L’Archivio Simon Guillot

Il Dottore in Diritto Don Bartolomeo Simon Querqui (1734 – 1819) – del Dr. Don Domenico Maria e di Maria Angela Querqui Capurra, Donzella – fu il primo della famiglia che, scrittore e poeta raffinato d’occasione, assai colto, cominciò a costituire una biblioteca che, alcuni anni dopo, divenuta assai copiosa e ricca di pregiati volumi, fu sistemata in due grandi stanze site al secondo piano del palazzo di famiglia, utilizzate anche come locali studio dei quattro figli.
Di questi figli, il terzogenito Don Gianfrancesco (1762 – 1819), Abate di San Michele di Salvenero e di Cea, dottissimo teologo e facondissimo oratore, onorato del titolo di Protonotaro Apostolico nel 1790 da S.S. Pio VI, Consultore Canonista del Re e Presidente del Regio Collegio dei Nobili di Cagliari nel 1793, fu un appassionato bibliofilo, ricercatore di opere rare e collezionista raffinato di documenti sulla storia sarda e sulle famiglie sarde.
La biblioteca comprendeva, tra le edizioni rare, una importante “Carta de Logu”, numerosi incunaboli, i due Condaghe di S.Maria di Bonarcado e di S. Nicolò di Trullas, il Portolano di Giovanni da Uzzano. Questo settore della biblioteca fu poi ceduto alla biblioteca universitaria di Cagliari nel 1938 dagli eredi Guillot (v. Bianca Bruno, Manoscritti di una insigne biblioteca, in Archivio Storico Sardo, Col. XXI, pag. 127).
Tutta la parte letteraria restante è ancora nel possesso della famiglia Guillot ad Alghero. Il settore archivistico fu precisamente costituito dall’Abate Simon (lo storico Toda, parlando dell’Abate Gianfrancesco Simon, dice: “ formò la mejor biblioteca de temas sardos”); egli, servendosi di un numero notevole di collaboratori, raccolse una quantità veramente notevole di documenti riguardanti le più svariate famiglie sarde e diversi periodi della storia sarda: contiene genealogie, processi nobiliari e civili, memoriali personali e di famiglie diverse, documenti inerenti la stessa famiglia Simon, lettere ai Simon indirizzate e copie lettere da essi inviate a diversi, e così via.
Un grossissimo volume contiene una storia delle successioni nei feudi sardi con minuziose descrizioni genealogiche (questo studio fu forse intrapreso allorché il padre Bartolomeo con sua moglie combatterono aspre e dispendiose battaglie legali per ottenere l’aggiudicazione del marchesato di Sedilo e Canales che, in effetti, per un periodo non lungo ottennero); altro volume contiene annotazioni su privilegi nobiliari, comunali e di carica assolutamente interessante per gli studiosi di tali materie: una vera miniera purtroppo non perfettamente regestata specie nella parte documentale relativa alla famiglia Guillot  che parte dalla fine della prima metà del XVIII secolo.
L’archivio (che contiene anche alcune curiosità quali, ad esempio, un numero imprecisato di locandine relative a spettacoli tenutisi nel XIX secolo al Regio Teatro Civico di Alghero), come è evidente, trovasi ad Alghero; era di proprietà del Nobile dei Baroni Avv. Matteo Guillot Lavagna che morendo lo ha lasciato alla moglie con il gravoso incarico di custodirlo e di decidere a quale dei quattro figli – tre maschi – passare tutto questo prezioso materiale nella speranza che non vada disperso.
Attualmente, stante anche l’età non verdissima della vedova custode dell’archivio, esso è praticamente inconsultabile.