, mi do l'onore di indirizzare a V.E. ho quello di
scriverne un'altra a S.M. per accompagnare, secondo lo stile del paese e dei
miei predecessori il Signor Marchese di Villa Clara, che viene a Corte come
Sindico dei tre Stamenti. V.E. è già informato che questo Marchese
è un onest'uomo, freddo, di buon senso, che non si è mai mischiato
in nulla, che delle conoscenze ma nessuna esperienza per non esser mai uscito
dal suo paese, insomma un Provinciale.
V.E. troverà allegate cinque suppliche, una di D.na Auarde Genoves, madre
del marchese di Tiesi, che sò che contiene, essendomene voluto accertare,
la rappresentazione di come questo Marchese è stato ridotto ad uno stato
miserabile per la sua qualità dagli Spagnoli, e sarebbe un vero atto
di carità che si farebbe fare a S.M. se ella volesse appoggiare la domanda.
È un onest'uomo che mi sembra dei più affezionati al governo di
S.M.
Dn Diego Pes è ben conosciuto dal Contador Generale, non dirò
quindi nulla di più a V.E. se non delle tre sorelle Santucho, che però
non conosco se non per il memoriale che hanno presentato
Cagliari, li 20
novembre 1720 (13).
Giovanni Battista Zatrillas marchese di Villaclara giunse a Torino presumibilmente
ai primi di dicembre, ma qui dovette sostare a lungo prima di essere ufficialmente
ricevuto dal sovrano per una questione di protocollo, la corte non sapeva come
fare. (
)
Oltre all'incarico ricevuto dal marchese di Villaclara (Regente Prov.le del
Regno di Sardegna) appare di un qualche interesse ricordare alcune delle prime
nomine che il Viceré, barone di S.t Remy, fece alla data del 26 dicembre
1720:
D. Gio. Antioco Azor |
Vicario di Oristano |
D. Francesco Bertolotto |
Vicario di Alghero |
Giovanni Cabra Quirra |
Procuratore dei poveri nelle carceri di Cagliari |
Dott. Gio Tommaso Carboni |
Avvocato dei poveri nelle carceri di Cagliari |
D. Giacomo Carroz Santus |
Reggente la Tesoreria |
Dott. Ignazio Carta |
Consultore reale nelle cittą e luoghi del Regno |
D. Francesco Cervellon |
Capitano della Guardia degli Alabardieri di Sardegna |
Francesco Capita |
Alquizir maggiore di Sassari |
Antonio Diego Estassa |
Vicario di Castel Aragonese |
Gio Antonio Farina |
Contadore dell’Amministrazione delle Torri |
D. Nicolao Fedriani |
Giudice della Reale Udienza |
D. Gio Battista Gaboij |
Depositario regio |
D. Gio Battista Galcerini e Fortezza |
Assessore civile nella Real Governazione di Sassari |
D. Antonio Garrucho |
Custode della cittą di Cagliari |
D. Gio Maria Garuchu |
Vicario della cittą di Bosa |
D. Carlo Manca |
Vicario della cittą di Sassari |
Dott. Giuseppe Mannu |
Assessore del Vicario di Alghero |
Anbroggio Martin |
Alquazir del mare del porto di Cagliari |
D. Francesco Mellonda (16) |
Giudice della Reale Udienza |
D. Pietro Melloni |
Giudice della Reale Udienza |
D. Antioco Nater |
Capitano della Giustizia di Iglesias |
D. Ignazio Pagliaco (17) |
Giudice della Reale Udienza |
Lorenzo Pilo |
Assessore criminale nella Real Governazione di Sassari |
D. Zacaria Porcella |
Assessore del Vicario di Oristano |
D. Emanuele Ripoll |
Vicario di Cagliari |
D: Caio Rosas |
Assessore del Vicario di Cagliari |
Dott. Gio Agostino Rodriguez |
Segretario amministrativo delle Torri |
D. Francesco Santucho |
Giudice della Reale Udienza e pro avvocato fiscale di Sassari |
D. Efisio Soler |
Capitano del porto di Cagliari |
D. Gio Batta Cirronis |
Giudice delle competenze nel Regno di Sardegna |
(18)
E ancora alcune degli anni immediatamente successivi:
Nome |
Carica |
Data patente |
D. Pietro Borro |
Archivista regio del Regno di Sardegna |
23 aprile 1721 |
D. Antonio Cane |
Avvocato patrimoniale del Regno di Sardegna |
23 aprile 1721 |
D. Pietro Paolo Cappello |
Intendente Generale del Regno di Sardegna |
23 aprile 1721 |
D. Bernardino Cervellon marchese di Tiesi |
Generale della cavalleria del Regno |
23 aprile 1721 |
D. Salvatore Falco |
Protomedico del Regno |
23 aprile 1721 |
D. Sebastiano Loij |
Commissario Generale e Capitano di cavalleria nel Capo di Cagliari e Gallura |
23 aprile 1721 |
Gavino delli Perri |
Sergente maggiore del Capo di Sassari |
23 aprile 1721 |
Dott. Pietro Maria Mochi Sisino |
Medico delle Carceri di Cagliari |
23 aprile 1721 |
D. Gaspare Muxica |
Sergente maggiore del Capo di Cagliari e della Gallura |
23 aprile 1721 |
D. Giuseppe Polo |
Comandante generale della cavalleria del capo di Sassari e Logudoro |
23 aprile 1721 |
D. Diego Ferely |
Assessore civile nella Regia Governazione di Sassari |
1 ottobre 1721 |
D. Agostino Masala |
Vicario di Alghero |
1 ottobre 1721 |
D, Giovanni Galcerini e Sortenza |
Reggente di Toga |
26 ottobre 1721 |
D. Gio Battista di Villaclara |
Reggente di spada e di cappa nel Supremo Consiglio di Sardegna |
25 dicembre 1721 |
D. Francesco Cao |
Vicario di Cagliari |
25 febbraio 1722 |
D. Giuseppe Cau |
Officialia di Campidano Simaxis |
25 febbraio 1722 |
D. Monserrate Cau |
Officialia di Campidano Maggiore |
25 febbraio 1722 |
D. Michele Diana |
Officialia di Arizo e Balbagia Belvi |
25 febbraio 1722 |
Damiano Escanio |
Officialia di Monstretta |
25 febbraio 1722 |
D. Gio Antioco Estaza |
Assessore del Vicario di Oristano |
25 febbraio 1722 |
D. Agostino Masala |
Vicario di Alghero |
25 febbraio 1722 |
Salvatore Angelo Pala |
Officialia di Campidano Milis |
25 febbraio 1722 |
Gio Battista Serra |
Officialia di Mondralisay |
25 febbraio 1722 |
D. Giovanni Maria Masio |
Guardia Reale di Castel Aragonese |
18 marzo 1722 |
D. Pietro Giovanni Borro |
Reggitore dello Stato di Orani |
19 giugno 1722 |
D. Antonio Cavassa |
Reggitore del marchesato di Quirra |
19 giugno 1722 |
Don Ignazio Nieddu e Corolla (19) |
Pensione su l’officialia di Mandralisay |
7 luglio 1722 |
D. Luigi De Roma (20) |
Vicario di Oristano |
5 novembre 1722 |
Gavino Martinez |
Vicario di Sassari |
5 novembre 1722 |
D. Girolamo Salazar |
Capitano d’Iglesias |
5 novembre 1722 |
Dott. Giovanni Vidili |
Assistente del Vicario di Alghero |
5 novembre 1722 |
D. Antioco Nater |
Vicario di Cagliari |
16 novembre 1722 |
Matteo Divitia |
Reggitore dello Stato di Madras |
27 dicembre 1722 |
D. Antonio Cao |
Vicario di Cagliari |
14 dicembre 1723 |
D. Nicoalo Giorarldi |
Vicario di Cagliari |
14 dicembre 1723 |
D. Antonio Tola de Abella |
Assistente del Vicario di Alghero |
14 dicembre 1723 |
D. Giovanni Gavino Atzor |
Sovrastante della Zecca di Sardegna |
29 dicembre 1723 |
D. Gio. Antonio Azor |
Vicario di Oristano |
1724 |
D. Salvatore Madao |
Vicario di Cagliari |
16 ottobre 1724 |
Gio. Battista Mayolo |
Podestą di Castel Aragonese |
16 ottobre 1724 |
D: Matteo Martinez |
Vicario di Sassari |
18 ottobre 1724 |
D. Pietro Frasso |
Vicario di Alghero |
14 dicembre 1724 |
D. Salvatore Madao (21) |
Vicario di Cagliari |
10 ottobre 1725 |
D. Agostino Masala |
Vicario di Alghero |
10 ottobre 1725 |
D. Francesco Cao |
Vicario di Cagliari |
22 febbraio 1726 |
D. Francesco Manca |
Procuratore fiscale della Regia Governazione di Sassari |
2 luglio 1726 |
D. Carlo Manca (22) |
Vicario di Sassari |
22 settembre 1726 |
D. Gavino Poddigue |
Vicario di Bosa |
22 settembre 1726 |
Dott. Francesco Escortello |
Pro avvocato fiscale nella Regia Governazione di Sassari |
18 dicembre 1726 |
D. Francesco Manca |
Assistente criminale nella Regia Governazione di Sassari |
18 dicembre 1726 |
D. Diego Cuggia |
Vicario di Sassari |
3 febbraio 1727 |
D. Ignazio Pullo |
Capitano di Giustizia di Iglesias |
3 febbraio 1727 |
Lorenzo Pilo |
Consultore Reale |
2 luglio 1727 |
Lorenzo Pilo |
Giudice nella sala criminale della Reale Udienza |
3 agosto 1727 |
D. Giuseppe Corria |
Capitano di Giustizia di Iglesias |
16 ottobre 1727 |
D. Gavino Atzor |
Vicario di Oristano |
1728 (anche nel 1734 e ’42) |
D. Francesco Manca |
Giudice della Reale Curia nella sala criminale |
25 novembre 1728 |
Di maggior interesse, anche perché questo vuol
essere lo scopo principale di questo modesto lavoro, è individuare alcuni
fra quanti andarono a servire i Savoia in Piemonte e i riconoscimenti che furono
loro concessi.
Quando Vittorio Amedeo II andò in Sicilia, creò fra gli aristocratici
siciliani tre Cavalieri della SS. Annunziata e concesse numerose cariche di
corte ai più prestigiosi esponenti della nobiltà locale. Il risultato
non fu di gran rilievo, solo pochi fra questi gli restarono fedeli al momento
in cui gli Spagnoli sbarcarono in Sicilia nel 1718. Al contrario la fedeltà
gli venne da quanti pur non avevano avuto alcun riconoscimento servivano fra
le sue truppe. Forse ammaestrato da questo, il sovrano si comportò in
modo del tutto diverso verso la nobiltà sarda, nessuno fu nominato subito
Cavaliere della SS. Annunziata e si dovette aspettare fino al 1723 per veder
concessi incarichi di Corte a due isolani, le cui patenti di nomina recitano:
"Da che il Conte D. Felice Nin del Castiglia frequenta la nostra Corte,
havendo noi la sodisfazione di conoscerlo ugualmente infervorato al nostro servizio
che dotato di quelle virtù che convengono alla sua nascita, e volendo
presentemente contrassegnargliela, ci siamo mossi a decorarlo d'un impiego,
il quale coll'avvicinarlo vieppiù alla nostra Persona gli dia maggior
campo di dimostrarci il suo fedel attaccamento e meritarsi col tempo le ulteriori
riprove della nostra particolare benevolenza onde con le presenti
eleggiamo,
costituiamo e deputiamo il sud.o Conte D.Felice Nin del Castiglio nostro Gentiluomo
di Camera
.Dat. in Torino il 22 di Marzo l'anno del Sig.e 1732" (24).
"Le egregie parti che oltre la distinzione della nascita concorrono nella
persona di D. Dalmazzo Sant Just Marchese di Laconi e singolarmente il zello
fedelissimo che dimostra per il nostro servizio ci invitano a darli un pubblico
contrassegno del gradimento che ci risulta e della benevola propensione colla
quale lo rimiriamo coll'accostarlo a noi nell'impiego di Gentiluomo di Camera
Dat'
in Torino il 22 di Marzo dell'anno del Signore 1732" (25).
Il marchese di Laconi acquistò totale fiducia dei sovrani tanto che dopo
essere stato Reggente di spada nel Supremo Consiglio di Sardegna e Gran Maestro
d'Artiglieria il 25 marzo 1771 fu insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata.
Primo fra i sardi a ricevere le insegne del più prestigioso segno distintivo
che premiava i più fedeli sudditi di Casa Savoia.
In seguito anche altri ebbero incarichi, effettivi od onorari a Corte, tuttavia
la necessità di prestar servizio fuori dell'isola cui si accoppiavano
redditi modesti e spese onerose costituivano un indubbio ostacolo a tale tipo
di cariche, cosicché esse furono concesse più spesso a chi era
già in Piemonte, in servizio o nel reggimento di Sardegna od in altri
reparti di fanteria o cavalleria. Fra quanti ne furono insigniti si ricordano
il:
Mette conto riportare alcune delle patenti con le quali furono insigniti della carica i personaggi di cui sopra, in esse si nota spesso il riferimento, oltre che allo zelo con cui servivano e all'attaccamento al sovrano, alla nobiltà dei natali, poco usata quest'ultima notazione nella concessione di analoghi incarichi ai piemontesi, quasi a voler sottolineare particolare riguardo verso la nobiltà sarda:
"Se a fregiare la persona del Marchese di Mores e
di Thiesi Stefano Manca della Città di Sassari si accoppiarono alla chiarezza
di sangue doti ragguardevoli, e qualità singolari che lo hanno reso distinto
nel Regno nostro di Sardegna le favorevoli nostre disposizioni a suo riguardo,
che già ci portarono a decorarlo col grado nostro di Gentiluomo di Camera
Onorario, ci danno ora motivo di maggiormente contrassegnarli il gradimento
particolare che presso di noi incontrano le dimostrazioni del suo zelo, ed attaccamento
al nostro servizio con accordargli l'effettività d'essa carica perché
possa esercitarla e prestarci l'attuale sua servitù, persuasi che ne
sarà vieppiù impegnato a distinguersi con nuovi saggi delle suddette
sue qualità
Dat'in Torino li 18 settembre 1752" (26).
"Dopo aver decorato del grado di nostro Gentiluomo di Camera Onorario il
Barone di Sorso D. Pietro Amat della Città di Sassari nel Regno nostro
di Sardegna, stante non meno la distinzione de' suoi natali, che la singolarità
delle sue doti e prerogative volendo ora maggiormente fargli conoscere la favorevole
propensione nostra in Suo riguardo e il gradimento particolare, col quale rimiriamo
le Sue dimostrazioni di zelo, ed attaccamento al nostro servizio, ci siamo degnati
d'accordargli l'effettività della carica, perché possa esercitarla,
e prestarci l'attuale sua servitù, persuasi che ne sarà vieppiù
impegnato a distinguersi con nuovi saggi delle suddette sue qualità
Dat.
In Torino li cinque del mese 7mbre l'anno del Signore mille settecento cinquanta
tre" (27).
"La famiglia S.Just stabilita nel Regno nostro di Sardegna, illustre non
meno per l'antica nobiltà dei natali, quant'anche per le varie assicurate
riprove di fedele attaccamento al nostro servizio, si è sempre meritata
speciali riguardi della nostra stima e propensione. Rammentiamo con singolare
compiacimento i ben lunghi e zelanti servizj resici da fu Marchese di Laconi
Conte di San Lorenzo Cavaliere del Supremo Ordine della Ss. Nunziata, già
Reggente di Spada nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, e quindi Gran Mastro
dell'Artiglieria in quel Regno; e volendo Noi ora pertanto contrassegnare al
di lui nipote Conte di San Lorenzo Dn. Giuseppe S.t Giust la grata rimembranza
che serbiamo del zio, ed il pregio, che facciamo delle pregevoli virtuose doti,
che in esso concorrono a fregiarne la chiarezza del sangue, ci siamo disposti
ad eleggerlo nostro Gentiluomo di Camera ad honores, ben persuasi che da questo
tratto della nostra beneficenza verrà animato l'ereditario di lui zelo
a confermarci vieppiù ne' graziosi sentimenti con cui rimiriamo l'anzidetta
di lui Famiglia
Dat in Torino li 3 maggio 1785" (28).
Come, ed ancor più dei Siciliani, i Sardi
non avevano una particolare vocazione per la vita militare, soprattutto quando
questa avesse comportato il doversi allontanare dalla propria terra, a ciò
nel caso di quest'ultimi isolani vi è da dire che il loro numero era
assai inferiore ai primi e quindi pochi erano quelli che avevano servito con
incarichi d'alto rilievo nelle file dei re di Spagna e ancor meno nelle file
degli Imperiali, nel breve periodo in cui la Sardegna era stata austriaca. Per
questo meritano un cenno i primi Sardi che furono ammessi nel più prestigioso
ed esclusivo corpo militare nel sovrano Sabaudo, le Guardie del Corpo. Ciò
avvenne ancora prima che i piemontesi mettessero piede in Sardegna, erano infatti
presenti nella rivista passata a Torino il 22 febbraio del 1720: Sebastiano
Garruggio di Giovanni Battista di Tempio; Maurizio Manno fu Gavino di Sassari
(fu però congedato nel successivo giugno); Giovanni Francesco Pinna di
Maurizio di Sassari. Nel 1721 fu ammesso Ignazio Aymerich di Demetrio di Cagliari
d'anni 31 (congedato nel 1724) e nel 1722 D. Ignazio Nieddu d'anni 22, di D.
Pietro (personaggio a cui il Viceré aveva concesso licenza di cercare
e scavare miniere in Sardegna con l'obbligo di versare all'erario il 6% del
ricavato) e Giuseppe Brea fu Pasquale di Cagliari d'anni 23.
I primi sardi che si trovano iscritti nei ruolini degli ufficiali dell'esercito
del Regno sono, nel 1722, D. Michele Pes di Villamarina, capitano nel reggimento
di Sicilia, del quale si perde poi traccia, ed il marchese di Mores, alfiere
della compagnia Colonnella del reggimento Sicilia.
Alcuni storici lamentano come, al contrario che in Sicilia, non fosse stato
subito costituito in Sardegna un reggimento che portasse, come allora si diceva,
il nome della nazione. In effetti in Sicilia, nel 1714, di reggimenti ne furono
costituiti due ed in Sardegna ciò avvenne solo nel 1744, le condizioni
erano però del tutto differenti e le possibilità di reclutamento
tali da non assicurare l'alimentazione di un reparto del genere. In realtà
fu costituito nel 1725 il reggimento Dragoni di Sardegna, che passò la
sua prima rivista a Pinerolo nell'aprile del 1726, ma i sardi erano quasi del
tutto assenti, fra gli ufficiali se ne trova solo uno, la Cornetta della compagnia
Socry, il Sig. Cavassa. Forse, come dicevano allora, l'aria del Piemonte era
troppo pesante, o più semplicemente il distacco dalla propria terra troppo
doloroso per andare a cercare fortuna sul continente.
Un certo numero di Sardi comunque si arruolò ed andò a sostituire
nel reggimento di Sicilia gli altri isolani che a fine ferma rientravano in
patria, ora dominio austriaco. Nel corso della guerra di successione di Polonia
infatti quasi il 40% di questo reparto era costituito da sardi. Le cose cambiarono
in modo se non proprio radicale certo in maniera evidente nel corso della guerra
di successione d'Austria con la levata del reggimento di Sardegna da parte di
D. Bernardino Antonio Genoves che riuscì ad ottenerne il permesso da
Carlo Emanuele III.
Questi, sin dall'inizio, aveva attirato l'attenzione del Barone di S.t Remy
che lo aveva così presentato al re, che già nel 1721 quest'ultimo
aveva ordinato di nominarlo Cavallerizzo Maggiore e Governatore della Real Tanca,
incarico che gli fu rinnovato ancora nel 1731, e che nel 1736 era stato investito
del titolo di Marchese della Conquista sul feudo di Esiano. Recita la patente
con la quale il sovrano gli concesse la levata del reggimento: "Per secondare
il singolar zelo, che la nobiltà sarda ci ha reiteratamente palesato,
e dare ad un tempo occasione alla medema di distinguersi al nostro servigio
con quel valore che è proprio alla Nazione, ci siamo risoluti di far
mettere in piedi un nuovo Corpo di fanteria sotto il titolo di Reggimento di
Sardegna, con appoggiarne la carica di Colonnello a D. Bernardino Antonio Genovese,
e Cervellon Duca di San Pietro, Marchese della Guardia in riscontro del gradimento
che ci risulta dalle vive, e lodevoli premure che non ha cessato di farci pendente
il corso di questa guerra, di permettergli la levata di qualche Corpo di detta
nazione, e somministrandogli con tal mezzo aperture di poterci manifestare con
prove reali nelle occorenze il zelo che nodrisce per il nostro servizio, e segnalare
il particolare attaccamento che professa alla nostra Corona
Dat. Al Campo
di Becetto li 26 del mese di Luglio l'anno del Sig.re 1744" (29).
La prima rivista del Reggimento fu passata a Cagliari il 26 ottobre del 1744
dall'Ufficiale del Soldo Sig. Giovanni Battista Fornerij, il reparto era formato
da uno Stato Maggiore e da 10 compagnie (30). Nella fase iniziale, particolarmente
sino al giugno 1745, vi furono, probabilmente a scopo compensativo, numerosi
spostamenti sia di graduati che di truppa fra le singole compagnie. I quadri
ufficiali cominciarono a formarsi in modo organico solo a partire dalla seconda
metà del 1745, la loro situazione restò relativamente stabile
e gli scambi fra un reparto e l'altro non furono numericamente diversi da quelli
che avvenivano in reparti analoghi.
Tali quadri, non tutti sardi, erano costituiti, in gran parte, da uomini che
fecero poi, quasi tutti, carriere brillanti e in alcuni casi assai prestigiose
nell'esercito del Regno di Sardegna. Tre di essi raggiunsero il massimo grado
di Luogotenente Generale.
Uno di questi fu D. Bernardino Genoves, il
fondatore del reggimento, la cui carriera si può descrivere attraverso
le patenti che di volta in volta gli furono conferite:
"A nobile impegno che nelle più vive circostanze della passata ultima
guerra si è assonto il Duca di S.Pietro D. Bernardino Antonio Genovese,
e Cervellon, Marchese della Guardia e che felicemente riempì della levata
di un Reggimento di nazione Sarda al nostro servizio ha egli unito in appresso
delle testimonianze tali del suo attaccamento, abilità, e singolar prudenza
nel dirigerlo, nell'ammaestrarlo e ridurlo a quel piede di consistenza e di
soda disciplina cui trovasi attualmente stabilite, che ritraendo Noi ben giusti
motivi d'estimazione non solo per la sua Persona, quanto della sua capacità
per coprire maggiori impieghi nella intrapresa carriera militare determinati
ci siamo ben volentieri a dargliene un positivo contrassegno coll'avanzarlo
dal grado di Colonnello a quello di Brigadiere di fanteria nelle nostre Armate
Dat.
In Torino lì 5 maggio 1754" (31);
"Restano così vantaggiosamente impressi nell'animo nostro i distinti
riscontri di zelo, e di attaccamento al nostro servizio che il Duca di S.Pietro
D. Bernardino Antonio Genovese, e Cervellon, Marchese della Guardia, Cavaliere
di Gran Croce, e Maggior Generale nelle nostre Armate, ha dimostrato per il
nostro Reale Servigio, si nell'essersi offerto, nel maggior fervore della passata
ultima guerra di levare il reggimento di cui è Colonnello, come nell'averlo
poscia portato a buon piede di consistenza in cui si trova; e volendo noi ai
sentimenti di onore, e di zelo, de' quali l'abbiamo tutt'ora conosciuto animato,
far corrispondere altresì più chiari attestati della propensione
che abbiamo per le di lui convenienze, nel tempo stesso che lo provvediamo di
altro impiego nel Regno nostro di Sardegna, ci siamo volentieri disposti a condecorarlo
della carica di Tenente Generale di fanteria nelle nostre Armate
Dat. In
Torino il di dieci del Mese di Aprile l'anno del Signore mille sette cento cinquanta
nove" (33).
Non è certo possibile in un breve e modesto lavoro includere tutto coloro
che servirono nell'esercito dei sovrani sabaudi nel corso del XVIII secolo,
né riportare i riconoscimenti che ottennero, se ne citeranno quindi solo
alcuni, trascrivendo per qualcuno le patenti in cui si mettono in evidenza le
imprese da essi compiute o il loro comportamento.
Barone Luigi Amat di Sorso, cornetta nei
Dragoni di Piemonte nel 1765, è nominato Gentiluomo di Bocca, essendo
maresciallo di Logis delle Guardie del Corpo e maggiore nei Dragoni del Chiablese,
nel 1789 è promosso cornetta nella 2^ cp. delle Guardie e passato alla
3^ cp.; nel 1793 è promosso Colonnello e quindi Luogotenente nella 3^
cp. delle Guardie del Corpo, nel 1796 Brigadiere di cavalleria, nel 1799 capitano
comandante della compagnia sarda delle Guardie del Corpo, Maggior Generale prima
e quindi Luogotenente generale di Cavalleria, il 9 giugno del 1802 fu insignito
dell'Ordine della Santissima Annunziata. Era il secondo sardo a ricevere questo
particolarissimo onore, ma come si vedrà non fu l'unico della famiglia.
Mette conto riportare alcune delle motivazioni delle promozioni ottenute perché
mettono in rilievo l'attività da lui svolta e la riconoscenza che seppe
guadagnarsi dai suoi sovrani:
"Il Cavaliere D. Luiggi Amat di Sorso, essendo uno fra li soggetti del
nostro Regno di Sardegna che si distingue con prove di zelo, fedeltà,
ed esattezza al nostro servizio militare in qualità attualmente di Cornetta
nel Reggimento nostro Dragoni di Piemonte e volendo noi dargli un effettivo
contrassegno della particolare soddisfazione, con cui rimiriamo il suoi lodevoli
servizi, ci siamo ben volentieri compiaciuti di destinarlo all'impiego in Corte
di nostro Gentiluomo di Bocca, persuasi che sarà per vieppiù incontrare
il nostro gradimento
Dat. In Torino li venti uno del mese di 8bre, l'anno
del Sig.e 1765" (34);
"Nel riandare i servigj che il Barone D. Luigi Amat di Sorso ci ha progressivamente
prestati ne' diversi Corpi, ne' quali ci compiacquimo di destinarlo, riesce
a Noi di particolare soddisfazione il vederli segnati da manifeste riprove dell'esattezza,
e vigilanza, che unite all'acquistata capacità, ed intelligenza fa egli
viemmagiomente tuttora spiccare nell'attuale suo impiego di Maggiore nel Reggimento
de' Dragoni del Chiablese. Fra queste considerazioni richiamandoci pure il zelo,
e saggio contegno con cui sostenne egli anche precedentemente la carica di Maresciale
de Logis nella 3^ Compagnia delle Guardie nostre del Corpo, lo ravvisiamo pel
concorso di tutte queste commendevoli sue prerogative così proprio per
occupar con lode quella di Cornetta della 2^ d'esse Compagnie in vece del Marchese
di Roddi fatto Luogotenente che per dare anche nella di lui persona un palese
attestato dell'eguale nostra propensione per la Nobiltà del Regno nostro
di Sardegna, ci siamo degnati di conferirgli essa Carica, aggiugendogli nel
tempo stesso un più speciale effetto delle nostre grazie col decorarlo
del grado di Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni
Dat
al Castello di Moncalieri li 7 9mbre 1789" (35).
"Nel tempo stesso, che ci siamo trovati in grado di fare alcune promozioni
fra gli Ufficiali delle nostre Guardie del Corpo, ed abbiamo pure destinato
il trasporto della Cornetta della 2^ Compagnia Barone Luigi Amat di Sorso allo
stesso impiego nella terza Compagnia d'esse Guardie
ci siamo disposti a
far pure ai medesimi sentire in tale circostanza gli effetti delle nostre grazie
con fissare loro un accrescimento annuo di paga, per portarli a quella stabilita
per gli impieghi da essi effettivamente ricoperti
ed accordare per ultimo
al Barone Luigi Amat di Sorso l'accrescimento di Lire trecento ottanta sei annue
all'attuale di lui paga di £2700
Dal Castello di Moncalieri li 12
8bre 1790" (36).
"Ci riescono sempre di maggior gradimento le testimonianze di vivo zelo,
e di attaccamento, che unite a particolare esattezza, ed attenzione continua
il Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni Barone
Don Luigi Amat di Sorso a manifestarci nell'esercizio della carica di Cornetta
della 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo e dagli attuali lodevoli suoi
portamenti prendendo Noi motivo di richiamarci quelli, con cui già distinse
i precedenti servigi da lui prestati ne' diversi militari posti, ai quali tempo
a tempo venne da Noi destinato Ci siamo con piacere disposti a chiamarlo a parte
delle nostre grazie con averlo decorato del grado, ed anzianità di Colonnello
nelle additate Truppe di Cavalleria e Dragoni
Dat in Torino lì 23
marzo 1793" (37);
"Gli onorifici tratti di beneficenza coi quali ci siamo di tempo in tempo
compiaciuti di distinguere il Colonnello delle nostre truppe di Cavalleria e
de' Dragoni Barone D. Luigi Amat di Sorso, Cornetta con grado di Luogotenente
nella 3^ compagnia delle Guardie nostre del Corpo, gli comprovano già
il particolare gradimento che si è presso di noi conciliato con le non
mai rallentate testimonianze di attività, di attenzione, ch'egli ci ha
dato nel corso della militare sua carriera, or mentre sta egli recandoci sempre
soddisfacenti riprove del sincero commendevole suo attaccamento al nostro servizio,
e che lo rimiriamo ognora più animato ad avvalorarci coll'esercizio delle
virtuose sue doti i sentimenti del vivo costante di lui zelo per la Nostra Persona,
ravvisandolo Noi meritevole di nuovi Nostri graziosi riguardi, Ci siamo degnati
di promuoverlo alla carica di Brigadiere di Cavalleria nelle Nostre Armate
Dat
in Torino il di 24 del mese di febbraio 1796" (38).
Cav. D. Francesco Maria Benedetto Amat di Sorso dei
Marchesi di San Filippo, nel 1775, capitano nel rgt. Aosta, è nominato
2° scudiero della principessa Carolina e nel 1789 1° scudiero della
Duchessa d'Aosta (nuora del re).
"Nel determinarci a destinare il Cavaliere Francesco Maria Benedetto Amat
della città di Cagliari per Secondo Scudiere, e Gentiluomo di Bocca della
Principessa Carolina mia amatissima figlia abbiamo avuto presenti le distinte
prerogative di prudenza, esattezza, e zelo che trovansi in lui unite colla chiarezza
de' suoi Natali, ci ripromettiamo che sarà egli impegnato a rimeritarsi
gli ulteriori effetti delle nostre grazie
Dat. In Ciamberì Li quindeci
del mese di Settembre l'anno del Sig.e 1775" (39);
"Alle assicurate distinte prove di saviezza, prudenza, e fedele attaccamento
al nostro servizio, che ha dato il Cavaliere Francesco Maria Benedetto Amat
Capitano nel Reggimento d'Aosta Cavalleria dappoiché venne nel 1775 prescelto
agli impieghi di Corte nella qualità di Secondo Scudiero, e Gentiluomo
di Bocca, corrispondendo in Noi la premura di dargli un grazioso contrassegno
del migliore nostro gradimento, e de' sentimenti di stima, e propensione con
cui lo rimiriamo, ci siamo ben volentieri disposti a promoverlo alla carica
di Primo Scudiere della Duchessa d'Aosta mia futura Nuora, nella persuasione,
che, animato egli da questo tratto della nostra beneficenza, sarà per
sempre più distinguersi con ulteriori saggi delle virtuose qualità
che lo adornano, e che, unite alla nobiltà del suo Casato, concorrono
a rendere presso di noi ben commendevoli i di lui servizj
Dat in Torino
li 14 di Aprile 1789" (40);
all'Ufficio Generale del Soldo: "Prendendo in benigna considerazione le
rappresentanze stateci rassegnate per parte del Cav.re Francesco Maria Benedetto
Amat de' P.mi Capitani nel Reg.to di Piemonte Reale Cavalleria con grado di
Maggiore nelle nostre Truppe di Cavalleria e Dragoni per le quali non sarebbe
in grado di restituirsi, come ne avrebbe la premura, dalla Sardegna, dove trovasi
col n.ro permesso in Semestre, all'esercizio del suo posto, mentre ci siamo
disposti a dispensarvelo, abbiamo determinato in contrassegno della soddisfazione,
che ci è risultata dalle virtuose qualità, e dalla zelante, ed
attenta condotta, con cui ha accompagnato i lodevoli d lui servizi di assegnargli
un annuo provvisionale assegnamento di lire cinquecento p.13 e 4 di Piemonte
finché venga riammesso al Servizio e di conservargli nello stesso tempo
il grado di Maggiore nelle N.re Truppe di Cavalleria e Dragoni
Dat. In
Torino li 7 9mbre 1798" (41);
Successivamente raggiunse il grado di generale di cavalleria e il 2 novembre
1815 è insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata.
Cav. D. Carlo Amat di Sorso nel 1792, in servizio nel rgt. di Sardegna è promosso luogotenente colonnello, aveva servito per 12 anni nelle Guardie del Corpo e quindi nel rgt. di Aosta.
Cav. D. Vincenzo Amat di San Filippo, nel 1793, maggiore nel rgt. di Sardegna è nominato Comandante in 2^ del forte S. Vittorio di Tortona.
Cav. D. Giovanni Amat di Sorso, nel 1796 è promosso luogotenente colonnello nel rgt. di Sardegna.
Marchese D. Francesco Borro, nel 1793 è nominato Colonnello comandante in 2^ del rgt. di Sardegna.
Gavino Giuseppe Carlotto, nel 1744 sergente nel reggimento di Sardegna, dato come disertore in una delle prime riviste, rientrò nei ranghi dove si dovette distinguere tanto che fu congedato con pensione e grado di Luogotenente nel 1793;
D. Giovanni Battista Carroz maggiore di fanteria nel 1784 in riconoscimento del servizio svolto come capitano delle Torri, nel 1793 promosso colonnello, rivestendo l'incarico di colonnello delle Torri nel regno di Sardegna;
D. Giuseppe Cavazza, nel 1793 è promosso luogotenente colonnello;
D. Carlo Cuggia, nel 1793, capitano dei Granatieri del rgt. di Sardegna, è nominato maggiore in 2^ di Tortona.
D. Ignazio Garuccio, appartenente al 2^ battaglione del rgt. La Marina, nel 1735 è retrocesso da luogotentenente ad Alfiere a seguito della contrazione del reparto, ricevendo peraltro un contributo in denaro che lo mantiene nella stessa posizione stipendiale. Nel 1744 passa al rgt. di Sardegna.
D. Alberto Genovese duca di S. Pietro marchese
della Conquista, nel 1745 è capitano nel rgt. di Sardegna levato
dal padre, promosso nel 1784 luogotenente colonnello, nel '89 è colonnello
e nel '93 Brigadiere Generale. Recita la patente relativa a quest'ultima nomina:
"Il vivo attaccamento, che il Duca di S. Pietro D. Alberto Genovese, fece
in tante circostanze spiccare per il Reggimento di Sardegna al quale meritò
perciò d'essere da Noi aggregato nella qualità di Colonnello,
comprovando insieme al commendevole suo affetto per la propria Patria, ed il
fruttuoso zelo ond'è animato per il nostro servizio gli conciliò
in ogni tempo i particolari nostri riguardi. Fra le rimembranze pertanto che
serviamo delle pregevoli da lui manifestate lodi volendo Noi rimostrargli il
conto, che facciamo, e contrassegnargli altresì la sempre eguale propensione
con cui rimiriamo la di lui persona, ci siamo degnati di conferirgli la carica
di Brigadiere di fanteria nelle nostre Armate
Dat in Limone li 28 agosto
1793" (42).
(
)
Cav. Giuseppe Malliano, di famiglia piemontese
trasferitasi nell'isola con suo padre per un incarico a Sassari, dove egli stesso
era nato, nel 1747 entra in servizio nel rgt. di Sicilia e dal 1751 in quello
di Sardegna. Nell'autunno del 1792 nel corso della campagna in Savoia fa ripiegare
il rgt. di Sardegna, quindi per non essere sottoposto a giudizio della corte
marziale dà le dimissioni arruolandosi come volontario in un corpo di
granatieri dove si distingue tanto che, nel 1793, il sovrano gli restituisce
il grado e lo nomina comandante della città di Sassari.
E' interessante la patente di nomina, che ne ripercorre la vita: "Dopo
averci il Cav.re Malliano domandato, e da Noi ottenuto le dismissioni dalla
carica di Colonnello del Reggimento di Sardegna, mediante che facemmo soprassedere
il Consiglio di Guerra dal devenire ad un giudicato sul procedimento che si
era intrapreso per appurare la maniera, con cui nell'autunno del 1792 si ritirò
con esso Corpo dalla Savoja, cercò Egli per dimostrare che non mancava
di zelo, o attaccamento per in Nostro Servizio, ma solo per difetto di riflessione
poteva aver contratta qualche colpa nell'accennata occasione, di servire come
semplice volontario con qualcuno de' Corpi di Nostra Truppa, e venne applicato
al 3° Battaglione de' Granatieri comandato dal Marchese Chamosset.
Prestò pendente tutta la scorsa campagna il suo servizio in esso Corpo
e diede nelle frequenti circostanze, in cui si trovò col medesimo in
faccia al Nemico così indubitate prove tanto al Comandante dello stesso,
quanto al Generale Austriaco Conte d'Argenttan, dell'intrepida fermezza, e del
vivo desiderio di togliere l'impressione, che poteva aver lasciata nella mentovata
ritirata, che avendoci tali suoi portamenti richiamati i suoi precedenti servigi
intrapresi nel 1747 nel Reggimento di Sicilia, e successivamente continuati
dal 1751 in poi in quello di Sardegna, ci siamo degnati di aderire alle sue
supplicazioni per essere rimesso ne' militari gradi, con essersi perciò
compiaciuto di decorarlo di quello di Colonnello nelle nostre Truppe di fanteria,
con avergli insieme accordato il titolo di Comandante della Città di
Sassari nel Regno nostro di Sardegna
Dat in Torino li 24 Xmbre 1793"
(52).
D. Girolamo Manca d'Albis, nel 1737 entra nel rgt.
delle Guardie e serve poi in quello di Sicilia, il aprile 1756 é nominato
capitando degli Alabardieri del Viceré, nel 1757, è promosso luogotenente
colonnello di cavalleria e cornetta delle Guardie del Corpo e nel 1768 colonnello,
nel 1771 è luogotenente delle Guardie del Corpo, nel '74 Maggior Generale
di Cavalleria, ed infine nel 1775, anno in cui cesserà di vivere, è
nominato comandante della Cittadella di Torino. Merita citare alcune delle patenti
che lo riguardano in cui torna sovente il concetto di voler dare, nel promuoverlo,
un riconoscimento alla nobiltà sarda:
"Propensi a dimostrare alla Nobiltà del Regno nostro di Sardegna
la considerazione che per essa abbiamo, essendoci nella vacanza della carica
di Cornetta della terza Compagnia delle nostre Guardie del Corpo, richiamati
i servizi che il cavaliere d. Gerolamo Manca d'Albis, ora Capitano degli Alabardieri
del nostro V.Ré ci ha resi con distinzione e zelo prima nel reggimento
nostro delle Guardie e poscia in quello di Sicilia fino alla riforma del med.o
in cui copriva il posto di Capitano, con avere nell'uno e nell'altro Corpo dati
saggi della sua abilità, esattezza, e savio contegno non meno che della
sua fermezza pendente la scorsa guerra, ci siamo volentieri disposti ad esercitare
nella di lui persona i benigni nostri riguardi per la Nobiltà predetta,
promovendolo all'accennata carica di Cornetta della terza Compagnia delle nostre
Guardie del Corpo, col grado ed anzianità di Tenente Colonnello nella
cavalleria, e Dragoni
.Dat in Torino li 19 luglio 1757" (53);
"Dacché ci compiacemmo di prescegliere il Cavaliere D. Gerolamo
Manca d'Albis per coprire la carica di Cornetta della terza Compagnia delle
nostre Guardie del Corpo col Grado, ed anzianità di Tenente Colonnello
di Cavalleria, in vista non meno di contraddistinguere il vivo attaccamento,
e zelo, che conoscevamo in lui, e nella sua Famiglia, per il nostro servizio,
come per testimoniare nella di lui Persona alla Nobiltà del Regno nostro
di Sardegna la considerazione che per essa abbiamo, avendo egli corrisposto
mai sempre alla nostra aspettativa, ed agl'effetti delle nostre grazie, coll'assiduità,
ed attenzione particolare dei suoi serviggi, e colla saviezza del suo contegno,
ci troviamo invitati a fargliene sentire il nostro singolar gradimento con decorarlo
in oggi col grado, ed anzianità di Colonnello delle nostre Truppe di
Cavalleria, e Dragoni
.Dat. in Torino li 3 del mese di Luglio l'Anno del
Signore mille sette cento sessant'otto" (54);
"Ai motivi che ci mossero a stabilire il Cav. re Dn Girolamo Manca d'Albis
nell'impiego di Cornetta della 3za compagnia delle nostre Guardie del Corpo,
e successivamente condecorarlo del grado, ed anzianità di Colonnello
della Cavalleria, e Dragoni, aggiungendosi ora la soddisfazione che ci risulta
dalla sempre lodevole esattezza, con cui ha continuato a riempire i doveri del
sudetto impiego, ci siamo volentieri disposti a dargliene un distinto contrassegno
del gradimento, con cui rimiriamo il conosciuto suo particolare attaccamento,
e vivo zelo, e con esso una testimonianza della considerazione, che abbiamo
per la Nobiltà del Regno nostro di Sardegna promovendolo alla Carica
di Luogotenente nella medesima Compagnia
Dat' in Torino li sedici del mese
di marzo l'anno del Signore 1771" (55);
"Dall'avere il Cavaliere D. Gerolamo Manca d'Albis Colonnello di Cavalleria,
e Luogotenente della 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo impiegati mai
sempre con assiduità, e zelo i suoi talenti per riempiere lodevolmente
i doveri tutti degli Impieghi che fin ora coperto e singolarmente nelle circostanza
della scorsa guerra, nelle quali dimostrossi armato di valor pari alla distinzione
de' suoi Natali, traendo noi ben giusti motivi di gradimento ai di lui servigi,
e di propensione sempre maggiore a suoi avanzamenti abbiamo pensato di dargli
dell'uno, e dell'altra un particolar contrassegno, che ben merita il suo conosciuto
vivo attaccamento al nostro servizio di cui non cessa di darci le più
chiare riprove, promovendolo, come facciamo alla carica di Maggior Generale
di Cavalleria nelle nostre Armate
Dal Castello di Moncalieri gli undici
del mese di 7mbre l'anno del Sig.e 1774" (56);
"Quanto ben collocati fossero nella persona del Cavaliere Dn Gerolamo Manca
d'Albis, Luogotenente nella 3^ Compagnia delle nostre Guardie del Corpo gli
onorevoli impieghi, di cui tempo a tempo fu dalla Real munificenza destinato,
chiaramente li dimostrano, non solamente le prove di valore militare, con cui
egli servendo dal 1737 nel Reggimento delle Guardie si distinse nelle Campagne
d'Italia, di Savoia, e di Casteldelfino ma altresì il vivo zelo, ed attaccamento,
che sempre ha dato conoscere dalla sua Famiglia verso la Real nostra Casa; esercitò
egli con maggiore impegno, sia colla Levata di una compagnia sarda in occasione
della formazione del secondo Battaglione di Sicilia, sia coll'incessante premura,
con cui, non curando i propri interessi ottenne nel 1747 di ripassare in Terra
ferma, onde poter ancora essere col Primo Battaglione di detto Corpo a parte
delle operazioni di essa guerra. Questi suoi lodevoli portamenti restarono così
presenti al Re mio Padre, che dappoi la riforma di detto Reggimento non tardò
guari ad eleggerlo per Capitano degli Alabardieri del Vicerè, ed a chiamarlo
indi presso la Reale sua persona nell'impiego di Cornetta in detta terza Compagnia
delle nostre Guardie del Corpo; e dopo aver invitato noi pure, che soddisfatti
tuttora siamo degli attentissimi suoi servigj, a promuoverlo nello scorso anno
alla Carica di Maggior Generale di Cavalleria nelle nostre Armate, abbiamo determinato
di provveder ora alle particolari sue convenienze in modo altrettanto proprio
alle attuali sue circostanze, quanto corrispondenti alla confidenza, ed alla
propensione, con cui lo rimiriamo, nominandolo alla carica di Comandante della
Cittadella nostra di Torino
Dat'a Chambery il dì dieci di agosto,
l'anno del Signore 1775" (57).
D. Giuseppe Manca dell'Arca, già capitano nel reggimento di Sicilia il 1 ottobre del 1758 è nominato Comandante Generale della cavalleria miliziana del Capo di Sassari.
D. Gerolamo Manca di Thiesi, nel 1789 Comandante generale della cavalleria miliziana, nominato luogotenente colonnello e nel 1793 promosso colonnello.
Agostino Massala, dopo aver raggiunto il grado di Luogotenente Colonnello per il servizio prestato nel Reggimento di Sardegna ed al comando delle compagnie franche dei disertori graziati e delle isole di S. Pietro e Sant'Antioco, nel 1797 è promosso Colonnello di Fanteria.
Agostino Millelire, nel 1797 per il comportamento
tenuto in un combattimento con uno sciabecco tunisino riceve un aumento di paga
di 50 lire, nel 1793 per il valore mostrato nello scontro contro i Francesi
alla Maddalena riceve la Medaglia d'Oro al VM ed una gratifica di £ 200
successivamente è nominato Sottotenente di fanteria, nel 1796 per i servizi
resi gli viene aumentato lo stipendio di una pensione di £ 200 ed è
promosso Luogotenente di fanteria. Diverrà poi negli anni successivi
il comandante della marina di Sardegna. Si riportano le patenti che lo riguardano
perché, forse, meno note del fatto che sia stata la prima medaglia d'oro
della Regia Marina
"Il Re di Sardegna- Ufficio Generale del Soldo, nel mentre che con un regio
nostro viglietto del giorno d'oggi nello spiegare al n.ro Viceré, Luogotenente,
e Capitano Generale nel Regno di Sardegna Cavalier Solaro i sensi di special
gradimento, con cui intesimo la relazione del combatto seguito li 15 dello scad.o
aprile ne' mari tramezzanti la Sardegna, e la Corsica tra la nostra mezza Galera
la Beata Margherita, ed uno Sciabecco Barbaresco giudicato Tunisino, il quale
non ostante la superiorità della sua forza non si scansò altrimenti,
che col rifugiarsi tutto mal concio nella vicina Corsica, dal cader preda d'essa
mezza Galera, che gli strappò di bordo il bastone d'Insegna colla Bandiera,
e s'impadronì d'una cialuppa dello stesso Sciabecco, lo incarichiamo
di rendere note a ciascuno de soggetti componenti l'equipaggio d'essa mezza
Galera, ed intervenuti nell'azione; le grazie che ci siamo disposti di compartire,
gli diciamo altresì, che al Piloto Millelire Isolano della Maddalena,
ed al Capo Cannoniere Laghè del Luogo di Villafranca, i quali sebben
feriti nel cambatto continuarono tuttavia a riempire coraggiosamente i loro
doveri sino al termine dell'affare, che non durò meno di due ore, e un
quarto, abbiamo aggiunto ad altri graziosi riguardi, con cui rimane da Noi distinto
il loro merito, ed in aumento della rispettiva paga, e vantaggi de quali godono
attualmente, assegnate un annuo trattenimento di lire cinquanta in Piemonte.
Dalla Veneria Li 22 di maggio 1787" (58).
"Dopo i saggi di attività, zelo e coraggio, che il Piloto nelle
nostre mezze Galere in Sardegna, Gioanni Agostino Millelire ha dato da divedere
in tutte le circostanze presentatesi pendente il corso de' suoi servigi sui
nostri Legni, e principalmente nel combatto seguito li 15 aprile 1787 tra la
mezza Galera la Beata Margherita ed uno Sciabecco Barbaresco, ci riescono così
particolarmente gradite le accertate testimonianze, che ce n'ha egli rinnovate
nell'essersi con ben lodevole valorosa fermezza distinto nella difesa dell'Isola
della Maddalena sua Patria contro la flotta francese, da cui venne attaccata
nello scorso febbrajo, che mentre lo abbiamo per mezzo del nostro Vicerè
fatto decorare d'una delle medaglie d'oro fattesi da noi coniare per distinto
premio del comprovato valore, volendo inoltre con più estesi tratti della
nostra beneficenza mostrargli la soddisfazione che ci risulta dai suoi portamenti,
ci siamo degnati d'accordargli un trattenimento di annue lire duecento di Piemonte
per goderne in aggiunta a quanto gli resta attualmente assegnato
Torino
li 23 aprile 1793" (59).
All'Ufficio Generale del Soldo: "Alle grazie che di tempo in tempo ci siamo
compiaciuti di compartire al Sottotenente nelle nostre truppe di Fanteria Gio.
Agostino Millelire, Piloto nelle nostre mezze Galere col grado di Piloto di
Fregata, furono sempre corrispondenti le prove di fedeltà, zelo, e di
valore ch'Egli ci ha date per il nostro servizio, tanto ne' vari combattimenti
combattuti contro i Barbareschi, in alcuni de' quali rimase ferito, quanto nella
gloriosa difesa delle Isole della Maddalena, e di S.t Stefano, e del Regno nostro
di Sardegna. E non cessando il medesimo di confermarci col continuo esercizio
delle commendevoli prerogative ond'è fornito, il suo attaccamento a tutto
ciò, che interessa il bene dello stesso nostro servizio, siccome ha fatto
nell'eseguimento di varie commisioni stategli appoggiate dal nostro Vicerè
nel sud.o Regno, ci siamo perciò disposti a fargli sperimentare un doppio
effetto della nostra beneficenza, da cui venga animato a renderci ancora più
proficui i di lui servigj; per il che nel decorarlo come facciamo del grado
di Luogotenente nelle predette Truppe di fanteria ci siamo degnati di accordargli
un trattenimento di lire duecento in aggiunta a quello di lire cinquanta di
cui già gode
Dat in Moncalieri li 13 7mbre 1796" (60).
Gabriel Nin del Castiglio, capitano nel 1744 di una delle compagnie dell'appena costituito Reggimento di Sardegna, nel 1765 viene esentato dal servizio per motivi di salute dopo essere stato promosso Luogotenente Colonnello.
Tomaso Nin di San Tommaso, già in servizio nel rgt. Aosta Cavalleria, nel 1794 Capitano nei dragoni leggeri di Sardegna, nel 1765 viene esentato dal servizio per motivi di salute dopo essere stato promosso Luogotenente Colonnello.
Gavino Pagliaccio della Planargia, nel 1744
capitano di una delle compagnie dell'appena costituito rgt. di Sardegna, promosso
nel 1768 Luogotenente Colonnello, nel 1771 Colonnello, nel 1776 Brigadiere di
Fanteria, comandante del rgt. di Sardegna tra il 1777 e il 1783 è governatore
interinale di Nizza e del suo contado, nel 1783 è promosso Maggior Generale
e fra l'83 e l'87 Governatore della città e castello di Cagliari e comandante
delle armi in Sardegna, nel 1787 è nominato comandante della città
e del contado di Nizza, nel 1789 è promosso Luogotenente Generale, nel
1794 è Gran Maestro dell'artiglieria nel Regno di Sardegna. È
uno dei personaggi più citati dalla storiografica per la tragica morte
che lo colse nel corso dei tumulti del 1795 a Cagliari.
Uomo di grandi capacità militari seppe affermarsi per le sue qualità
come ben dimostrano le patenti che ne scandiscono la carriera e che recitano:
"Il vantaggioso concetto di talenti, abilità, ed esperienza del
Conte di Tindia D. Gavino Pagliaccio, che ci determinò in 9mbre 1765
a promoverlo alla Maggiorità del Reggimento di Sardegna, essendosi vieppiù
confermato, ed accresciuto in Noi dalle distinte riprove delle accennate sue
qualità, che diedeci nell'esercizio d'essa carica riempiendone i doveri
con esattezza, corrispondente al vivo zelo, di cui lo conosciamo animato per
il nostro servizio, ci ha invitati a compartirgli i maggiori effetti delle nostre
grazie, con avanzarlo alla carica di Tenente Colonnello di detto Corpo, invece
del Cavaliere del Castiglio resosi defonto
Dat. In Torino li tre del mese
di Settembre l'anno del Signore mille sette cento sessant'otto" (61);
"La medesima graziosa prevenzione, che ci mosse già a distinguere
il Conte di Tindia ora Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio, con acceleragli
l'avvanzamento alla carica di Tenente Colonnello del Reggimento nostro di Sardegna
ci ha ora disposti a manifestargli in modo vieppiù distinto la considerazione
che facciamo dei suoi talenti, zelo, ed attaccamento al Reale nostro servizio
anticipandogli nuovamente gli effetti delle nostre grazie con promoverlo al
posto di Colonnello dello stesso Reggimento, invece del Cavagliere di Piossasco
destinato ad altro Impiego
Dat. In Torino li sedici del mese di marzo l'anno
del Signore 1771" (62);
"I distinti talenti, il vivo attaccamento al Real Servizio, l'instancabile
attività, e la sempre regolata condotta che il Marchese della Planargia
Dn. Gavino Pagliaccio fece comparire in tutto il corso della militare sua carriera,
sono le doti che mossero il mio Real Genitore ad avanzarlo gradatamente alla
carica di Colonnello del Reggimento di Sardegna. Nell'esercizio di questa aggiungendo
egli nuovi titoli alle sue benemerenze, colla sollecita cura e vigilanza, onde
s'impiega a promovere nel suddetto Corpo insieme all'accurata osservazione del
sistema da Noi stabilito per le nostre Truppe, la più esatta e regolare
disciplina; ci veggiamo invitati a dargli noi pure una testimonianza dello special
gradimento che ci risulta da tali suoi servigi, col promuoverlo come facciamo
alla carica di Brigadiere di fanteria nelle nostre armate
Dat. In Torino
li 27 giugno 1776
" (63);
"Vanno del pari nel Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio Brigadiere
di Fanteria nelle nostre Armate singolare talento per la militare carriera,
e l'incessante di lui cura per renderli fruttuosi e corrispondenti al vivo suo
zelo per il nostro Reale servizio e ne rimaniamo pienamente accertati non solo
dalla regolare condotta, indefessa attività, e vigilanza con cui riempiendo
egli accuratamente tutte le parti de' propri doveri fu mai sempre inteso ad
esigerne altrettanto da' suoi Dipendenti ad a promuovere nel Reggimento di Sardegna
del quale è Colonnello Comandante, del nuovo sistema da noi adottato
per le Nostre Truppe, ma eziandio dalle distinte testimonianze di abilità
e saviezza con cui nel 1777, ed anche in quest'anno si disimpegnò dal
provvisionale appoggiatogli comando della Città, e del Contado di Nizza,
con siffatti lodevoli portamenti essendosi egli conciliata la nostra particolar
propensione ci siamo volentieri disposti a dargliene una nuova publica riprova
con promuoverlo insieme a parecchi altri Ufficiali alla carica di Maggior Generale
di fanteria nelle nostre Armate
.2 giugno 1783" (64);
"Ci sono tuttora presenti le testimonianze di savio accorgimento e di particolare
abilità, che il Marchese della Planargia Dn Gavino Pagliaccio, Maggior
Generale di Fanteria nelle nostre Armate, diede a divedere, allorché
nel 1777 e nel 1783 ebbe a reggere il provisionale comando della Città,
e del Contado di Nizza. Nel riempimento di tale replicata incumbenza, che punto
non lo distolse dal proseguire, ed accrescere, come fece, le sue benemerenze
nell'esercitare con sempre eguale distinzione di attività, intelligenza,
e zelo il Comando del Reggimento Sardo, li diede con sua lode a conoscere, che
ben potressimo con pieno accertamento del nostro servizio Reale quando sia prevalerci
della di lui persona nell'effettività dell'addiatato comando di Nizza.
In questo medesimo concetto ci confermò, dacché trasportato alla
carica di Governatore della Città, e Castello di Cagliari, e di Generale
Comandante delle Armi del Regno n.ro di Sardegna, nulla ci lasciò desiderare
di quanti ci promettevano i conosciuti di lui talenti, e la sperimentata sua
premura di rendere fruttuoso l'impiego di tutti gli oggetti alla di lui cura
affidati; chepperò nell'avere ora Noi determinato di richiamarlo in Terra
ferma, profittiamo con piacere della vacanza che, per la destinazione del Conte
di S.t Andrea alla carica di Viceré del Regno nostro di Sardegna, sta
per farsi dello stesso comando della Città, e del contado di Nizza, per
nominarvelo
Dat' in Torino li 10 di Febbraio 1787" (65);
"Sono affatto corrispondenti alla giusta nostra aspettativa le testimonianze
di vivo zelo, indefessa applicazione, e savio accorgimento, che il Marchese
della Planargia Dn Gavino Pagliaccio Maggior Generale di fanteria nelle n.re
Armate, continua a manifestare nell'esercizio dell'affidatogli comando della
Città, e del Contado di Nizza; e poiché in tal guisa ci richiama
egli alla memoria i distinti portamenti, con cui giunse gradatamente a sostenere
la Carica di Colonnello Comandante del Reggimento di Sardegna, d'onde poi venne
trasportato a quelle di Governatore della Città, e del Castello di Cagliari,
e di Gen.ale Comandante in esso Regno, nei quali impieghi nulla mai lasciò
desiderare di quanto ci promettevano i particolari suoi talenti, e la costante
sua accuratezza nel riempimento de proprii doveri, noi ci veggiamo con piacere
disposti a fregiare di nuovo lustro la sua persona, ed estendere a lui pure
in questa occasione gli effetti della Reale nostra munificenza con promoverlo
Luogotenente Generale di fanteria nelle nostre Armate
Dat in Torino Li
25 marzo 1789" (66).
Raffaele Pagliaccio della Planargia, in servizio nel rgt. di Sardegna è promosso Luogotenente Colonnello nel 1790, nel 1794 è nominato Sergente Maggiore della fanteria miliziana.
Gavino Pes, nel 1744 capitano comandante di una delle compagnie dell'appena costituito rgt. di Sardegna, nel 1763 nominato comandante della cavalleria miliziana in Sardegna e nel 1776 promosso Colonnello di fanteria.
D. Antonio Pes di Villamarina, nel 1793 promosso
Luogotenente Colonnello, nel 1796 Colonnello e in quello stesso anno nominato
comandante del rgt. di Sardegna. Fu protagonista, insieme col reggimento, di
uno degli episodi più citati del conflitto franco-piemontese del 1793,
che mette conto richiamare alla memoria riportando i documenti che segnano le
sue promozioni:
"Furono sempre da Noi rimirati con ispeciale gradimento i servigi, che
il Maggiore di Battaglione nel Reggimento di Sardegna Cav.re Dn Antonio Pes
di Villamarina ci ha prestati in esso Corpo, mentre in tutti i carichi, ch'ebbe
a riempirvi, ci diede accertate riprove di capacità, esattezza, applicazione,
e vigilanza. La conoscenza di queste sue doti ci affidò a lasciarlo supplire
al comando dell'intero Reggimento nel tempo, che per gli Ufficiali superiori
del medesimo ebbero a rimanere assenti, ed essendosi presentata la circostanza
che il P.mo Battaglione delle stesso Corpo rendere a militare dal Canto di Soargio,
tanto più ce ne compiacquimo, in quanto che eravamo persuasi, di esso
Battaglione marciando sotto i di lui ordini, avrebbe dato all'occorrenza buon
conto del suo valore, come n'è succeduto nei fatti li 17 del corrente
aprile nell'attacco di superiori forze nemiche sofferto al colle di Pierus,
dove il mentovato Battaglione sostenne un lungo vivissimo combatto, né
cedé al nemico fuorché dopo d'aver vendicato su d'esso li feriti,
e li morti, che n'erano risultati allo stesso Battaglione. Nella valorosa difesa
di questo ravvisando noi pertanto anche il merito del mentovato Cav.re di Villamarina,
prendiamo volentieri a comprovargli d'essere pienamente soddisfatti del contegno
da lui manifestato nel sudetto cimento e ci siamo perciò disposti a promoverlo
Luogotenente Colonnello dell'additato Reggimento di Sardegna invece del Cav.re
Samassi dimessosi
Dat in Torino li 30 aprile 1793"(67);
"Nell'esercizio della Carica di Luogotenente Colonnello del Reggimento
di Sardegna e nel comando che continua a sostenere del medesimo, ci porge il
Cav. D. Antonio Pes di Villamarina ben accertate riprove non meno della sua
capacità, attenzione ed intelligenza, quanto anche della lodevole sua
premura per mantenere il buon ordine, e la necessaria Militar disciplina; coll'uso
di queste Militari sue prerogative, e coll'esempio del proprio valore ebbe parte
alla gloria che lo stesso Reggimento si è acquistata nella Campagna del
1793 principalmente per il fatto occorso il 17 aprile al Perus, dove col fermo
suo contegno fece costar caro il terreno all'inimico. Ravvisando quindi Noi
ne' di lui portamenti il vivo suo zelo per il Nostro Servizio Ci siamo tanto
più volentieri disposti a comprovargliene il Nostro gradimento, in quantocché
abbiamo giusto motivo di credere, che farà egli un impegno di promuovere
colla maggiore sollecitudine il reclutamento dello stesso Corpo per restituirlo
alla forza prescritta, e ci siamo perciò degnati di decorarlo del Grado,
ed Anzianità di Colonnello nelle nostre Truppe di fanteria
Dat in
Torino il di 7 marzo 1796" (68);
"La viva premura, che il Colonnello nelle N.re Truppe di Fanteria D. Antonio
Pes di Villamarina, Luogotenente Colonnello nel Reggimento di Sardegna fin da
principio della sua carriera manifestò d'incontrare coll'esatto adempimento
de'suoi doveri il Nostro gradimento, ce lo fece sin da allora ravvisare per
un ufficiale che ci avrebbe resi col tempo utili e distinti servigi; nell'esercizio
de diversi carichi, che vi ha successivamente ricoperti, ci confermo vieppiù,
coi preggi da lui costantemente dati di capacità e di applicazione, nella
vantaggiosa idea, che le virtuose sue prerogative ci fecero concepire della
di lui persona, ma questa così per il valore, l'intelligenza e la fermezza,
che diede di vedere nelle occasioni in cui intervenne nella scorsa guerra, e
segnatamente nell'affare seguente il 17 aprile 1793 al Perus nel Contado di
Nizza, come per la pregevole maniera, con cui tenne il comando di esso Corpo,
nel quale seppe mantenere e promuovere la tanto necessaria Militare disciplina,
si accrebbe in modo, che rimanendo invitati a dargli una pubblica testimonianza,
e della particolare soddisfazione, che ci risulta dai commendevoli suoi portamenti,
e della confidenza, che abbiamo in lui riposta, lo abbiamo nominato Colonnello
del Reg.to sovraccennato, in vece del Cav.re Luguia fatto Governatore della
Città, e Provincia d'Ivrea
Dat al Castello di Moncalieri il di
primo ottobre 1796" (69).
D. Giacomo Pes, ufficiale nel reggimento di Sardegna si distingue battendosi col suo reparto nella campagna del 1793, la sua carriera ha un'accelerazione una volta che la Corte dei Savoia si trasferisce nell'isola, è comandante di Sassari nel 1803, generale delle armi del regno nel 1805 quindi ministro di polizia. Il 2 novembre 1815 è insignito dell'Ordine della Santissima Annunziata, sarà poi Viceré di Sardegna e Gran Maestro dell'Artiglieria.
D. Sadoro Samassi, nel 1797 promosso Luogotenente Colonnello, nel 1789 Luogotenente Colonnello del Rgt. di Sardegna, nel 1790 Colonnello.
D. Saturnino Simon di Samassi, figlio di Giovanni Battista, il capitano di una delle compagnie rgt. di Sardegna nel 1744, intrapresa anch'egli la carriera militare, nel 1793 è promosso Luogotenente Colonnello dopo aver chiesto, per motivi di salute, di essere congedato, e nel 1794 su sua richiesta è riammesso in servizio.
D. Francesco S. Just Barone di Teulada, nel 1759 Capitano degli Alabardieri del Viceré, nel 1774 Capitano Generale della cavalleria miliziana, nel 1787 Gentiluomo di Camera. Si ritrova anche nella sua patente di nomina a quest'ultimo incarico il motivo, spesso presente, di dare un riconoscimento non solo alla persona ma anche alla nobiltà sarda, recita infatti il documento: "Nei sentimenti di particolare propensione, che rimiriamo que' Vassalli, e sudditi del Reno n.ro di Sardegna, i quali accoppiando alla nobiltà de' Natali un sincero zelo, ed attaccamento al n.ro servizio si fanno tuttora un lodevole impegno di darcene le più assicurate riprove, incontriamo con singolare compiacimento l'occasione di ricompensare il merito del Barone di Teulada Don Francesco S.Giust, e Cattalan, il quale dopo essere stato nel 1759 destinato al posto di Capitano degli Alabardieri del n.ro Viceré in detto Regno, essendo nel 1774 stato promosso alla carica di Capitano Generale di quella Cavalleria Miliziana, ne ha sempre mai compite le incombenze in modo da conciliarsi la piena nostra soddisfazione, e gradimento. Ci siamo pertanto ben volentieri disposti a conferirgli la ragguardevole Carica di n.ro Gentiluomo di Camera, ben persuasi che, riconoscendo egli il distinto grado di stima, e confidenza, che si è presso di noi conciliata, sarà vieppiù impegnato a corrispondervi con ulteriori saggi delle virtuose sue qualità Dat in Torino Li 2 di aprile 1787" (70).
Andrea Santuccio, nel 1744, alla fondazione del rgt. di Sardegna, Luogotenente nella compagnia Luogotenente Colonnella, nel 1771 è promosso Luogotenente Colonnello, nel 1791 capitano degli alabardieri del Viceré, nel 1794 nominato Governatore della città e Capo di Sassari e promosso Brigadier Generale, nel 1796 è Maggior Generale.
Saturnino Vico di Soleminis, nel 1744 alla fondazione del rgt. di Sardegna Luogotenente Colonnello, muore nel 1745.
Come si è sopra detto, non è esaustivo
l'elenco di cui sopra e molti sono coloro di cui si trova traccia ma che diviene
quasi impossibile seguire le tracce. Fra gli altri si trovano registrati (71)
nella situazione degli ufficiali presenti alle armi nel 1732: un conte Cartoz,
già 1° paggio di S.M. e ora cornetta nel reggimento Dragoni di S.M.;
D. Michele Pes di Villamarina, arruolato nel reggimento di Sicilia il 23 novembre
1722 e allora capitano; un Silvestro di Cagliari (non meglio identificato) e
D. Carlo Lora alfieri nel reggimento di Sicilia. Nel 1750 (72) troviamo il marchese
Guerra comandante della 6^ Compagnia del reggimento delle Guardie, il marchese
Vico maggiore e il capitano Carcassona in servizio nel reggimento di Sicilia.
Per tutti possono valere come riconoscimento collettivo ai Sardi e al Reggimento
di Sardegna, le parole con le quali Carlo Emanuele IV, su richiesta di quest'ultimo,
ne affidò il comando a Carlo Felice, recita la relativa patente: "L'onore,
il rispetto, la fedeltà e l'attaccamento che li Sudditi n.ri del Regno
di Sardegna ci hanno manifestato nel tempo massime nel Nostro soggiorno colà,
ci ha posto nella disposizione di profittare delle occasioni, che ci si presentano
favorevoli per palesare ai medesimi i sentimenti, che ci hanno essi saputo ispirarci.
Di questo abbiamo Noi dato alla Nazione Sarda una conveniente prova coll'aver
lasciato il Duca del Genevese, ed il Conte di Moriana miei carissimi fratelli,
il primo a Cagliari, e l'altro a Sassari, affinché degni come sono per
tutti i riguardi della nostra confidenza, concorressero colle loro sollecitudini,
come stanno facendo a piena Nostra soddisfazione, al grande, e per Noi interessante
oggetto del maggior bene de que' Nostri amati Popoli, un particolare distinto
Nostro riflesso si merita pure il Reggimento della stessa Nazione, il quale
col sangue, che intrepido ha sparso per il nostro servizio nella scorsa guerra
ha accresciuto i titoli che già aveva acquistati alle Nostre grazie,
di cui siamo disposti a fargli sperimentare un effetto secondando i desideri
che ha spiegati di avere per Capo il prefato Duca del Genevese Carlo Giuseppe
Felice. Li talenti militari, di cui è fornito, le cognizioni che cogl'indefessi
suoi studi
..la stima per fine ch'egli stesso fa del predetto Reggimento
Sardo, hanno presso di Noi giustificati i voti di questo, e ci hanno determinati
a nominare come nominiamo per capo del medesimo il suddetto Duca del Genevese
.Dat
al Poggio Imperiale di Firenze il di 15 febbraio 1800" (73).
Oltre ai militari servirono sia in Sardegna sia
in Piemonte anche numerosi personaggi nella magistratura e nell'amministrazione,
fra essi mette conto ricordare il:
Cavaliere D. Simone Valentino Manca di San Martino, cui le patenti d'interesse
recitano:
"Al Sovra intendente alla Cassa delle pensioni e trattenimenti: Fedele,
e amato nostro.
Invitati non meno dalle vantaggiose informazione, che abbiamo dell'attenzione,
ed assiduità con cui il Cavaliere D. Simone Valentino Manca di San Martino
dopo d'aver compito il corso di Giurisprudenza, e quindi conseguitane col lode,
fin dall'anno 1785, la Laurea nella R.a Università degli Studi di Sassari,
avendo con assidua applicazione atteso alla pratica prima nell'Ufficio del Proavvocato
Fiscale Regio di detta Città, e successivamente in quello del Procuratore
n.ro Generale con essersi mai sempre distinto nella spedizione degli affari,
che gli vennero appoggiati massimamente nelle materie economiche, Ci siamo volentieri
disposti a porlo in grado di far uso delle utili cognizioni ond'è fornito
con destinarlo all'impiego d'Intendente nell'Ufficio del Controllo Gen.re delle
n.re Finanze, persuasi che sarà per corrispondere a questo grazioso tratto
della nostra beneficenza in modo da rimeritarsene gli ulteriori effetti
.Dat'
in Torino li 30 Xmbre 1794" (75).
Dopo l'instaurazione da parte dei Francesi del governo provvisorio rivoluzionario,
fu privato dei suoi incarichi e successivamente, come sardo, espulso dal Piemonte.
D. Francesco Pes, che raggiunse importanti incarichi
nel Consiglio Supremo di Sardegna e la cui carriera è segnata dalle seguenti
nomine:
"Il singolar talento, coltivato con applicazione di continuo studio, dal
Dottor D. Francesco Pes Pes, ed accompagnato da prudenza, e saviezza, lo fece
già distinguere per un soggetto degno delle nostre attenzioni per venir
destinato ad Impieghi di Magistrature nel Regno nostro di Sardegna, ci piacque
tuttavia chiamarlo in Piemonte per dargli maggiormente campo di far apparire
le dette sue virtuose qualità, alle quali sappiamo altresì accoppiato
un distinto zelo per il nostro servizio, e della Giustizia, e ci siamo ora di
buon grado disposti a destinarlo all'Impiego di Referendario nel Consiglio nostro
de' Memoriali, essendo persuasi, che col perfetto adempimento delle sue incumbenze
sarà per corrispondere pienamente all'aspettazione nostra, e meritarsi
gli ulteriori effetti delle nostra beneficenza
Dat in Torino addì
undeci del mese di febbraro l'anno del Sig.e 1766" (76)- Con lui vennero
designati allo stesso incarico il Cav. Francesco Malingri di Bagnolo, il vassallo
Giovanni Battista Provana del Villar, il Conte Gaspare Antonio Graneris di Mercenasco;
"Rimiriamo, con particolar soddisfazione, unite nella Persona del Cavaliere
Francesco Pes Pes una singolare capacità, dottrina, applicazione, ed
attività nella spedizione degli affari, qualità di cui egli ha
dati chiari contrassegni nell'Impiego di Riferendario nel Consiglio dei Memoriali;
ci siamo perciò volentieri disposti a dimostrargli il gradimento, che
ce ne risulta, ed a porlo in situazione, onde abbia maggior campo ad esercitare
i suoi talenti, con destinarlo alla carica di collaterale nella Camera nostra
de Conti, persuadendoci di tutta la sua premura, a compiere interamente i doveri
e a corrispondere alla nostra aspettativa
Dat in Torino li sei del mese
di ottobre l'anno del Signore mille sette cento sessant'otto" (77);
"
con Biglietto nostro del 12 luglio 1774 ci degnammo accordare al
Collaterale Cavaliere Francesco Pes l'annuo trattenimento di lire cinquecento
in considerazione del distinto servizio che stava da più anni prestando
in qualità di Consigliere nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, e
con altro Biglietto de' 14 marzo 1776 indirizzato al Controllore Generale ordinammo,
che dal di lui Uffizio si desse corpo al precedente Biglietto 12 luglio 1774
non astante il trascorso termine di mesi quattro portato dal § 10 del Regolamento
Economico dello stesso Uffizio. Siamo ora informati essere rimasti inespediti
amendue i suddetti nostri Biglietti, di modo che non avrebbe il mentovato Cavaliere
Pes gioito dal 1774 in poi del trattenimento, come sopra da noi accordato, e
ne tampoco sarebbe in grado di gioirne per l'avvenire a motivo di non essere
stati in tempo abile spediti gli anzidetti Biglietti; e non volendo Noi per
questa accidentale circostanza rimangano senza effetto le Reali nostre Grazie
compartite con le accennate provvisioni al succennato Cav.re Pes vi diciamo
in conseguenza essere mente nostra che facciate al medesimo pagare il suddetto
trattenimento di lire cinquecento, coll'importare delle annate decorse dappoi
li 12 luglio 1774
Torino, li 18 gennaio 1782" (78).
Cavaliere Don Giuseppe Pes, del quale fu riconosciuto l'impegno: "Al Primo Ufficio di Finanze: "Fedele ed amato nostro. Sulli ben vantaggiosi riscontri che abbiamo avuti delle virtuose qualità del Cav.re Dn Giuseppe Pes del Villaggio di Tempio in Sardegna, e dell'assiduità, ed applicazione con cui dopo aver conseguito la laurea nella nostra Università degli studi di Torino sta egli da parecchi anni applicando alla pratica legale nell'Uffizio dell'avv.o de' Poveri nel Senato nostro di Piemonte, e si occupa nel tempo stesso per gli affari di Sardegna sotto la direzione del di lui padr.no Cav.re D. Francesco Pes Reggente di Toga nel Supremo nostro Consiglio di Sardegna, ci siamo ben volentieri disposti a compartirgli un grazioso tratto della Reale nostra beneficenza, con assegnargli l'annuo provvisionale trattenimento di Lire tre cento sulla Cassa del predetto Regno Moncalieri li 7 settembre 1790" (79).
Andrea Pilo Pilo, già assessore criminale nella governazione di Sassari e quindi giudice della Sala Criminale della Reale Udienza del Regno di Sardegna venne nominato nel Senato del Piemonte nel 1753 con la seguente motivazione: " si è dimostrato sempre fornito di dottrina, integrità, e prudenza non meno che applicato, attento, e zelante per il servizio nostro e della giustizia, avendo perciò incontrata la soddisfazione nostra, ci siamo di buon grado mossi a trasferirlo in Piemonte con destinargli una sedia senatoria al Senato nostro del Piemonte 1 giugno 1753" (80).
Don Francesco Maria Pilo Boil di Putifigari, che
trascorse la sua vita tra la Sardegna e Torino in ambienti giudiziari, sino
a quando il governo rivoluzionario instaurato dai francesi lo espulse dal Piemonte
perché sardo. Mette conto ripercorrerne la carriera attraverso alcune
patenti di nomina, perché fu un personaggio di rilievo nella magistratura
del tempo:
"Nel destinare per coaggiunto alla Reale nostra Governazione di Sassari
il Dottore Dn Francesco Maria Pilo Boyl di Putifigari per essere richiamato
in terra ferma, abbiamo presa in benigna considerazione la lodevole servitù
dal med.mo prestata in varj impieghi giuridici nel Regno nostro di Sardegna,
ed ultimamente quello di Giudice della Sala Criminale della R.e Udienza in Cagliari,
con prove di capacità, esattezza ed interessamento pel n.ro servizio,
e pel bene della giustizia, e ci siamo quindi compiaciuti di destinarlo ad uno
de' posti di Consigliere di Stato e referendario nella fiducia che sarà
per rinnovarci le prove delle commedevoli sue qualità, onde rimeritarsi
ulteriori tratti della n.ra beneficenza" (82);
al Consolato di Torino: "Magnifico, fedele, amato nostro. Scadendo con
tutto il corrente mese il biennio, per cui il Senatore Barone Peretti di Casalbagliano
fu destinato per Giudice legale in Cod.o Magistrato, Ci siamo disposti a nominare
in di lui surrogazione pel venturo biennio principiano col primo del prossimo
Gennaio per Giudice Legale ordinario il Consigliere di Stato e Referendario
il Marchese Boil di Puttifigari già Giudice Straordinario il quale dovrà
perciò godere del solito annuo stipendio di £ 500
Torino 17
Xmbre 1796" (83);
"Pilo Boil, marchese Francesco, consigliere di Stato e referendario, congiudice
ordinario nonché Magistrato del Consolato, come nativo dell'Isola di
Sardegna è dispensato da ogni carica ed impiego. Il Governo si riserva
di prendere quelle misure che crederà opportune per allontanarlo, unitamente
agli altri Sardi, dagli Stati del Piemonte. Decretazione in data 15 febbraio
1799" (84).
D. Raimondo de Quesada, laureato in legge è assunto a Torino in uno degli uffici dell'amministrazione del regno, in merito a lui si legge: "Al Sovraintendente alla cassa delle Pensioni: Fedele, ed amato nostro Dappochè il D.re Dn Raimondo de Quesada della Città di Sassari, animato dal lodevole desiderio di abilitarsi vieppiù nella legale carriera, si è recato in questa Capitale per occuparsi in alcuno degli Uffici Generali, e venne da Noi applicato a quello del procuratore nostro Generale, diede finora nei due anni, dacché vi sta lavorando costanti saggi di particolare talento, capacità, ed applicazione accoppiata ad una soda, ed esemplare condotta. Volendo noi contrassegnargliene il nostro gradimento, ci siamo ben volentieri degnati d'accordargli su codesta Cassa, finché si faccia luogo a provvederlo altrimenti, un annuo trattenimento di Lire tre cento Torino, Li 27 aprile 1787" (85).
Un po' trascurato dalla grande storia, il generoso impegno
con cui i Sardi respinsero i tentativi d'invasione francese nel 1793, per il
quale ricevettero numerose ricompense, che mette conto ricordare anche perché,
col tempo, i fatti sono stati in parte sepolti dall'oblio.
Val la pena tuttavia, prima di passare a ricordare parte di coloro che furono
ricompensati, riportare la lettera di un sacerdote di Oristano che scriveva
al Sig. Paolo Baretti, Console e agente di S.M. Sarda in Livorno, la sua lettura
restituisce l'immagine dei sentimenti di almeno una parte dei Sardi del tempo:
"Ill.mo Signore, credo che con la speronara giunta a Sassari, sulli primi
giorni di questa caduta settimana, ci sarà letera di V.S. Ill.ma a me
direta, ma siccome persiste ancora la providenza che le letere di questo dipartimento
si distribuiranno in Cagliari per ciò è che non posso contestare
alla med.ma, questo Magistrato, instato da tutti i Cavalieri e gente civile
farà una rappresentanza, accioche si revochi una così sciocca
provvidenza, mai vista in sin dall'istituzione della speronara, e se mai in
Cagliari non si provvedesse humileremo le nostre suppliche al trono.
La flota francese comparì nei mari di Cagliari tanto che s'ebbe il porto
blocato, ma non ardirono di far veruno sbarco; vi sono nel porto di Palma 7
vascelli di guerra, furono sfidati li francesi che calassero, ma non lo fecero.
In questi mari non si vede altro, che una bombarda francese, che diede fondo
alla punta di S.t Giovanne, subbito partirono di qui il Veghiere, con 400 cavalli,
arrivato alla detta punta ordinò alla torre che tirasse col cannone,
al 2° tiro si mise alla vela, e si messe fuori di tiro di cannone e li nostri
feccero cenno all'equipaggio che calassero a terra acciò di provar l'odore
della polvere sarda, era tanto il coraggio d'i nostri che se avessero avuto
delle cialupe sarebbeo andati a Bordo, vide al meno la bona volontà e
se ne partì.
Noi stiamo trincerando la spiagia, e con animo risoluto di difender la nostra
Religione, Patria, e Corona insino all'ultimo sangue; abbiamo fatto per ora
una volontaria contribuzione di 800 starelli di grano per subbito farlo a pane,
che giornalmente si travaglia, oltre denari e vino, che tutti a gara feriscono
pieno di buon cuore, e siamo tanto animati che guai del francese che ci capita.
Cativo anche che si dica, ma in boca di tutti altro non si ode, solo che a Cagliari
vi erano traditori, trovarono cannoni inchiodati e molte cartucce piene di sabbia,
in vece di polvere, tra questi mischiano il Vice Ré; per esser ciò
vero cosa ella ne dice? Compatisco al mio sovrano, degno Monarca d'esse servito
con più fedeltà, ma almeno, la più parte di coloro che
vengono nominati, son Piemontesi, vengono qui per succhiare le nostre sostanze,
e all'occorrenza anche tradirci la Patria, e con questa il nostro comun Sovrano;
forse che il nostro Re non abbia così in avvenire, in tanto buon credito
li Sig.i Piemontesi, che presentemente vanno a capo chino.
Tutto lo spavento, e timore, che prima avevano, si è cangiato in rabia
e stia certo, che la nostra risoluzione è di lasciarci prima di massacrare,
che sopravivere, e stare con gente così iniqua, perfida, senza lege,
senza religione e senza fede, perché non l'hanno avuta né col
loro Re, né tra loro stessi.
Non saprei se V.S. Ill.ma mi abbia spedito le due cuperte di leto di cotone,
che li mandò l'amico Dn Gorgonio: la prego che quando mi scriva, meta
la mia letera sotto piego del Sig.r Mora, come altre sì da favorirmi
il solito foglieto.
In questo che sono ore 4 e mezzo di sera comparisce alla punta della Frasca
15 miglia lontano di questo porto 4 vele, e non sapiamo cosa siano; ciò
non ostante non siamo smariti di coragio.
Se scrive a Pisa riverisca il comune amico Dn Gorgonio, e li dica che in questa
posta non le scrivo, che le scriverò a Dio piacendo all'altra. Mi raccomandi
al Signore, mi comandi e mi creda pieno di ossequio di V.S. Ill.ma da Oristano
11 gennaio 1793. Canonico Spano" (86).
Si riporteranno qui alcune delle ricompense che furono concesse per i fatti
di Sardegna, quelle che sembrano più significative, non tutte peraltro
relative ad isolani:
(
)
Marchese Don Francesco Borro:
"Alla rimembranza che serbiamo de' commendevoli servigi che per ben diciassette
anni ci prestò nel Reggimento di Sardegna il già Capitano in esso
March.e Dn Francesco Borro, stato poscia da Noi decorato del grado di Maggiore
di fanteria nelle nostre Truppe, aggiunse egli nuovo titolo per renderci gradito
il suo zelo, coll'essersi assunto, e coll'avere, finché cadde ammalato,
riempito ed esercitato nel Capo di Quarto il comando delle Milizie di Sardegna
nella circostanza che le medesime dovettero ultimamente agire per far resistenza,
ed opposizione agli sbarchi, che si tentavano dalla nemica flotta francese,
da cui esso Regno trovavasi investito, e scorgendo anche da ciò il Capitale,
che possiamo fare della di lui persona massime pel Reggimento di sua Nazione,
del quale ha già particolare conoscenza, pel di cui onore benché
ritirato a casa sua, ed intento alla cura de' domestici di lui interessi, non
cessò mai di mostrarsi sollecito, ed animato, profittiamo con piacere
dell'occasione in cui ci occorre destinare un Colonnello in 2do d'esso Corpo
per presceglierlo, come facciamo a riempire tal carica, persuasi che nella medesima
corrisponderà pienamente alle viste, che abbiamo di abilitarlo per una
parte ad acquistarsi nuove benemerenze e di metterlo per altro canto nel caso
di concorrere al mantenimento della disciplina e del buon ordine nell'additato
Reggimento, onde trarne il migliore e più fruttuoso servizio anche a
vantaggio della Nazione, di cui il medesimo porta il nome, e dalla quale viene
somministrato
Dat' in Torino li 3 aprile 1793" (93);
(
)
Cavalier Gio. Batta Carroz:
"Alle testimonianze d'attaccamento, e zelo per il nostro servizio, che
il Luogotenente Colonnello nelle nostre truppe di Fanteria Cav.re Dn Gio Battista
Carroz diede ognora sia ne' posti coperti nel Reggimento di Sardegna, sia nell'attuale
sua carica di Colonnello delle Torri del Regno, nuove ben commendevoli ne aggiunse
nella circostanza della ben riuscita difesa della Città di Cagliari contro
gli sforzi della Nemica Flotta Francese, con essersi con particolare sollecitudine,
e vigilanza utilmente impiegato cogli Ufficiali di quella Piazza in servizio
della medesima fra la compiacenza pertanto che ci risulta da questi suoi lodevoli
portamenti inclinando a palesargliene con uno special tratto delle nostre grazie,
la soddisfazione che ne rileviamo, ci siamo degnati di decorarlo del grado di
Colonnello nelle suddivisate Truppe di fanteria
Dat' in Torino li 2 luglio
1793" (95);
"Commendevole, già il Cav.re D. Gio Battista Carroza Colonnello
delle nostre Truppe di fanteria e Governatore della Città di Alghero,
per l'attenzione, ed applicazione colla quale ha prestato i suoi servigj prima
per ben venticinque anni nel Reggimento di Sardegna, e successivamente nella
carica di Colonnello delle Torri del Regno, rese poi anche vieppiù palese
il di lui zelo, nella circostanza della difesa della Città di Cagliari,
alla quale si è fatto una doverosa premura di concorrere in ajuto degli
Uffiziali di quella Piazza, non meno vigilante e sollecito facendosi egli conoscere
nel disimpegno di doversi annessi all'attuale sua carica, ne restiamo invitati
a palesargliene il particolare nostro gradimento; epperciò a seconda
anche delle determinazioni state già date a suo favore dal Re Vittorio
Amedeo mio Signore, e Padre di gloriosa memoria, ci siamo degnati di nominarlo
Brigadiere di Fanteria nelle nostre Armate
Dat' in Torino il di 17 Xmbre
1796" (96).
(
)
Cav. D. Giacomo Manca di Tiesi:
"Animato da commendevole zelo per il nostro servizio il Cavaliere Giacomo
Manca di Tiesi, Commissario Generale della Cavalleria Miliziana nel Capo di
Cagliari, ci diede una ben accertata testimonianza nelle sovraggiunte critiche
contingenze della Sardegna, in cui dopo aver assunto il comando statogli affidato
dal Viceré, delle Milizie della Gallura, e di essersi in seguito con
particolare attività, fruttuosa attenzione, e costante esattezza applicato
all'istruzione di que' Miliziani dimostrò quindi la sua capacità,
e fermezza nel reggerli, e sostenerli allorquando dovette ai medesimi concorrere
alla difesa dell'Isola della Maddalena, e di S.t Stefano attaccate da una parte
della Flotta Francese. Volendo noi pertanto contrassegnargli lo speciale gradimento,
che ci risulta da queste sue benemerenze, ed aggiungergli con un grado militare
superiore a quello di Luogotenente Colonnello nelle nostre Truppe di Fanteria,
di cui lo abbiamo decorato in Maggio del 1789, un nuovo onore ci siamo degnati
di fregiarlo ora quello di Colonnello nelle stesse Truppe
Dat' in Torino
li 18 aprile 1793" (100);
(
)
Marchese Pietro Vivaldi Zatrillas di Trivigno Pasqua:
"Nella circostanza della tentata invasione francese nel Regno n.ro di Sardegna
ha il Marchese Pietro Vivaldi Zatrillas di Trivigno Pasqua confermato presso
di Noi l'ottimo concetto, che avevamo formato nel conferirgli in principio di
7mbre dello scad.o anno 1792 la Carica di Capitano Generale di quella Cavalleria
Miliziana in sopravvivenza al Capitano Generale della medesima Barone di Teulada
nostro Gentiluomo di Camera, si fece egli in questa occasione la più
viva premura di segnalare il suo zelo, ed essendogli per la necessaria assenza
del Barone di Teulada stato affidato il Comando dell'anzidetta Cavalleria, diede
negli occorsi replicati attacchi, ed ardui cimenti le più assicurate
prove dell'indefessa sua attività, e vigilante sollecitudine, non meno
che d'un sincero interessamento ad eccitare con l'esempio, e colle generose
sue elargizioni i Miliziani a lui subordinati, ond'ebbe a meritarsi la gloria
d'aver cooperato essenzialmente alla difesa della Patria, ed al felice successo
delle nostre Armi. La distinzione di questi importanti di lui servigi non ha
potuto a meno di impegnare a di lui favore li speciali tratti della nostra beneficenza
e volendo ora dargliene un pubblico attestato corrispondente alla chiarezza
de' suoi Natali, Ci siam ben volentieri disposti a nominarlo nostro Gentiluomo
di Camera
Dat' in Torino li 5 aprile 1793" (103).
Quale sia stato l'apporto dei Sardi alle vicende del Regno di Sardegna fra il 1720 ed il 1800, non è evidentemente quantificabile in un breve e modesto lavoro che il solo scopo di richiamare alla memoria il contributo che alcuni di questi isolani fornirono ai loro sovrani e al Piemonte ed i riconoscimenti che ottennero. Ottant'anni di dominazione sabauda, che se pur nei giudizi di molti storici sono visti criticamente in quanto non riuscirono a dare una svolta economica e sociale all'isola, tuttavia legarono più di quanto si poteva immaginare l'isola alla dinastia, così quando la Corte si dovette trasferire a Cagliari per la perdita dei territori di terraferma essa fu ben accolta e la nobiltà sarda le si strinse attorno, portando con sé gran parte del popolo. Non vi fu quell'irrequietezza che scosse la nobiltà siciliana e costrinse Ferdinando III di Sicilia e IV di Napoli a cedere al figlio la Luogotenenza Generale del Regno ed a concedere nel 1812 la costituzione. Vi fu qualche fermento, subito controllato, che non costituì mai una seria minaccia. La permanenza nell'isola di Carlo Felice e quindi del sovrano Vittorio Emanuele I fecero meglio conoscere ed apprezzare alla dinastia quegli isolani, che saranno poi largamente impiegati nel XIX secolo, e chissà non abbia rimpianto di non averli maggiormente utilizzati in precedenza.
Note:
1) Figlio naturale e legittimato di Vittorio Amedeo II e di Giovanna d'Albert
dei duchi di Luynes, moglie di Manfredo Scaglia di Verrua.
2) Barone Pallavicino di St Remy, comandante delle armi in Sicilia dal 1719,
quando aveva sostituito il Marchese d'Andorno, morto nell'assedio di Milazzo,
fu il primo Viceré in Sardegna.
3) AST- Lettere diverse della Real Casa- Lettere dei Principi naturali di Savoia-
Mazzo 23.
4) Delegato dell'Imperatore Carlo VI incaricato di ricevere la Sardegna dagli
Spagnoli e cederla ai Savoiardo-Piemontesi.
5) ASC- R. Segretaria di Stato e di Guerra- I Serie- Vol. 275
6) Ibidem.
7) Ibidem.
8) Ibidem.
9) Ibidem.
10) Ibidem.
11) Ibidem.
12) Ibidem.
13) Ibidem.
14) Biblioteca Reale di Torino- Cerimoniale d'Angrogna (pag. 696 e segg)
15) ASC- R. Segreteria di Stato e di Guerra- I serie- Vol. 275
16) Sacerdote, nel 1730 vice presidente del Senato del Piemonte, il 2 marzo
1735 nominato giudice e consigliere nel Supremo Consiglio di Sardegna e il 20
marzo 1737 Reggente di Toga nel Supremo Consiglio di Sardegna.
17) Il 3 dicembre 1749 nominato reggente di Toga nel Supremo Consiglio di Sardegna;
il 20 aprile 1756 creato marchese della Planargia e conte di Sindia; il 31 agosto
1764 giubilato.
18) Dati tratti dall'AST, Patenti del Regno di Sardegna.
19) Il 4 ottobre del 1722 è ammesso nelle Guardie del Corpo di S.M. ove
resta sino al 1732 quando viene trasferito come Cornetta soprannumeraria nei
Dragoni di Sardegna.
20) Il 21 febbraio 1735 ebbe la scrivania del Real Vegherio di Oristano.
21) L'11 agosto 1733 ancora Vicario di Cagliari.
22) Il 31 agosto 1731 e il 3 aprile 1734 nominato Governatore del contado di
Gociano e Curatoria d'Anella.
23) Dati tratti dall'AST, Patenti del Regno di Sardegna.
24) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 9, anno 1732.
25) Ibidem.
26) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 25, anno 1752-53.
27) Ibidem.
28) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 67, anno 1785.
29) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 18, anno 1744.
30) AST- Ruolini di Rivista- Reggimento di Sardegna- anno 1744.
31) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 26, anno 1754.
32) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 29, anno 1757.
33) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 31, anno 1759.
34) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 37, anno 1765.
35) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 79, anno 1789.
36) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 82, anno 1790.
37) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 91, anno 1793.
38) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 99, anno 1796.
39) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
40) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 77, anno 1789.
41) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 102, anno 1798.
42) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
52) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
53) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 30, anno 1757.
54) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
55) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 44, anno 1771.
56) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 49, anno 1774.
57) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
58) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
59) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
60) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
61) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
62) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 44, anno 1771.
63) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 52, anno 1776.
64) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 63, anno 1783.
65) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
66) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 77, anno 1789.
67) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
68) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 99, anno 1796.
69) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
70) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
71) AST- Materie Militari- Ufficio Generale del Soldo- Maz. 2 di Addizione.
72) AST- Materie Militari- Ufficio Generale del Soldo- Maz. 3 di Addizione.
73) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 103, anno 1800.
74) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 85, anno 1791.
75) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 96, anno 1794.
76) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 37, anno 1766.
77) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 41, anno 1768.
78) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 61, anno 1781.
79) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 81, anno 1790.
80) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 27, anno 1753.
81) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 51, anno 1775.
82) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 85, anno 1791.
83) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 100, anno 1796-97.
84) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 102, anno 1799.
85) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 71, anno 1787.
86) AST- Consolati Nazionali- Livorno- Maz. 1
93) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.
95) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
96) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 101, anno 1796-97.
100) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 93, anno 1793.
103) AST- Patenti controllo finanze- Maz. 92, anno 1793.