La Chiesa di Sant'Efisio (Giorgino - Cagliari)
Cenni storici
![]() Chiesa |
La chiesa di Sant'Efisio e gli
adiacenti locali, la sacrestia, il deposito del cocchio e le sale laterali,
confinanti con la casa padronale, facevano parte, in origine, della proprietà
di campagna della famiglia del Conte Michele Ciarella, avo diretto dei
conti Ballero, alla cui famiglia appartiene, tuttora, la proprietà
dell'intero complesso.
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![]() Altare |
Proprio dal nome della chiesetta dedicata
a S. Giorgio, al di là del fatto che si riferisca a S. Giorgio di
Cappadocia o al Vescovo di Suelli, deriva il nome della località
Giorgino. La chiesa attuale ha un’architettura seicentesca, con cupola ottagonale,
semplice facciata con campaniletto a vela, nel quale si trova la campana
del 1679, aula coperta a due falde con altarino settecentesco e pavimento
originario in maiolica dipinta a mano del 600. Nell’interno della cupola
invece troviamo un affresco con i quattro mori, caratterizzati dal fatto
che guardano tutti in direzione diversa e hanno gli occhi bendati. Nella
Chiesetta originariamente vi era conservato anche un retablo del Lorenzo
Cavaro, "Crocifissione", dipinto nel 1508. Attualmente una parte del retablo
è salvaguardata nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari, e un ulteriore parte,
che rappresenta la Madonna in Trono, è custodita in una collezione privata
a Torino. Adesso sopra l’altare della chiesetta è collocata una "Pala" in
foglia d’oro del ‘700 e una via crucis in legno e gesso. Sull’altare, di
foggia semplice, anch’esso databile alla metà del 700, è collocata una statua
di S. Efisio attribuita forse al Cima o al Lonis, anch’essa risalente alla
fine del 1700. |
![]() Sant'Efisio |
La chiesa e la tradizione di Sant'Efisio
![]() Stemma Ciarella |
La Chiesa è da sempre meta di pellegrinaggio soprattutto in occasione della processione di S. Efisio, che si svolge tra Cagliari e Nora dal 1652, dal 1° al 4 Maggio di ogni anno, in memoria della liberazione della Città di Cagliari dalla pestilenza. Il primo Maggio, nella chiesetta, avviene il cambio delle vesti e dei gioielli preziosi, sostituiti con altri più modesti adatti al viaggio verso Nora. L’aureola e la palma d’oro lasciano il posto ad altre d’argento e perfino il cocchio barocco settecentesco viene rimpiazzato con un altro più robusto, detto "cocchio di campagna", che rimane custodito a Giorgino, per tutto l’anno, nel locale annesso alla cappella e, appunto, denominato "Cocchiera". Il 4 maggio viene compiuta l’operazione inversa per la preparazione del Santo. Sempre riccamente addobbato con tutti i suoi preziosi gioielli, il Santo è pronto per il rientro in città, dove iniziano nuovamente i festeggiamenti per lo scioglimento del voto della Municipalità di Cagliari. |
E’ difficile collocare nel tempo, in modo preciso, l’inizio di questa cerimonia a Giorgino. Di essa, comunque, si ha traccia, a partire dall’anno 1787 in un atto che riporta la discussione di una seduta dell’Arciconfraternita di S. Efisio nella quale si parla della sosta da compiersi a Giorgino. Di sicuro, inizialmente, la tradizione aveva anche una concreta giustificazione pratica data dall’esigenza di cambiare le preziose vesti del santo e togliere i gioielli che lo adornavano nel momento in cui affrontava il percorso, su strade che all’epoca non erano tanto sicure perché infestate dai briganti, sino a Nora e da Nora a Cagliari, ma necessaria anche per esigenze di ristoro dei pellegrini. E’ proprio con il Conte Michele Ciarella, comunque, che si consolida il rito dell’accoglienza del Santo. Il Conte, infatti, fece il voto di mantenere per sempre, ogni anno, la tradizione a Giorgino, da quando, nel 1816, a seguito di un naufragio, perse tragicamente la moglie e due figli. |
![]() Stemma Ballero |
Notizie tratte dal sito www.lacorteingiorgino.it