L'archivio Amat

Dichiarato di notevole interesse storico nel 1978, riordinato e parzialmente reinventariato, l'archivio Amat riveste particolare interesse per lo studio dell'istituzione feudale in Sardegna e, più in generale, per la storia sociale ed economica dell'isola, in età moderna.
È un complesso documentario che, per vastità ed originalità, può a buon diritto considerarsi il più pregevole tra quelli di famiglia, il "principe" degli archivi privati presenti nell'isola.
Costituito da 3.109 documenti cartacei (secc. XV-XIX) e da 183 pergamene e 88 diplomi pergamenacei (secc. XIV-XIX), questo complesso documentario è il risultato di un processo di aggregazione archivistica, avviato al principio dell'Ottocento e perfezionato nel Novecento.
Gran parte delle carte vennero acquisite da Vincenzo Anastasio Amat Amat barone di Sorso (1790-1869), insieme ai feudi cui facevano riferimento, ognuno dei quali aveva dato vita ad un proprio archivio. La necessità di amministrare efficacemente terre e diritti indusse il barone a sistemare la documentazione giunta nelle sue mani, allora in completo disordine. La delicata operazione, avviata nel biennio 1812-1813, determinò un accorpamento degli archivi e il loro ordinamento complessivo che non tenne conto della provenienza, ma solo della natura o tipologia delle carte, distinte dunque in atti notarili, documenti feudali, giudiziari e amministrativi.
Successivamente, a partire dal 1831, in previsione del riscatto dei feudi, il barone completò il lavoro, predisponendo l'inventario dell'archivio che trovò una puntuale rappresentazione nel Registro degli Instrumenti pubblici. Strumento di descrizione analitica dei documenti posseduti al momento dell'abolizione del regime feudale in Sardegna, il registro doveva consentire il loro rinvenimento e la loro consultazione, allo scopo di attestare i diritti e i privilegi feudali degli Amat, come le somme chieste al Fisco per il loro affrancamento.
A metà del Novecento hanno arricchito l'archivio Amat di San Filippo la documentazione delle famiglie Amat di Villarios, Manca di San Placido, Nin di San Tommaso e le carte di Francesco Tola Flores d'Arcais che, accanto a quelle già presenti, offrono un quadro assai suggestivo delle più importanti casate feudali della Sardegna: Arbosich, Brunengo, Cariga, Castelvì, Cervellon, de Sena, Ferrera, Gambella, Manca Guiso, Masones, Ravaneda, Vico, Zatrillas e Zonza.
A tempi più recenti risale l'ultimo riordinamento, nato dalla collaborazione fra il marchese di San Filippo, avvocato Vincenzo Amat, e la Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, l'istituto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali che ne ha dichiarato il notevole interesse storico e che ha provveduto al restauro del materiale pergamenaceo deteriorato.

* Tratto da "Breve guida alla mostra documentaria Il Principe degli Archivi"- 2000