Il Sovrano Militare Ordine di Malta
di Giovanni Sanjust
![]() Chiesa di San Giovanni(Malta) |
L'origine dell'Ordine di Malta (ufficialmente: Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta, in sigla S.M.O.M.) si fa risalire agli anni antecedenti la Prima Crociata, quando un gruppo di monaci e cavalieri- probabilmente provenienti da Amalfi- ottenne dal Sultano di Gerusalemme il permesso di costruire una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere, sotto la protezione di San Giovanni Battista, pellegrini e malati di qualsiasi fede e razza. Sorti quindi come ospedalieri, con le Crociate i Giovanniti (come venivano chiamati) dovettero impegnarsi anche per la tutela e la difesa del Santo Sepolcro: nelle battaglie per la difesa della Fede (simbolizzata dal Sepolcro di Cristo) occorreva la capacità di saper usare le armi; nel soccorso ai feriti e ai poveri la disponibilità al sacrificio e la dedizione cristiana al servizio dei fratelli. Per questo non più solo monaci ma anche cavalieri, nella concezione medioevale dei termini. E così l'Ordine, fin dal suo primo riconoscimento da parte della Chiesa, è insieme ordine religioso e ordine cavalleresco e i suoi appartenenti vennero reclutati tra le famiglie nobili. Rispetto a quelli cavallereschi coevi, o addirittura più antichi (i Templari e i Teutoni, per citare i più importanti) questa è la differenza fondamentale: sotto le insegne di questi due Ordini accorreva gente d'arme alla ricerca di un significato da dare alle proprie imprese guerresche. |
I Giovanniti invece erano uomini dediti ad opere di misericordia, consacrati all'altruismo e che, in nome di questo ideale, decisero di armarsi. Una diversità di fondo che contribuisce a spiegare le ragioni per le quali, a differenza degli altri, l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme sia riuscito a superare infinite difficoltà e ad approvare ai nostri giorni con le sue prerogative ed il suo fascino. I Gerosolimitani resteranno in Palestina per 200 anni, due secoli battaglie, assedi, trattati, agguati, ambascerie, durante i quali i cristiani godranno solo di qualche periodo di pace. Ricorderò telegraficamente alcuni episodi: nel 1153 i Giovanniti contribuirono alla conquista di Ascalona, affrontando il famoso condottiero Nur El Din; nel 1187, ai corni di Attin, lo stesso Gran Maestro fra' Ruggero Des Mulines cadde in battaglia contro il Saladino e a centinaia i cavalieri si sacrificarono nella difesa di Gerusalemme, che il Sultano riconquistò nell'ottobre dello stesso anno. | ![]() Chiesa di San Giovanni(Malta) |
Nonostante le perdite i Giovanniti restarono in Palestina,
con ruoli sempre più importanti: a fianco di Riccardo Cuor di Leone alla
terza crociata; con Federico II di Svevia che nel 1229 aveva ottenuto pacificamente
dal Sultano d'Egitto Gerusalemme, poi riconquistata nel sangue dai Musulmani.
A fianco infine di Luigi IX, il re santo dei francesi che nel 1249 affidò
ai gerosolimitani un gran numero di fortezze; fino all'ultimo epico e tragico
scontro del 1291 a San Giovanni d'Acri, sede dell'Ospedale dell'Ordine, con
incredibili episodi di eroismo tramandati nei resoconti di alcuni cronisti giunti
sino a noi. I pochi superstiti portarono in salvo sulle nave i malati e lo stesso
Gran Maestro Giovanni De Villier, gravemente ferito.
Si concluse così tragicamente la storia delle Crociate, ma i Cavalieri
di San Giovanni di Gerusalemme, trasferiti l'Ospedale e il Convento a Cipro,
dove avevano trovato ospitalità insieme con i Templari, si riorganizzarono
per impostare l'azione futura nell'adempimento anche del primo impegno solenne
di ogni cavaliere: la "tuitio Fidei", la difesa della Fede (l'altra
finalità dell'Ordine è l'obsequium pauperum", l'ospitalità
ai diseredati e la cura degli ammalati). La difesa della Fede consisteva in
quell'epoca essenzialmente nella lotta ai Musulmani che dominavano il Mediterraneo
e che arriveranno qualche secolo dopo fino alle porte di Vienna.
Fin dagli inizi, l'indipendenza dagli altri Stati, in virtù di atti pontifici,
unitamente al diritto, universalmente riconosciuto, di mantenere e impiegare
forze armate, costituì la base della sovranità internazionale
dell'Ordine. E con l'occupazione dell'isola di Rodi, portata a termine nel 1310,
l'Ordine acquisì anche sovranità territoriale e dall'isola fronteggiò
la potenza territoriale e navale dei Musulmani e divenne baluardo della Cristianità
nel Mediterraneo orientale. Per più di due secoli i cavalieri di Rodi
combatterono gli Ottomani con forze terrestri e navali assolutamente inadeguate,
finché nel 1522, dopo un assedio durato sei mesi, furono costretti a
capitolare, ottenendo da Solimano il Magnifico - cosa certamente eccezionale
a quei tempi e per la mentalità dei Musulmani - l'onore delle armi e
il permesso di partire da Rodi per l'Occidente. Nei successivi sette anni l'Ordine
- pur conservando la sovranità internazionale - si trovò senza
territorio fino alla cessione da parte dell'Imperatore Carlo V, (nella sua qualità
di Re di Sicilia) delle isole di Malta, Gozo e Comino, come feudo sovrano. Il
26 ottobre 1530 il Gran Maestro Fra Philippe de Villiers de l'Isle Adam prese
possesso di Malta: fu stabilito che l'Ordine sarebbe rimasto neutrale nelle
guerre tra nazioni cristiane.
Dal punto di vista strategico l'isola di Malta era importantissima: al centro
del Mediterraneo, con due insenature molto ampie e profonde, in grado di ospitare
una grande flotta con navi di notevoli dimensioni e stazza. Ma assolutamente
inospitale, quasi priva di vegetazione, arida, senza risorse idriche, (oggi
la Repubblica di Malta sopravvive grazie ai dissalatori) e del tutto priva di
fortificazioni. I cavalieri si impegnarono allo spasimo per trasformare l'isola
e soprattutto per dotarla di un valido sistema di difesa. Ma, non dimenticando
il secondo lemma del loro motto, l'obsequium pauperum, costruirono anche il
grande ospedale, che ancora oggi desta in chi lo visita ammirazione e stupore
(i malati venivano serviti con vassoi e posate d'argento).
Torniamo al ruolo che storicamente i cavalieri hanno svolto in difesa dell'Occidente:
bisogna ricordare che i turchi erano praticamente padroni del Mediterraneo,
mentre le potenze occidentali erano tra loro divise e intente a farsi la guerra
tra loro. L'isola di Malta costituiva un serio ostacolo alle manovre ottomane
e perciò nel 1565 Solimano il Magnifico, dopo lunga preparazione, decise
di sferrare l'attacco definitivo contro l'isola dei Giovanniti. La flotta ottomana
si presentò davanti all'isola il 18 maggio 1565: disponeva di 500 navi
e di 40.000 uomini. Sul fronte opposto 470 cavalieri, 1.600 mercenari italiani
e spagnoli, 5.000 soldati della milizia maltese, 120 artiglieri e 77 serventi
ai pezzi, tutti agli ordini dell'anziano Gran Maestro Jean Parisot de la Vallette,
di antica famiglia provenzale, 49° sovrano dell'Ordine. L'assedio durò
quasi quattro mesi. I turchi commisero inizialmente un grande errore strategico
che fu loro fatale: concentrano i loro attacchi contro il forte Sant'Elmo, convinti
che - caduta quella piazzaforte - tutta l'isola sarebbe caduta nelle loro mani.
Invece la conquista della fortezza causò loro gravissime perdite senza
compromettere il resto delle difese maltesi. La battaglia durò trenta
giorni: tutti i difensori di Sant'Elmo (107 cavalieri e 1.500 soldati) furono
massacrati ma il loro sacrificio non fu vano. I turchi proseguirono l'assedio
senza riuscire a piegare la resistenza dei maltesi, ai quali si erano aggiunti
- a partire dall'otto settembre - oltre 1.000 cavalieri proventi da tutta Europa.
Il 17 settembre, per paura che alle soglie dell'autunno un'improvvisa burrasca
potesse sorprendere le navi tanto lontano dalla loro patria, il comandante della
flotta turca, l'ammiraglio Pialì, ordinò di far vela alla volta
di Costantinopoli. Sconfitti i turchi, Jean de la Vallette mise mano a ricostruire
e potenziare le difese e a fondare la città che avrebbe preso il suo
nome, affidandone la progettazione a un architetto italiano, Francesco Laparelli
di Cortona.
L'Ordine di San Giovanni prese parte pochi anni dopo, nell'ottobre del 1571,
alla battaglia di Lepanto con tre galere, difendendo il fianco sinistro dello
schieramento cristiano, lasciato scoperto per un errore strategico dal comandante
della flotta genovese, Gianandrea Doria.
Trascorsero oltre due secoli di relativa tranquillità, durante i quali
l'Ordine di Malta acquisto ulteriore prestigio e potenza, fino a quando, il
6 giugno 1798, Napoleone Buonaparte, impegnato nella campagna d'Egitto, occupò
l'isola di Malta, mandando in esilio i cavalieri. L'Ordine si trovò nuovamente
senza sede, ed i suoi membri si dispersero in tutta Europa. Fu un periodo di
sbandamento e di esilio. Il governo provvisorio dell'Ordine si trasferì
dapprima a Trieste sotto la protezione dell'Austria, poi a S. Pietroburgo, dove
lo Zar Paolo II si fece eleggere da uno sparuto numero di cavalieri che si trovavano
in Russia- lui non cattolico e per giunta sposato- Gran Maestro dell'Ordine,
carica che tenne fino alla morte avvenuta per mano assassina.
Per quasi ottanta anni l'Ordine fu governato da luogotenenti. Finalmente nel
1879 Papa Leone XIII, riportando l'Ordine a Roma, ristabilì la dignità
di Gran Maestro e gli annessi onori cardinalizi (dalla prima metà del
'600 a lui spettano i titoli di Principe del Sacro Romano Impero e il rango
equivalente alla dignità di Cardinale di Santa Romana Chiesa, con l'appellativo
di Eminenza). L'opera di ricostruzione dell'Ordine fu lenta e difficile. Occorre
però dire che in tutti i momenti di crisi i cavalieri sparsi per l'Europa
(in Sardegna i Giovanniti sono stati presenti per alcuni secoli, intorno alla
Chiesa, al Convento e all'Ospedale di San Leonardo di Siete Fuentes) si compattavano
sostenendo il Gran Maestro con la spada e con le proprie sostanze.
Ed oggi possiamo affermare che l'Ordine di Malta, avendo eliminato tutti gli
orpelli anacronistici, mantiene intatti i suoi ideali e la sua struttura di
Ordine insieme cavalleresco e religioso, con una vocazione specifica per l'attività
ospedaliera, a sostegno dei diseredati di ogni fede e razza. L'Ordine gestisce
oggi nel mondo più di 200 ospedali (alla Magliana, a Roma, l'Ospedale
di San Giovanni Battista ha 250 posti letto per la riabilitazione dei celebrolesi)
e inoltre lebbrosari, centri antidiabetici e per emodialisi, banche del sangue,
ambulatori, asili, treni-ammalati per Lourdes e per Loreto. E' inoltre sempre
presente con i suoi volontari in occasione di guerre, terremoti e altre calamità
naturali. Dall'assistenza su larga scala ai feriti della prima guerra mondiale
ai soccorsi ai terremotati del Friuli e dell'Irpinia, agli alluvionati di Alessandria
e Cuneo e alle popolazioni della Bosnia, del Ruanda dell'Albania e Kosovo.
A questo punto mi sembra importante dare alcune informazioni sulla vita interna
dell'Ordine di Malta. Giuridicamente è un Ente sovrano di diritto internazionale.
In pratica una monarchia elettiva. È il più piccolo stato indipendente
del mondo: il suo territorio è a Roma, in Via Condotti 68, un palazzo,
e sull'Aventino, una villa con una magnifica chiesa, che godono di extraterritorialità.
Da alcuni anni la Repubblica maltese ha concesso all'Ordine in comodato il Forte
Sant'Angelo, un magnifico complesso che tante memorie conserva nel nostro passato.
Conia moneta, emette francobolli che in alcuni Stati hanno corso legale, dispone
di un suo passaporto. La vita e le attività dell'Ordine sono regolate
dalla sua Carta Costituzionale, riformata ultimamente nel 1997, e dal codice.
L'Ordine ha propri tribunali, di prima istanza e di appello, e una Camera dei
Conti. Intrattiene relazioni diplomatiche, secondo il diritto internazionale
pubblico, con la Santa Sede, dalla quale dipende come Ordine religioso ma è
indipendente quale Ordine cavalleresco sovrano, e con 81 stati. Dal 1994 è
stato ammesso come Osservatore permanente presso le Nazioni Unite e come tale
mantiene delegazioni permanenti presso le Organizzazioni internazionali a New
York, Ginevra, Parigi, Roma e Vienna. Il Sommo Pontefice nomina quale suo rappresentante
nell'Ordine un Cardinale che viene assistito da un Vescovo, anch'esso di nomina
papale. Quest'ultimo guida il clero dell'Ordine. L'attuale organizzazione del
S.M.O.M non è molto dissimile nella sostanza da quella dei primi secoli.
La sovranità è esercitata dal Principe e Gran Maestro, che viene
eletto a vita dal Consiglio Compito di Stato, composto dai Cavalieri di Giustizia
e dai rappresentanti dei Gran Priorati e dalle Associazioni Nazionali dell'Ordine.
Il Governo dell'Ordine è affidato invece al Sovrano Consiglio.
Le attività dell'Ordine in Sardegna
![]() Chiesa di S. Maria del Monte (Ca) |
Anche in Sardegna, nel nostro piccolo,
l'Ordine di Malta svolge diverse iniziative. Abbiamo partecipato a missioni
in Romania, in Bosnia e in Albania e siamo impegnati in numerosi comuni
dell'isola, con i gruppi Cisom (Corpo Italiano di soccorso dell'Ordine di
Malta), nella protezione civile per la prevenzione e lo spegnimento degli
incendi, per il soccorso a mare e per i servizi di ambulanza. Alcuni cavalieri
fanno parte, per statuto, del Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale
San Giovanni Battista di Ploaghe, mentre a Sassari abbiamo allestito un
poliambulatorio per gli indigenti del Centro storico. A Cagliari, in collaborazione con l'Associazione Medici Cattolici, abbiamo realizzato nel quartiere di Sant'Elia un ambulatorio gratuito per gli indigenti del quartiere e per gli extracomunitari. Da diversi anni è attiva una mensa domenicale per 30-40 persone ed un centro di accoglienza per persone anziane desiderose di compagnia. Da oltre dieci anni viene poi organizzata una settimana al mare per una ventina di disabili a Santa Margherita di Pula. Dal 1999, l'Ordine gestisce, tramite un accordo con il Comune di Cagliari, la Chiesa di Santa Maria del Monte, nel vecchio quartiere di Castello, che ospita sia le diverse attività del gruppo di Cagliari sia iniziative culturali quali mostre e concerti di musica classica. Ricordo, infine, la folta partecipazione, da parte di tutta la Delegazione sarda, al Pellegrinaggio internazionale annuale dell'Ordine a Lourdes. |